ROMA: – Benvenuto Cellini – Hector Berlioz
Benvenuto Cellini
Direttore: Roberto Abbado
Regia: Terry Gilliam
Personaggi e Interpreti:
- Ascanio: Varduhi Abrahamyan
- Benvenuto Cellini: John Osborn
- Fieramosca: Alessandro Luongo
- Giacomo Balducci: Nicola Ulivieri
- Papa Clemente VII/ Cardinal Salviati: Marco Spotti
- Pompeo: Andrea Giovannini
- Teresa: Mariangela Sicilia
- Francesco: Matteo Falcier
- Le Cabaretier: Vladimir Reutov
- Benerdino: Graziano Dallavalle
Co-regia e coreografia: Leah Hausman
Maestro del coro: Roberto Gabbiani
Scene: Terry Gilliam, Aaron Marsden
Da un’idea originale di Rae Smith
Costumi: Katrina Lindsay
Luci: Paule Constable
Video: Finn Ross
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera
Nuovo allestimento in coproduzione con English National Opera e De Nationale Opera & Ballet di Amsterdam
In lingua originale con sovratitoli in italiano e inglese
Atto I
Papa Clemente VII vuole passare alla storia come generoso mecenate e collezionista. Il pontefice ha commissionato a Benvenuto Cellini, impetuoso ma geniale scultore e orafo fiorentino, la creazione di una statua di Perseo che uccide Medusa. Balducci, tesoriere del Papa, non si fida di Cellini, preferendogli uno scultore locale (e mediocre), Fieramosca, al quale tra l’altro ha promesso in sposa la sua bellissima figlia, Teresa, che però è innamorata di Cellini.
È Carnevale. Teresa guarda dalla sua finestra la gente mascherata che festeggia e spera di intravedere il suo amato Cellini. Balducci, sospettoso, si affretta ad incontrare il Papa per convincerlo a sostenere il più affidabile e ossequioso Fieramosca, invece di Cellini, genio ribelle.
Teresa è figlia devota ed è turbata nello scoprire all’improvviso la presenza di Cellini in casa. Tra paura e speranza, i due celebrano il loro amore reciproco ed esprimono il loro disprezzo per Fieramosca, senza rendersi conto che questi si è introdotto furtivamente in casa e sta origliando i loro discorsi. Cellini rivela a Teresa il suo piano di fuga verso Firenze. Il piano prevede che, mentre Balducci è a teatro ed assiste ad una rappresentazione, Cellini e il suo aiutante Ascanio, travestiti da monaci, rapiscano Teresa. Nonostante Teresa tema di far arrabbiare il padre, accetta. Fieramosca, che li sta spiando, giura di mandare a monte i loro progetti.
Balducci ritorna inaspettatamente, Cellini riesce a fuggire mentre Fieramosca viene scoperto. Balducci non vuole sentire scuse e raduna vicine e serve per punire l’intruso. Un gruppo di donne in camicia da notte scatena la loro furia su Fieramosca che per un attimo si sente come “Orfeo perseguitato dalle Baccanti.”
Cellini riflette su questo suo nuovo sentimento: per la prima volta nella sua vita l’amore ha prevalso sul suo desiderio d’arte e fama.
Alla locanda, gli amici e compagni orafi di Cellini brindano alla gloria della loro “arte divina” fin quando arriva l’oste con il conto. Nel frattempo giunge Ascanio con la somma dovuta a Cellini per la statua in bronzo del Perseo, da realizzare entro il giorno successivo. A causa dell’intervento di Balducci il finanziamento per la realizzazione dell’opera è minore del previsto. Infuriato, Cellini si accorda con degli attori affinché scherniscano Balducci durante la rappresentazione teatrale a cui lui presto assisterà.
Fieramosca giura di rivelare a Balducci il piano di fuga di Cellini con la bella Teresa, ma l’amico Pompeo gli consiglia invece di usare questa informazione a proprio vantaggio: anche loro si travestiranno da monaci e rapiranno la ragazza per primi.
