Teatro del Giglio di Lucca – Simon Boccanegra – 4 Gennaio 2016
Simon Boccanegra
melodramma in un prologo e tre atti
libretto di Francesco Maria Piave, con aggiunte e modifiche di Arrigo Boito
dal dramma Simón Bocanegra di Antonio García Gutiérrez
musica di GIUSEPPE VERDI
direttore: Ivo Lipanovic
regia: Lorenzo Maria Mucci
Personaggi e Interpreti:
- Simon Boccanegra: Elia Fabbian (4 e 5 genn.)
- Amelia Grimaldi: Valeria Sepe (4 genn.) – Ilona Mataradze (5 genn.)
- Jacopo Fiesco: Roberto Scandiuzzi (4 genn.) – Andrea Concetti (5 genn.)
- Gabriele Adorno: Leonardo Caimi (4 genn.) – Ivan Momirov (5 genn.)
- Paolo Albiani: Gabriele Ribis (4 e 5 genn.)
- Pietr: Sinan Yan (4 e 5 genn.)
- Il Capitano dei Balestrieri: Antonio Pannunzio (4 genn.) – Vladimir Reutov (5 genn.)
scene: Emanuele Sinisi
costumi: Massimo Poli
disegno luci: Michele Della Mea
Orchestra della Toscana
CLT Coro Lirico Toscano
maestro del coro: Marco Bargagna
nuovo allestimento del Teatro di Pisa
coproduzione Teatro di Pisa, Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro Sociale di Rovigo
Secondo titolo della Stagione 2015-2016, primo del nuovo anno, giunge al Teatro del Giglio di Lucca, il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, opera tra le più intense e raffinate del catalogo verdiano. Opera complessa scaturita dalla penna di Antonio Garcìa Gutierrez e messa in libretto dal “librettaro” (così amava definirsi egli stesso) Francesco Maria Piave e successivamente “arrangiata” da Arrigo Boito, narra del dramma dell’ex-corsaro Simone Boccanegra. primo doge della Repubblica di Genova. Dramma all’insegna della passione politica, del rapporto conflittuale padri e figli, della vendetta e del perdono. e su tutto, la solitudine del soglio. Dramma dalla trama a dagli intrecci assai complessi che ne decretarono l’insuccesso prima alla Fenice nel 1857 poi a Firenze e alla Scala nel 1859, spingendo così il compositore a riscrivere l’opera.
Una trama certo non facile, dicevamo, che il giovane regista Lorenzo Maria Mucci, non sempre riesce a mettere bene a fuoco, in modo particolare per la troppa staticità nelle scene di insieme. L’Orchestra della Toscana mostra qualche lacuna, mettendo alla prova il Maestro Ivo Lipanovich, direttore musicale del Teatro Nazionale croato, che riesce comunque a gestire il tutto molto bene, con attacchi puntuali e precisi e dando ampio respiro agli interpreti sul palco. Buoni i costumi e le scene.
Come sempre più spesso accade c’è poco tempo per provare e, per qualcuno, poco per riposare fra un impegno e l’altro: Leonardo Caimi, Gabriele Adorno, paga con una forma non proprio smagliante le recenti recite nella Bohéme di Genova, mostrando qualche pecca d’intonazione, restano pur ottime le intenzioni, e nel complesso mantiene la sua consueta linea di canto elegante in una recita tutta in crescendo. Elia Fabbian, Simon Boccanegra, a causa di un indisposizione stagionale, sporca i suoni nella prima ottava e copre gli acuti. Valeria Sepe, Amelia, conferma le sue eccellenti doti affrontando il ruolo alla maniera belcantistica, cesellando con cura i piani come i forti, senza mai forzare. Memorabile la sua scena con Fabbian per impatto vocale e visivo. Performance strepitosa per questo ruolo maturato dopo la prima pisana e che, ne siamo certi, saprà ancor meglio padroneggiare. Ottima la prova di Roberto Scandiuzzi, Jacopo Fiesco, che inizia un po’ in sordina, ma poi esce nel ruolo con classe assoluta, intagliando un personaggio credibilissimo. Voce da vero basso italiano, senza forzature e tutta sul fiato. Gabriele Ribis, Paolo Albiani, mostra una buona forma ma poca dimestichezza con i ruoli da “cattivo”. Ottimo lo squillo di Sinan Yan (Pietro) le cui qualità vocali ci fanno ben sperare di poterlo riascoltare in ruoli più importanti. Discreto il coro.
Teatro pieno e serata di grande successo, non sono mancati gli applausi e le ovazioni per nessuno. Si replica il 5 Gennaio 2016.
La Redazione