Filarmonico di Verona: La Sonnambula 17 Aprile 2016
La Sonnambula
Opera in 2 atti
di Vincenzo Bellini
Direttore d’orchestra: Francesco Ommassini
Regia, scene e costumi: Hugo de Ana
Personaggi e Interpreti:
- Il Conte Rodolfo: Sergej Artamonov
- Teresa, Mugnaia: Elena Serra
- Amina: Gilda Fiume (17 e 21 aprile), Irina Dubrovskaya (19 e 24 aprile)
- Elvino: Jesús León (17 e 19 aprile), Giulio Pelligra (21 e 24 aprile)
- Lisa: Madina Karbeli
- Alessio: Seung Pil Choi
- Un Notaro: Alex Magri
Allestimento della Fondazione Arena di Verona
ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
La Sonnambula è senza dubbio alcuno un’opera dalla purezza e sentimentalismo quanto meno disarmanti. È esattamente quello che racconta, nulla di più e nulla di meno. Una trama che di per sé ha poco di interessante, non fosse altro che per la musica sublime che la accompagna. Così è che la riuscita della rappresentazione non può che essere affidata alla scelta stilistica della direzione e alle doti degli interpreti. Laddove non possono bastare la puntualità negli attacchi occorrerebbe quel guizzo di follia e il coraggio di dare maggior spazio alle doti interpretative dei singoli solisti. Ne è risultato che la bacchetta del maestro Francesco Ommassini abbia semplicemente contenuto il prodotto in una scatola. Allo stesso modo potrei dire della regia e delle scene di Hugo De Ana che propone una visione onirica del paesaggio e della popolazione svizzera che appartengono più all’immaginario che non alla realtà. Le scene sono di sicuro effetto se prese singolarmente, ma il variare delle proiezioni sullo sfondo senza che nulla cambi nel campo erboso in primo piano crea un certo sconcerto e senso di disorientamento. Bellissimi i costumi, ad opera dello stesso, anche se per il coro tutti uguali. Le proiezioni deficitano di precisione e di messa a fuoco in taluni quadri, in particolar modo negli ambienti naturalistici, stancando la vista e favorendo un certo torpore al quale non tutti gli spettatori possono resistere… ma questo accade spesso e in ogni dove.
Passando agli interpreti, buona la voce potente e ben proiettata del Conte Rodolfo portato dal basso Sergej Artamonov, imponente la presenza scenica e personaggio credibile. Elena Serra, mezzosoprano, veste i panni della mugnaia, madre di Amina, mostrando alcuni problemi di intonazione, pur intagliando un bel personaggio. L’Amina del soprano Gilda Fiume conferma le sue doti vocali dai colori invidiabili ma il suo personaggio è messo a dura prova da scelte registiche che talvolta dovrebbero trovare la giusta misura adattandosi alla fisicità degli interpreti. Il tenore Jesus Leon interpreta Elvino senza particolare enfasi tanto nel dichiararsi innamorato “prendi, l’anel ti dono”, così come nel mostrarsi afflitto dal presunto tradimento, e infine, nella ritrovata gioia. Tutti fino a qui ben configurati in una lettura dell’opera che ha fatto della Sonnambula un blando sonnifero dal quale ci si libera a tratti grazie all’intervento di Lisa del soprano Madina Karbeli che forse un po’ biricchinamente trova lo slancio per “disobbedire” alla deriva generale cui sembra destinata la rappresentazione. Suoni precisi, intonazione perfetta e voce ben proiettata che richiamano, ridestano e ripagano il pubblico dello sforzo. Corretti il basso Seung Pil Choi nel ruolo di Alessio e il tenore Alex Magri nel ruolo di un Notaro.
Molto bene l’orchestra e bene anche il coro preparato dal maestro Vito Lombardi, fatta eccezione per un tenore che svetta e stona come un cocuzzulo anomalo tra le –immaginarie- montagne svizzere.
Roberto Cucchi