Balducci e sua figlia si uniscono al Carnevale per assistere allo spettacolo. Sebbene Balducci odii il teatro, ha deciso ugualmente di accompagnare la figlia. Gli attori invitano gli spettatori romani a prestare attenzione alla loro commedia nella quale, su iniziativa di Cellini, il tesoriere papale viene fortemente deriso. Dispiaciuta per suo padre, Teresa lo prega di andar via, ma Balducci, furibondo, insiste nel voler rimanere fino alla fine. Successivamente, Balducci esasperato dagli insulti si scaglia contro gli attori che lo stanno schernendo. Nel tumulto generale, tentando di rapire Teresa, le due coppie di falsi monaci si affrontano. Cellini pugnala Pompeo e viene arrestato ma proprio quando tutto sembra perduto, viene sparato un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo, annunciando il coprifuoco e la fine del Martedì grasso. Tutte le candele e le torce vengono spente e nella confusione, protetto dall’oscurità, Cellini riesce a fuggire mentre Fieramosca viene erroneamente arrestato e accusato di omicidio.
Atto II
La mattina successiva Teresa e Ascanio cercano Cellini nel suo atelier, sperando invano di trovarlo lì nascosto. Sentendo il canto dei monaci in processione, iniziano a pregare affinché Cellini ritorni sano e salvo. L’artista torna davvero e racconta la sua notte tormentata e la fuga fortunosa. Teresa e Cellini interpretano il loro ricongiungimento come un segno divino, giurano di non lasciarsi mai più e decidono di fuggire insieme a Firenze. Ascanio rammenta invano a Cellini l’impegno di consegnare la statua del Perseo. Lo scultore esclama: “Al diavolo la statua!”. Gli innamorati celebrano la loro libertà e la futura felicità che li attende, ma il loro sogno ad occhi aperti viene bruscamente interrotto da Balducci, che irrompe sulla scena assieme a Fieramosca, al quale ordina di riportare a casa “sua moglie”.
A questo punto il Papa giunge inaspettatamente. Il suo pensiero va alla statua, e quando scopre che non è ancora pronta, in preda all’ira decide di affidare il compito a qualcun altro. Cellini è furioso, in cuor suo preferirebbe morire piuttosto che lasciare il lavoro ad un altro, fosse anche lo stesso Michelangelo. Il Papa ordina alle guardie di arrestarlo, ma Cellini afferra un martello e minaccia di distruggere il calco della statua qualora il Papa non soddisfacesse le sue richieste. Il Papa, a cui la statua sta a cuore più di ogni altra cosa, acconsente e concede il perdono incondizionato a Cellini, così come la mano di Teresa se lo scultore riuscirà a realizzare la statua in tempo. Altrimenti l’artista sarà impiccato.
Cellini ha allestito una grande fonderia. La tensione è all’apice. Per vincere la paura, Ascanio scherza e canta. Cellini sente la pressione, ed esprime il desiderio di vivere l’esistenza semplice di un pastore, libero dalle preoccupazioni che affliggono l’artista obbligato a soddisfare i suoi committenti. Ma non c’è tempo per sognare. Ascanio e Cellini esortano gli operai a preparare il metallo per la fusione. Accompagnato da spadaccini, entra Fieramosca. Sfida Cellini a duello, con l’intenzione di approfittare dell’assenza dello scultore per sollevare gli operai contro il loro padrone; i lavoranti, infatti, sono duramente provati dai salari troppo bassi. Teresa, però, riesce a capovolgere la situazione in favore di Cellini e gli operai si scagliano contro la stesso Fieramosca, credendo che abbia ucciso il loro padrone. Con grande sorpresa, Cellini ritorna e ordina agli operai di dare a Fieramosca indumenti da lavoro e metterlo all’opera, e questi non può far altro che accettare la punizione.
Il Papa e Balducci giungono per seguire i lavori; entrambi sono scettici circa il buon esito dell’impresa. Fieramosca protesta vivacemente per la scarsità di metallo. In uno stato di disperazione ma anche di estro creativo, Cellini ordina ai suoi aiutanti di sacrificare tutte le sue opere precedenti per salvare il Perseo. Gli operai raddoppiano gli sforzi, ma la caldaia rischia di esplodere. Poi, finalmente, il metallo fuso inizia a scorrere. Fieramosca, sopraffatto dall’emozione, abbraccia il suo rivale. Balducci cambia improvvisamente idea e concede di buon grado la mano di Teresa a Cellini, e il Papa la grazia. L’arte trionfa e tutti tessono le lodi dei maestri cesellatori.