Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”- LUCIA DI LAMMERMOOR – 19 febbraio 2016
LUCIA DI LAMMERMOOR
Gaetano Donizetti
Dramma tragico in due parti. Libretto di Salvatore Cammarano
dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott
Prima parte La partenza, in un atto solo
Seconda parte Il contratto nuziale, in due atti
Direttore: Stefano Ranzani
Regia: Henning Brockhaus
Ripresa da: Valentina Escobar
Personaggi e interpreti:
- Lord Enrico Ashton: Fabian Veloz
- Lucia: Ekaterina Bakanova, Gilda Fiume
- Sir Edgardo di Ravenswood: Alessandro Scotto di Luzio
- Lord Arturo Bucklaw: Matteo Desole
- Raimondo Bidebent: Enrico Iori, Luca Dall’Amico
- Alisa: Elena Traversi
- Normanno: Roberto Carli
Scene: Benito Leonori
da bozzetti di: Josef Svoboda
Costumi: Patricia Toffolutti
Luci: Henning Brockhaus
Coreografie: Valentina Escobar
Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Maestro del coro: Stefano Colò
Coproduzione
Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Regio di Parma
Teatro dell’Opera Giocosa di Savona
Allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Foto di scena, Jesi – Foto Binci
Teatro Comunale “Luciano Pavarotti”
Venerdì 19 febbraio 2016 – ore 20.00
Domenica 21 febbraio 2016 – ore 15.30
Durata dello spettacolo:
3 ore e 15 minuti, compresi due intervalli
Giovedì 18 febbraio ore 18
INVITO ALL’OPERA
Incontro con
Oreste Bossini critico musicale
Ingresso libero
Lucia di Lammermoor, il titolo più popolare di Gaetano Donizetti, è considerata una delle opere più rappresentative del melodramma romantico e una delle prove vocali più appassionanti del repertorio lirico. La tragedia, ambientata in Scozia nel Seicento, è incentrata sull’amore negato fra Lucia ed Edgardo i quali, ingannati, si credono l’un l’altro traditori. L’intreccio porta la protagonista alla pazzia, dopo aver ucciso Arturo, il marito sposato per ripicca, ed Edgardo al suicidio. Momento culminante dell’opera è la famosa scena della follia, uno stato d’animo al quale Donizetti ha dato veste musicale interrompendo la linearità melodica del soprano con il libero affiorare di reminiscenze drammatico musicali.
Lo spettacolo riprende un allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi dedicato al lavoro del geniale scenografo Josef Svoboda a dieci anni dalla morte. Autore di oltre settecento spettacoli per teatri quali il Metropolitan di New York e il Covent Garden di Londra, Svoboda è considerato un maestro delle luci e delle illusioni sceniche ed è stato fra i primi utilizzare la proiezione video in campo operistico. L’allestimento diLucia di Lammermoor, uno dei suo lavori più celebri in Italia, è stato ricostruito e messo in scena con la regia di Henning Brockhaus. Svoboda aveva immaginato per l’opera di Donizetti scene di notevole suggestione poetica che sono state fedelmente ricostruite a Jesi da Benito Leonori, già allievo e collaboratore dell’artista boemo. In scena, una grande pergamena stropicciata scorre lungo il muro del palcoscenico, rivelando, nascondendo e riflettendo personaggi ed azioni. Il tessuto ‘psicoplastico’ (termine coniato da Svoboda per identificare la tela con la doppia proprietà di riflettere le immagini proiettate e far trasparire i personaggi) si dispiega, diventando montagna, nuvole, mare, sudario immaginario che avvolge la follia di Lucia. Rispetto all’edizione originale, il nuovo allestimento dell’opera prevede nuovi costumi e nuove luci, e, inoltre, una regia – ha spiegato Henning Brockhaus – “meno realistica e più onirica, per rendere appieno il complesso mondo di Lucia. La protagonista ama e vive le sue emozioni con pienezza in un mondo di uomini che vivono in maniera unilaterale, pensando solo alla vendetta e alla brama di potere; Lucia viene condotta alla follia da inganni e giochi politici, ed è una figura ancora attuale e contemporanea”.