VERONA: Orlando Furioso – Antonio Vivaldi, 11 maggio 2022 a cura di Silvia Campana
Orlando Furioso
Dramma per musica in tre atti. Libretto di Grazio Braccioli, da Ludovico Ariosto
Musica di Antonio Vivaldi
Direttore Giulio Prandi
Regia Fabio Ceresa
Personaggi e Interpreti:
- Orlando Teresa Iervolino
- Angelica Francesca Aspromonte
- Alcina Lucia Cirillo
- Bradamante Chiara Tirotta
- Medoro Laura Polverelli
- Ruggiero Sonia Prina
- Astolfo Christian Senn
Scene Massimo Checchetto
Costumi Giuseppe Palella
Movimenti mimici Silvia Giordano
Luci Fabio Barettin
Orchestra, coro e tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Ulisse Trabacchin
Allestimento della Fondazione Teatro La Fenice in coproduzione con Festival della Valle d’Itria di Martina Franca
Teatro Filarmonico, 11 maggio 2022
La presentazione dell’Orlando Furioso di Antonio Vivaldi al Teatro Filarmonico di Verona si è rivelata una proposta interessante e non priva di una certa suggestione in quanto legata indissolubilmente al ricordo dell’indimenticabile spettacolo di Pier Luigi Pizzi del 1978 con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone e un importante cast capitanato da Marilyn Horne. Naturale dunque che, dopo quello spettacolo di riferimento, l’attesa fosse tanta anche se l’esiguo pubblico presente in sala sembrava incredibilmente non testimoniarlo.
Poche partiture come questa, che segnò peraltro quasi la partenza della Barocco Renaissance (se così si vuol definire) sono legate infatti ad un momento di grande felicità esecutiva per la città scaligera e risulta davvero sconcertante constatare come, a differenza dei teatri del resto del globo dove le recite di un qualsiasi titolo di questo repertorio accolgono numerosissimi appassionati e cultori, una proposta del genere non susciti grande partecipazione da parte del pubblico.
C’è da sperare che la grande tradizione musicale della città non debba in futuro esaurirsi all’interno di un anfiteatro sempre più circense e meno teatrale e che il pubblico veronese riprenda coscienza e posto all’interno di quello spazio privilegiato, quale il Teatro Filarmnico a tutti gli effetti è, che gli appartiene di diritto. Ma parliamo ora di questa produzione.
Il lavoro effettuato da Fabio Ceresa e qui ben ripreso da Federico Bertolani si concentra sulla lettura di uno spettacolo esteticamente convincente che risolve la chiave narrativa attraverso una semplice soluzione scenica (una semisfera rotante che mutua la sua immagine da luna a valva di conchiglia dorata) cui i bei costumi di Giuseppe Palella contribuiscono a donare movimento, simpatica ed ironica interpretazione (i servitori di Alcina) oltre che dinamico trasformismo (la bella metamorfosi del costume di Bradamante) e dove l’antico ed il moderno sembrano giocare felicemente a rimpiattino.
Certo, di fatto oggi il Barocco dovrebbe anche scenicamente sposare quello spirito che sembra renderlo più attinente alla sensibilità contemporanea ma la soluzione qui presentata si è rivelata nel suo complesso ben costruita e funzionale quanto snella e vincente.
Teresa Iervolino ha delineato un Orlando dalla vocalità bella, morbida e sostanzialmente corretta anche se la sua interpretazione non è riuscita a sollevarsi al di sopra di una composta misura professionale.
Francesca Aspromonte quale Angelica ha condito di ironia la sua giusta caratterizzazione, così come corrette sono risultate Chiara Tirotta quale Bradamante e Laura Polverelli nei panni di Medoro. Ben delineata teatralmente è apparsa poi l’Alcina di Lucia Cirillo mentre Sonia Prina quale Ruggiero risultava di giusta sensibilità espressiva anche se di non perfetto nitore tecnico. Professionale l’Astolfo di Christian Senn.
Una nota a parte per l’eccellente flautista Pier Filippo Barbano.
Giulio Prandi ha diretto con rigore e compostezza l’orchestra areniana su strumenti moderni, integrandoli ai suoni di un continuo storicamente informato con due cembali e tiorba, nell’edizione critica curata da Federico Maria Sardelli, riuscendo a trasmettere felicemente i guizzi di una partitura libera e dalla coinvolgente e dinamica attualità. Bene il Coro diretto da Ulisse Trabacchin.
Sala non gremita ma numerosi applausi e chiamate da parte del pubblico presente in sala ad interpreti e direttore.
Silvia Campana