Strepitoso successo per il maestro Beltrami alla Essener Philharmoniker
Nella sua infinita grandezza è il cielo a colpire per primo l’occhio del viaggiatore che percorre le strade delle lande nordiche. Sarà per l’assenza di catene montuose vicine o lontane a spezzarne l’orizzonte, o per l’ampiezza delle strade e gli edifici bassi che lasciano aperta la vista su di esso, ma quel che è certo è lo spettacolo naturale che ne deriva. Gli stessi colori d’ogni cosa, dalla pitturazione delle case, delle auto, degli abiti e della natura rispondono in modo per così dire alieno, per noi mitteleuropei, alla luce solare che li irradia con una differente temperatura cromatica.
Dell’antica Hessen, appartenuta in epoca medievale alla Franconia e oggi il secondo centro per importanza della Ruhr, non è rimasto alcunché, e questo per i motivi storici che tutti conosciamo. Tutto è stato ricostruito secondo parametri di efficienza e di davvero “bello” c’è poco. Fanno eccezione ad esempio il villaggio Margarethenhöhe edificato per i dipendenti dal magnate dell’acciaio Krupp, organizzato in funzione della gerarchia degli occupanti, o il minuscolo e delizioso borgo antico di Kettwig dove è possibile apprezzare la cucina locale, nelle immediate vicinanze dell’importante centro industriale.
Non dunque una meta turistica di particolare rilievo, men che meno per trascorrervi il capodanno, non fosse che per la presenza del Maestro Matteo Beltrami alla direzione dell’ottima orchestra Essener Philarmoniker e dell’altrettanto ottimo Coro dell’Aalto Theaters sapientemente preparato dal maestro Jens Bingert.
Concerto lirico per il nuovo anno, nella splendida Alfried Krupp Saal, di repertorio tutto italiano. Il direttore artistico olandese Hein Mulders, dopo un breve intervento, ha estratto la bacchetta per dare il via al primo rullo di tamburi dell’Ouverture della Gazza ladra di Rossini annunciando così l’ingresso del direttore al quale ha subito ceduto il comando. Un inizio frizzante al pari dei fuochi d’artificio e dei botti per i festeggiamenti della notte appena trascorsa e da subito accolto con calorosi applausi e apprezzamenti da parte di un pubblico folto ed eterogeneo. Il soprano rumeno Cristina Pasaroiu ha fatto il suo ingresso in sorprendenti abiti vagamente innengianti il militaresco e facilmente riconducibili a La fille du régiment di Gaetano Donizetti dalla quale ha proposto una bella esecuzione dell’aria di Marie “Salut à la France”. Di seguito una magistrale prova del Coro dal Don Pasquale, sempre di Donizetti, nel “Che interminabile andirivieni”. È poi la volta del tenore portoghese Carlos Cardoso che ha voluto deliziare il pubblico interpretando con dovizia l’aria di Nemorino “una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore. Trasformata dall’abito da sera e da un décolleté di rara bellezza, tale da suscitare sonori moti d’apprezzamento, rientra il soprano per proporre l’aria di Norina dal Don Pasquale “quel guardo il cavaliere”. Poi ancora il Coro impegnato con Ruggero Leoncavallo nel “coro delle campane” da Pagliacci, e per finire con Donizetti il duetto Adina e Nemorino “Elisir caro! Siate mio!”, dove il direttore entra in scena con esilaranti gag che vanno dal condividere il magico intruglio con il tenore al canticchiare allegramente, il tutto condito da sonore risate di un pubblico ben riscaldato.
Verdi riapre dopo la pausa con l’Ouverture dai Vespri Siciliani seguita dall’aria di Elena “Mercè dilette amiche”, e nuovamente con il Coro impegnato nel “fuoco di gioia” dall’Otello.
Non poteva mancare Puccini in una delle sue più famose arie come quella di Rodolfo “che gelida manina” dalla Bohéme. E come non ricordare Mascagni se non dirigendo un memorabile Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana!
Poi ancora Verdi con la Traviata nell’aria di Violetta “è strano, è strano” e di nuovo il Coro con l’introduzione di Ernani “beviam Evviva!!”. Infine, a conclusione del programma, Puccini con “o soave fanciulla”, duetto Mimì e Rodolfo da La Bohéme.
Conclusione del programma ma non della serata che si è protratta ad oltranza tra applausi, standing ovation, chiamate continue alla ribalta tali da concedere bis da parte del coro con un “va pensiero” più che degno di nota e poi ancora con il “brindisi” dalla Traviata.
Duemila spettatori in piedi per venti minuti buoni non è cosa che si vede tutti i giorni! Un bell’inizio 2018 e un altro trionfo per il Maestro Beltrami che non smette mai di stupire e di divertire con la sua grande carica di simpatia.
Roberto Cucchi