GENOVA: Die liebe der Danae – Richard Strauss, 16 aprile 2025 a cura di Silvia Campana
Die Liebe der Danae
Mitologia gaia in tre atti
di Richard Strauss
libretto di Joseph Gregor
Maestro concertatore e direttore Michael Zlabinger
Regia Laurence Dale
Personaggi e interpreti:
- Jupiter Scott Hendricks
- Merkur Timothy Oliver
- Pollux Tuomas Katajala
- Danae Angela Meade
- Xanthe Valentina Farcas
- Midas John Matthew Myers
- Erste König Albert Memeti
- Zweite König Eamonn Mulhall
- Dritte König Nicolas Legoux
- Vierte König John Paul Huckle
- Semele Anna Graf
- Europa Agnieszka Adamczak
- Alkmene Hagar Sharvit
- Leda Valentina Stadler
- Vier Wächter Domenico Apollonio, Bernardo Pellegrini/Davide Canepa (13, 16), Luca Romano, Andrea Scannerini
- Eine Stimme Valeria Saladino
Scene e costumi Gary McCann
Luci John Bishop
Coreografo e regista collaboratore Carmine De Amicis
Costumista collaboratore Gabriella Ingram
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS
Prima rappresentazione italiana della versione originale
con complessi artistici italiani
Teatro Carlo Felice, 16 aprile 2025
Un’occasione non comune quella offerta dal Teatro Carlo Felice di Genova che ha deciso di rappresentare, per la prima volta in Italia ed in lingua originale, Die liebe der Danae di R. Strauss.
L’opera, la cui idea originaria sorse a Strauss sul finire degli anni Trenta dietro ispirazione del poeta Hugo von Hofmannsthal, ebbe una genesi molto travagliata e subì parecchie e drammatiche battute d’arresto; infatti dopo la drammatica morte del suo caro amico e collaboratore il
compositore si trovò costretto a servirsi del lavoro di un altro scrittore, Joseph Gregor, che si basò sulla precedente bozza del poeta e la stessa prima rappresentazione della nuova partitura, che avrebbe dovuto poi svolgersi al Festival di Salisburgo nell’agosto del 1944 fu annullata a causa dell’attentato a Hitler ed alla conseguente decisione di Goebbels di chiudere tutti i teatri.
Dopo una prova generale, concessa in via del tutto eccezionale all’esclusiva visione di un numero ridotto di ospiti tra cui il compositore e dove egli si augurava di poter presentare nuovamente la Danae in tempi più felici e di pace, l’opera subì un’ulteriore battuta di arresto a causa della morte dello stesso Strauss nel 1949 e poté finalmente essere proposta al grande pubblico solo tre anni più tardi, il 14 agosto 1952, sempre a Salisburgo.
Una partitura dunque che, già dalla sua genesi, si connotava in modo particolare ponendosi come una delle poche del compositore tedesco di soggetto brillante (la trama occhieggia all’Orphée aux Enfers di Offenbach) sorta contestualmente alla sempre maggiore affermazione del partito nazista e dunque in una situazione politica sempre più angosciante e drammatica.
Il regista Laurence Dale con questo suo nuovo allestimento per il teatro Carlo Felice di Genova sembra partire, coadiuvato dal bel lavoro a scene e costumi di Gary McCann, proprio da questo paradosso creando uno spazio scenico delimitato da una frons scenae di settecentesco sapore entro la quale la figura di Strauss stesso, posto a tratti quale spettatore da un palco di proscenio della sua stessa opera a tratti figurante sul palcoscenico stesso, si muove tra le rovine di una città dilaniata dai bombardamenti che fa da sfondo/contenitore al tema mitologico narrato dal testo e poi animato dai personaggi attraverso un gustoso gioco dal sapore barocco dove mimi, danzatori ed evocative proiezioni concorrono a creare un’affascinante spazio delle memoria in cui realtà storica e sogno si scambiano spesso ruolo e funzione.
La partitura, attraverso una fitta selva di riferimenti stilistici che scivolano con mirabile equilibrio sfiorando Wagner e occhieggiando Mozart, giunge a creare un insieme omogeneo dove il tema centrale del trionfo del sentimento sull’avidità si afferma pienamente mediante una drammaturgia completa e totalizzante (III Atto).
Raffinato ed attento il lavoro con l’ottimo cast impegnato in palcoscenico dove ogni carattere veniva dettagliatamente tratteggiato con garbata leggerezza.
Angela Meade scolpisce felicemente il personaggio di Danae tramite fraseggio vario e diversificato, sicurezza tecnica e sapiente espressività. La robustezza del timbro poi riesce a divenire a tratti sospiro attraverso un canto sul fiato perfettamente dominato che le permette di affrontare con successo le difficoltà della sua parte.
Molto felice anche la prova di John Matthew Myers che, grazie alla vocalità sicura e ben cesellata in un canto sempre vibrante ed appassionato, porta al suo Mida tutte le titubanze che lo contraddistinguono e che rivelano le fragilità di un carattere usato e dominato da Jupiter.
Figura centrale nell’opera straussiana è quella del Re degli Dei cui Scott Hendricks dona una buona interpretazione anche se non sempre completa sotto un profilo vocale (Atto I) dove il bel timbro tendeva a tratti un po’ a sfibrarsi in acuto perdendo omogeneità.
Ottimo nel suo complesso il resto del cast: Timothy Oliver (Merkur), Tuomas Katajala (Pollux), Valentina Farcas (Xanthe), Albert Memeti (Erste König), Eamonn Mulhall (Zweite König), Nicolas Legoux (Dritte König), John Paul Huckle (Vierte König), Anna Graf (Semele), Agnieszka Adamczak (Europa), Hagar Sharvit (Alkmene), Valentina Stadler (Leda), Domenico Apollonio, Davide Canepa, Luca Romano, Andrea Scannerini (Vier Wächter) e Valeria Saladin (Eine Stimme).
Molto bene la direzione di Michael Zlabinger che è riuscito a ben dominare ed equilibrare l’orchestra genovese a contatto con la complessa e diversificata partitura.
Grande successo per questa virtuosa produzione genovese che il pubblico ha mostrato di premiare al termine attraverso numerosi applausi e chiamate per tutti gli interpreti ed il Direttore.
Silvia Campana