SASSARI: Falso tradimento – Marco Tutino, 28 giugno 2024 a cura di Loredana Atzei

SASSARI: Falso tradimento – Marco Tutino, 28 giugno 2024 a cura di Loredana Atzei

  • 01/07/2024

FALSO TRADIMENTO

Marco Tutino

Nuovo allestimento Ente de Carolis

PRIMA MONDIALE VERSIONE ITALIANA


Direttore d’orchestra Beatrice Venezi

Regia, scene e costumi Hugo de Ana

Personaggi e interpreti:

  • LOLA – VALENTINA MASTRANGELO
  • ELSA VON STAHL – ANNA PENNISI
  • GABRIEL JENSEN – DARIO DI VIETRI
  • HELMUT SCHULZE ROHR – MURAT CAN GUVEM
  • ARNO VON STAHL – GIORGIO CAODURO
  • RICHARD – MICHAEL ZEN
  • BARMAN –  GIANNI COSSU
  • RUFUS KROPP – TIZIANO ROSATI
  • SECONDO SOTTUFFICIALE – ANDREA DESSENA
  • TERZO SOTTUFFICIALE – ANTONELLO LAMBRONI
  • PRIMO SOTTUFFICIALE – DIEGO GHINATI
  • QUARTO SOTTUFFICIALE – PAOLO MASALA

assistente costumista Concetta Nappi

Coreografia Michele Cosentino

Assistenza regia Patrizia Frini

Luci Valerio Alfieri

Orchestra Ente de Carolis
Coro Ente de Carolis
Maestro del coro Francesca Tosi

Ente De Carolis, 28 Giugno 2024


Sassari porta in scena Falso tradimento, opera in due atti del compositore Marco Tutino.

Realizzata nel 2015 per il Teatro dell’Opera di Kiel su libretto di Luca Rossi e Wolfgang Haendeler in lingua tedesca, viene qui riproposta in italiano in un allestimento originale con la regia, i costumi e le scene di Hugo De Ana.

Il regista usa scene semplici e simboliche che il gioco luci preciso e coinvolgente di Valerio Alfieri anima sottolineando le atmosfere.

Quelle che sono semplici impalcature praticabili diventano i ponti della nave. Un binario che attraversa il palco e una cisterna piena di carbone ricostruiscono la sala macchine. Una trave di metallo movibile delimita spazi, crea situazioni, esalta la composizione scenica sul palco.

Nulla è lasciato al caso. Il risultato è un grande lavoro corale che coinvolge tutti. Dai protagonisti alle coreografie preziose di Michele Cosentino fino all’ultimo dei figuranti.

photo©Elisa Casula

Non esistono cambi di scena ma l’apporto di materiale scenico avviene a sipario alzato, con l’unica accortezza di smorzare le luci.

Tutto questo soddisfa la continuità senza pause dell’opera sottolineando l’aspetto filmico.

Il librettista è Luca Rossi…o, meglio, sceneggiatore. E che ci sia dietro uno sceneggiatore moderno è ben chiaro fin da subito. Dal filo narrativo tipicamente cinematografico, dallo studio profondo dei personaggi, dalla divisione dei ruoli e dall’uso delle masse.

Il tutto in stretta collaborazione con una musica densa, vibrante, a volte lirica con accenti veristi, in alcuni casi stridente, e poi ancora dirompente. Il M° Tutino trasforma in melodia ogni stato d’animo, ammantandolo di mille sfumature.

Una composizione che non risparmia al pubblico colpi di scena tenendolo avvinto, catapultato nella storia, fino al drammatico epilogo. In stato di grazia l’Orchestra Ente De Carolis, ricca di phatos e nuance, Diretta magistralmente, e con grande sensibilità, da Beatrice Venezi.

Una Direzione che sa essere trascinante ed esplosiva, ma che si rivela altrettanto accurata ed appassionante nelle parti più sentimentali.

La storia si basa su un fatto storico: L’ammutinamento di Kiel del 3 Novembre 1918.

