Napoli, Teatro San Carlo, Grande Attesa per Norma di Vincenzo Bellini, 21 febbraio – 1 marzo 2016

Napoli, Teatro San Carlo, Grande Attesa per Norma di Vincenzo Bellini, 21 febbraio – 1 marzo 2016

  • 15/02/2016

Norma

Musica di Vincenzo Bellini

Libretto di Felice Romani

Direttore: Nello Santi

Regia: Lorenzo Amato

Personaggi e Interpreti:

  • Norma: Mariella Devia (21, 24, 27 febbraio e 1 marzo) / Daniela Schillaci
  • Adalgisa: Laura Polverelli (21, 24, 27 febbraio e 1 marzo) / Anna Goryachova
  • Pollione: Luciano Ganci (21, 24, 27 febbraio e 1 marzo) / Stefan Pop
  • Oroveso: Carlo Colombara (21, 24, 27 febbraio e 1 marzo) / Giacomo Prestia
  • Clotilde: Clarissa Costanzo
  • Flavio: Francesco Pittari

Aiuto regia e coreografo: Giancarlo Stiscia

Scene: Ezio Frigerio

Assistente alle scene: Riccardo Massironi

Costumi: Franca Squarciapino

Assistente ai costumi: Chiara Donato

Luci: Vincenzo Raponi

Nuovo Allestimento del Teatro di San Carlo

 Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo

 

TEATRO DI SAN CARLO

Domenica 21 Febbraio 2016 ore 17.00 (Turno A)

Martedì 23 Febbraio 2016 ore 20.00 (Turno M Opera)

Mercoledì 24 Febbraio 2016 ore 18.00 (Turno B)

Venerdì 26 Febbraio 2016 ore 20.30 (fuori abbonamento)

Sabato 27 Febbraio 2016 ore 19.00 (Turno F)

Domenica 28 Febbraio 2016 ore 17.00 (Turno M Opera)

Martedì 1 Marzo 2016 ore 20.00 (Turno C / D)

AttoI_scena_IV light

comunicato stampa

Domenica 21 febbraio 2016 ore 17.00 (in replica per un totale di 7 recite, fino a martedì 1° marzo) ritorna al Teatro di San Carlo Norma di Vincenzo Bellini, in un nuovo allestimento con scene di Ezio Frigerio e costumi di Franca Squarciapino (Premio Oscar per i migliori costumi in Cyrano de Bergeracdel 1991) per la regia di Lorenzo Amato, luci di Vincenzo Raponi.

Protagonista, nei panni della sacerdotessa dei Druidi, la regina del belcanto italiano Mariella Devia (21, 24, 27 febbraio e 1 marzo), cui si alterna Daniela Schillaci (23, 26 e 28 febbraio), accanto a Laura Polverelli e Anna Goryachova nel ruolo di Adalgisa, mentre Pollione ha le voci di Luciano Ganci eStefan Pop. Carlo Colombara e Giacomo Prestia vestono i panni di Oroveso, Clarissa CostanzoClotilde, Francesco Pittari, Flavio.

Grande è l’attesa per questa nuova produzione, che riporta Norma al San Carlo dopo 16 anni (dicembre 1999, il cast era composto da Marina Mescheriakova, Anna Bonitatibus, Sergej Larin, Tomas Tomasson, diretti da Stefano Pellegrino Amato, per la regia di Stefano Vizioli – Scene: Susanna Rossi Jost – Costumi: Annamaria Heinreich); le sette recite annunciate sono già quasi tutte sold-out, pochi i biglietti rimasti.

L’opera di Bellini, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 26 dicembre 1831, e per la prima volta a Napoli il 6 luglio 1833, è pietra miliare della scuola belcantistica italiana e capolavoro indiscusso del più puro Romanticismo italiano.

Il titolo, come riportano gli annali del Teatro, è stato proposto al Massimo di Napoli 46 volte, dal 1833 al 1999, per un totale complessivo di 342 recite, annoverando cast leggendari, da Maria Malibrannella produzione del 1833, a Ester Mazzoleni nel 1912 (poi ancora nel 1916, 1921 e 1925), a Anita Cerquetti nel 1957, Leyla Gencer nel 1965, Elena Suliotis nel 1970 e Montserrat Caballé nel 1973, per non parlare di alcune Adalgise storiche: Ebe Stignani nel 1925, 1941, 1945 e 1952, Fedora Barbieri nel 1957, Fiorenza Cossotto nel 1965, nel 1970, per citare solo alcune.

 Il frontespizio della partitura riporta la dedica al “Signor Nicolò Zingarelli, Cavaliere dell’Ordine di Francesco I delle Due Sicilie”, insegnante di composizione al Real Collegio di San Sebastiano a Napoli, di cui Bellini era allievo prediletto.

Grazie a un episodio narrato da Francesco Florimo, possiamo ricondurre la dedica all’affetto che Bellini nutriva per gli anni trascorsi al Regio Collegio di Napoli, e la memoria corre a quando il compositore venne ammesso all’esame finale e Zingarelli così si pronunciò:

“Credo soverchio, se non inutile, esaminare questo giovinetto, che fra qualche mese dovrà essere esaminato da giudici assai più severi di noi: dal pubblico del San Carlo ove darà la sua opera che sta componendo: Bianca e Fernando.”

 Tragedia lirica in due atti, composta nel 1831 su libretto di Felice Romani, ha per fonte Norma ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1788 – 1845), pièce in cinque atti, rappresentata per la prima volta a Parigi il 6 aprile 1831.

 Compositore e librettista, attenti osservatori della loro contemporaneità, decisero di riprendere la tragedia francese, cambiandone praticamente solo il finale (se in Soumet abbiamo lo stesso epilogo che ricorre inMedea, Felice Romani e Vincenzo Bellini stravolsero il finale, salvando i bambini, per una sorta di ‘decorum’ oraziano, e lo sostituirono con il sacrificio volontario di Norma); per questa trasposizione vennero tacciati di plagio, forse per aver elaborato in così poco tempo (in meno di 5 mesi) la fonte francese.

 Norma di Lorenzo Amato, Ezio Frigerio, Franca Squarciapino e Vincenzo Raponi è una Norma che dona nuova linfa ai personaggi, che sembrano essere evocati ed emergere da atmosfere oniriche, da un mondo lontano, da una foresta pietrificata; gli abili accorgimenti della coppia Frigerio – Squarciapino sanno cesellare, in questa nuova produzione, le sfaccettature più intime di un dramma privato: l’amore di Norma per Pollione, innamorato a sua volta di Adalgisa, e il perenne dilemma che dilania coloro che, pur lacerati da un dramma sentimentale, devono far prevalere la ragion di stato o un potere religioso.

 In una dimensione atemporale, ma molto suggestiva, dove la forte presenza della natura e l’ambientazione nella foresta giocano un ruolo preponderante (come avveniva già in Soumet), emergono le frustrazioni di un popolo colonizzato e le istanze nazionalistiche dei Druidi nei confronti dei Romani.

Share this Post