NOVARA: i giovani e l’opera – Aida 5, 6 e 7 Marzo 2017

NOVARA: i giovani e l’opera – Aida 5, 6 e 7 Marzo 2017

  • 10/03/2017

Sembrerebbero due mondi tra loro così distanti: l’opera e i giovani. Parlare d’opera con chi non la conosce mette sempre un po’ a disagio, l’idea che aleggia tra i profani è quella che si tratti di un genere appannaggio di pochi ricchi impellicciati. La verità è che l’opera è cultura e come tale accessibile a tutti. Forse non in platea e alla premiere in teatri blasonati, ma di certo lo è in realtà più piccole come il Coccia di Novara, e non per questo di minore qualità. Ora, se è difficile parlare d’opera alle famiglie ancor meno potrebbe sembrare farlo ai giovani. Non è così! O meglio, non è così a patto che a parlargliene non sia il solito noiosissimo e silenzioso libro su cui studiare date e nomi da portare all’insegnante in cambio d’una sufficienza. Qui cito un aneddoto di Umberto Eco: “il miglior allievo non è quello che conosce a memoria tutti i nomi e le date storiche, ma quello che sa dove andarle a cercare nel caso ne avesse bisogno”. Ed è proprio questo il punto, quando è che nasce il bisogno di sapere? Io credo di non sbagliare nel dire che il bisogno di sapere nasce quando la persona è messa a confronto con l’esperienza diretta. Più semplicemente, saper calcolare l’area d’una forma geometrica può sembrare del tutto inutile, ma diviene assolutamente necessaria se si devono acquistare materiali per rivestirla. Di più, può risultare persino piacevole essere nelle condizioni di saperlo fare. Allo stesso modo, saper leggere le note di “Fratello sole e sorella Luna” per suonare il flautino all’unisono (si fa per dire), nel saggio di fine anno, può risultare per i più come qualcosa inutile, per non dire di imbarazzante. Altra cosa è selezionare 170 ragazzini, metterli di fronte ad una realtà professionale come un vero teatro, a confronto con un vero pubblico fatto si di coetanei e di genitori, ma non soltanto. E, soprattutto, alle prese con un capolavoro imponente come Aida. Insegnar loro a cantare, a recitare e ballare non è di poco impegno e mi viene da pensare, non sarà forse questa la radice di ogni risultato poi ottenuto dal sistema istruzione? Il disimpegno non paga, e mi si perdonino i toni ma a quegli insegnanti che non comprendono la missione nella loro professione, ebbene, che cambino mestiere!

 Qui si è fatto altro, si è cercato di coinvolgere tutti, a partire dai ragazzini e senza escludere nessuno, ivi compresi quelli cosiddetti più problematici e che sarebbe stato facile lasciare da parte per rendere le cose più facili, ma non è così che deve fare la scuola.

 Personalmente ho assistito a tutte le prove e a tutte le recite, ben quattro. Un’Aida in forma ridotta e rivisitata allo scopo di alleggerirla e di affidare un ruolo a questo coro grande per numero e piccolo per età. Poco più di un’ora per permettere ai protagonisti di misurarsi con un’esperienza professionale e agli spettatori di “digerire” facilmente ciò che altrimenti avrebbero con tutta probabilità rifiutato a prescindere.

 Ebbene, un risultato trionfale in cui si sono potute osservare una crescita rapida da parte dei giovani attori ed una partecipazione sorprendente da parte di un altrettanto giovane pubblico. Certo non è stato facile per nessuno, in primis per gli insegnanti… ancor meno per quelli di loro che in platea giocavano col telefonino durante lo spettacolo. Diversamente, il mio plauso va a tutti coloro che hanno messo l’anima in questo meraviglioso progetto e che di certo porteranno con sé il ricordo di un’esperienza che speriamo non resti unica.

 Un’iniziativa lodevole ed esemplare di quella che possiamo finalmente definire come buona scuola che ha visto coinvolte figure professionali come la compagnia Venti Lucenti, sotto la regia di Manu Lalli, il direttore del Coro delle scuole di Novara (5A primaria Coppino, 4B primaria Giovanni XXIII, 4 primaria San Vincenzo, 5A primaria Thouar,1D secondaria Bellini, 1C secondaria Hack, 1AB Galileo secondaria Immacolata, 1B secondaria Pajetta) Alberto Veggiotti, il Maestro Loris di Leo al pianoforte e alla direzione dell’Orchestra da camera Accademia Langhi, oltre ai giovani solisti Sunwoong Park nel ruolo di Radames, Kim Kyungwoo nel doppio ruolo di Amonasro e Ramfis, e alle interpreti di comprovata esperienza Natasa Kàtai nel ruolo di Aida e Sofia Janelidze in quello di Amneris. Non ultima, va ringraziata la Fondazione Onlus Teatro Coccia di Novara per la cooproduzione.

 Qualcuno tra i giovani protagonisti ricorderà questo evento come unico incontro con la lirica, qualcun altro potrebbe perseverare e tornare spesso a teatro o addirittura divenirne parte come artista o tecnico, ma quel che più importa è che tutti loro hanno potuto conoscerne la magica esistenza.

Roberto Cucchi

si ringrazia Mario Mainino per le fotografie

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