La fine della prima guerra mondiale era prossima e le condizioni degli equipaggi nelle navi da battaglia Tedesche erano pessime. Turni di lavoro massacranti e razioni di cibo scarse che nell’incipit dell’opera vengono addirittura dimezzate.

photo©Elisa Casula

Sono le stesse premesse del film di Eisenstein: La corazzata Potemkin. Come nel film, l’aria di rivolta è nell’aria, serpeggia nella sala macchine, sebbene i marinai ancora non sappiano che gli Ufficiali più alti in grado li stanno guidando contro la Reale marina Inglese e verso una morte certa.

E su questo fatto si inseriscono le storie dei tre protagonisti: un Capitano con rigurgiti di coscienza, un fuochista maltrattato, e una donna che si divide tra i due uomini, amandoli entrambi. È una storia di tradimenti. Tradimento per una donna. Tradimento verso i propri compagni, e il proprio equipaggio. Tradimento anche verso sé stessi.

Tuttavia alla resa dei conti, con la morte di entrambi, i protagonisti maschili assurgono al ruolo di eroi, loro malgrado.

Il cast vocale è di livello alto. Tutti sfoggiano voce salda e chiara e dizione perfetta rivelandosi interpreti a tutto tondo capaci di coniugare buone capacità vocali ad un altrettanto buona recitazione. Su tutte spicca Valentina Mastrangelo nei panni di Lola. Voce ampia, melodiosa e piena, con una grande facilità nel registro acuto.

photo©Elisa Casula

Cominciano un primo atto un po’ in sordina il Capitano Arno Von Stahl interpretato dal baritono Giorgio Caoduro, e il fuochista Gabriel Jensen del tenore Dario di Vietri. Probabilmente l’emozione della prima mondiale ha giocato un brutto scherzo penalizzando all’inizio il volume delle voci.

Tuttavia entrambi nel prosieguo dell’opera hanno dimostrato ottime caratteristiche vocali, sia in volume che nel colore.

Il secondo atto è tutto in crescendo con Di Vietri che esibisce una voce corposa, potente e luminosa.

Il mezzosoprano Anna Pennisi interpreta con sentimento e impeto l’elegante e gelosa moglie di Arno. Voce dal colore chiaro ma dotata di una grande estensione, in grado di affrontare sia la tessitura alta sia di scendere vertiginosamente verso le più cupe noti gravi.

Eccellente il Rufus Kropp di Tiziano Rosati. Voce cavernosa da basso profondo unita all’autorevolezza interpretativa sia a livello vocale sia nella presenza scenica. Da vita ad un Ammiraglio cinico, incurante della vita dei suoi sottoposti che sa bene di sacrificare in una battaglia inutile. Truce e privo di pietà.

photo©Elisa Casula

Rosati, si rivela un vero trasformista capace di passare dai ruoli da buffo a quelli drammatici con grande professionalità tanto da essere irriconoscibile.

Basti pensare che nel Novembre del 2023 è stato acclamato nel ruolo di un Don Basilio esilarante.

Altro fiore all’occhiello di questa produzione è il Coro Ente de Carolis diretto dal M° Francesca Tosi.

Il canto si evolve dal lamento languido del primo atto ai motti rabbiosi del secondo. Fino ad innalzarsi in un inno alla pace e alla libertà sulle note dell’internazionale.

Esteticamente potente e bello il finale con un drappo rosso sangue che cala sui due uomini morti.

L’elemento di chiusa è rappresentato da Lola che nel suo avvolgersi nel sangue dei due uomini amati sembra quasi renderli immortali in quell’abbraccio metaforico.

Quasi come se potessero continuare a vivere in lei.

photo©Elisa Casula

Contribuiscono al buon esito dell’Opera Diego Ghinati, Andrea Dessena, Antonello Lambroni e Paolo Masala che interpretano rispettivamente Primo, Secondo, Terzo e Quarto Sottufficiale.

Completano degnamente il cast Gianni Cossu nella parte del barman e Michael Zeni nella parte di Richard.

Loredana Atzei

 

 

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