CAGLIARI: Carmina Burana – Carl Orff, 13 agosto 2021
Carl Orff
Carmina Burana
cantiones profanae per soli, coro
coro di voci bianche e orchestra
direttore Julian Rachlin
- soprano Daniela Cappiello
- tenore Matteo Desole
- baritono Roberto de Candia
maestro del coro Giovanni Andreoli
maestro del coro di voci bianche Enrico Di Maira
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari
Cagliari 13 agosto 2021
Ultimo appuntamento da tutto esaurito (settecento posti disponibili per le norme anti-covid) di Classicalparco 2021 del Teatro Lirico di Cagliari. I Carmina Burana di Carl Orff hanno fatto l’en-plein.
Questa composizione, tra le più popolari del Novecento musicale, vide la luce a Francoforte nel 1937 e da allora la sua stella non ha smesso di brillare. La cantata scenica (coro, coro di voci bianche, soprano, tenore, baritono e in teoria anche la presenza di mimi e ballerini, in quest’occasione non prevista) si basa su una raccolta di poemi medioevali, opera di anonimi goliardi e clerici vagantes, di argomento di volta in volta solenne, bucolico, scherzoso, erotico (e quest’ultimo aspetto fu fonte di qualche problema con la censura nazista dell’epoca). Insieme ai Catulla Carmina (del 1943) e il Trionfo di Afrodite (1953) forma il trittico teatrale di Carl Orff.
La lingua dei Carmina Burana mischia latino, antico francese e medio-alto tedesco e lo stile musicale è altrettanto eclettico. Indubbiamente trascinante e coinvolgente, la partitura mescola con abilità folklore russo e ispanico, aromi orientali, richiami alle danze di corte rinascimentali e al cabaret tedesco, con addirittura echi del musical americano che verrà (probabilmente Rodgers e Hammerstein devono avere molto ascoltato i Carmina…). Così detto potrebbe suonare come un patchwork insostenibile e invece il mix funziona eccome e il risultato è tanto ricco di colori e accensioni quanto piacevolissimo e mai banale. Un’opera di assoluta originalità, pur avendo tratto ispirazioni ovunque fossero possibili, e sostenuta da un’indubbia capacità di orchestrazione nonché da una robusta – e colta – ispirazione musicale.
Sul podio della coinvolta e precisa Orchestra del Teatro Lirico, Julian Rachlin, violinista lituano con una solida carriera anche come direttore d’Orchestra, ha restituito con adesione danzante e infiammata (il celeberrimo “O Fortuna” iniziale e conclusivo), la policromatica scrittura di Orff, fatta salva ancora una volta la piuttosto invasiva amplificazione che causava bizzarri e financo suggestivi effetti stranianti. Ad esempio, dalla mia posizione, pur avendo il Coro frontale, ne udivo le voci arrivare dai lati.
Il Coro del Lirico, appunto, quanto mai protagonista nei Carmina, e preparato dal maestro Giovanni Andreoli ha offerto una prova encomiabile, non solo musicalmente ma anche come resistenza fisica. Chiusi nei gabbiotti di plexiglas, sotto i riflettori, in una soffocante serata di caldo umido, sono stati praticamente eroici. La domanda è: ma se sono tutti o vaccinati o tamponati, che senso ha rinchiuderli ancora in quelle piccole prigioni di plastica? E la stessa cosa vale per gli orchestrali.
Ottimo anche il contributo dei bravi cantori del Coro di voci bianche del Conservatorio “G.P. da Palestrina”, istruito da Enrico Di Maira.
Tra i solisti, eccellente Roberto De Candia, che ha messo sul tavolo l’esperienza di una rimarchevole carriera, musicalissimo e di notevole classe vocale nei suoi interventi. Altrettanto convincente, nel suo breve ma difficilissimo assolo, acutissimo e scoperto, il bravo e giovane tenore Matteo Desole, di timbro luminoso, che ha anche ottimamente sfruttato l’uso del falsetto. Il giovane soprano Daniela Cappiello, abbagliante nel suo abito di lamé dorato, ha fatto parimenti luccicare le doti di una voce cristallina, screziata di incantevoli, opalescenti iridescenze, abilmente gestita e proiettata.
Successo davvero al calor (considerando le condizioni climatiche) bianco, a corollario di una stagione estiva di successo per il Lirico.
Giulio Spadari