Verbania: MADAMA BUTTERFLY 14 luglio 2016
Madama Butterfly
Tragedia giapponese in tre atti
di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
- Madama Butterfly / Cio-Cio-San: Cinzia Forte
- Pinkerton: Ivan Defabiani
- Suzuki: Patrizia Patelmo
- Sharpless: Vladis Janson
- Goro, nakodo:Jorge Juan Morata
- Lo zio Bonzo: Elia Todisco
- Il Principe Yamadori: Lorenzo Malagola Barbieri
- Kate Pinkerton: Simona Di Capu
Maestro Del Coro: Mauro Rolfi
Orchestra: Carlo Coccia
Produzione Fondazione Teatro Coccia Onlus Novara
Centro Eventi Multifunzionale il Maggiore, 14 luglio 2016 – La serata ha inizio con Renata Rapetti, direttore generale del Coccia di Novara – teatro che da alcuni anni si è guadagnato un posto in primo piano nel panorama lirico italiano in virtù di scelte artistiche eccellenti e lungimiranti – che annuncia possibili malfunzionamenti scenici, causa il maltempo che ha impedito la prova generale e la sistemazione delle luci: “Potrebbe essere che qualche volta sarà Butterfly a cercare la luce, invece che essere la luce a seguirla”. Di fatto il maltempo non si è semplicemente limitato ad impedire la prova generale prevista per il giorno prima dello spettacolo, ma si è spinto sino alla quasi totale distruzione delle scene obbligando i tecnici a lavorare tutta la notte per tener fede alle date.
Alle 21.30 il Maestro Matteo Beltrami sale sul podio e comanda l’inizio della Butterfly di Giacomo Puccini. La temperatura è sotto al limite della sopportabilità, ci sono circa 15 gradi ed un forte vento che scende direttamente dalle Alpi italo-svizzere. Il pubblico si copre come meglio può, le mogli si stringono ai mariti, le mamme ai figli e chi è solo si stringe tra le spalle. Tutto lascia presagire che lo spettacolo verrà presto interrotto.
L’ ottima Orchestra Carlo Coccia comincia a suonare ma il vento incalza e soffia sui microfoni ambientali che ne amplificano l’impeto. Ma niente! Il direttore non si ferma e gli orchestrali lo seguono fedeli e puntuali. The show must go on, e lo spettacolo continua. La magia dell’opera ha inizio: entrano i solisti che affrontano il freddo a muso duro e cantano più che decorosamente, lo stesso fa il coro San Gregorio Magno così che palcoscenico e buca trovano un’intesa davvero lodevole. Durante il grande duetto d’amore del primo atto il vento mette fuori uso la luce che illumina il podio così che Beltrami poggia a terra la partitura e continua la recita dirigendo a memoria.
Siamo alla pausa e a notte inoltrata, il freddo non demorde. Immediatamente il pubblico si precipita al bar in cerca di qualcosa di caldo, e lo stesso faccio io. Nel frattempo i tecnici intervengono rimuovendo le quinte e risistemando le scene sospinte dal vento. Qualcuno si ritira all’interno rinunciando un po’ all’acustica, pochi sparuti abbandonano il teatro all’aperto che resta gremito di appassionati coraggiosi.
Siamo al secondo atto e non ci saranno più pause. L’incanto continua, le luci non sono poi così male e il vento si calma, ma la temperatura scende ulteriormente. Arrivano gli applausi per la vibrante interpretazione che il soprano Cinzia Forte fornisce dell’aria “un bel dì vedremo”, poi quelli per il colore brunito della voce del tenore Ivan Defabiani dopo “addio fiorito asil”. Contro ogni aspettativa il pubblico resiste e assiste a tutta la rappresentazione e pur provato e ormai libero di fuggire si intrattiene ancora a lungo per non far mancare il meritato riconoscimento anche a Valdis Janson, raffinato Sharpless, alla Suzuki un pò sopra le righe di Patrizia Patelmo, al disinvolto Goro di Jorge Juan Morata, al preciso Lorenzo Malagola Barbieri, al corretto Zio Bonzo di Elia Todisco, alla partecipe Kate di Simona di Capua e a tutti gli artisti che si sono esibiti e che hanno lavorato eroicamente alla produzione.
Un trionfo doppiamente dimostrato prima restando stoicamente sino alla fine, poi con il calore (più che opportuno date le condizioni climatiche) degli applausi da parte di un pubblico a cui rimarrà indelebile il ricordo della magia creata dalla poetica regia di Renato Bonajuto il quale, pur con qualche brillante intenzione incolpevolmente mancata e che avremo certo occasione di apprezzare nella seconda recita prevista per il 16 luglio, ha sfruttato al meglio la cornice naturale del lago confezionando uno spettacolo molto suggestivo.
Roberto Cucchi