VERONA: Galà Placido Domingo a cura di Silvia Campana
Arena di Verona, 06 agosto 2023
È stata una serata gradevole quella dedicata dalla Fondazione Arena di Verona a Placido Domingo nella quale, al di là della prestazione vocale del celebre tenore, ne venivano ricordati la carriera, la popolarità e l’indubbio carisma, finalmente riemersi quest’anno, dopo un periodo difficile, praticamente intatti.
Il Gala, centrato sulla figura dell’artista, prendeva concretamente corpo come un grande ed interessante ‘concertone’ che, attraverso alcune tra le voci più interessanti della nostra realtà musicale, presentava un programma diversificato ed eclettico che spaziava dal Belcanto al Musical per giungere alla Zarzuela, mantenendo un ritmo tanto incalzante quanto accattivante e coinvolgente.
Angelo Villari (in sostituzione del previsto Yusif Eyvazov), una delle giovani vocalità indubbiamente più interessanti del momento, era impegnato in alcune tra le più popolari pagine tenorili (“Vesti la giubba” da Pagliacci”, “Di quella pira“ da Il Trovatore ed il duetto dell’ultimo Atto da La forza del destino insieme al festeggiato) risolvendole con misurato mestiere con il bel timbro ed un’attenta sensibilità espressiva.
Il soprano Mariangela Sicilia confermava con la romanza di apertura di Adriana Lecouvreur (“Io son l’umile ancella”) una teatralità raffinata che, attraverso un giusto uso della vocalità, giungeva a scolpire felicemente il suo personaggio. Ottima anche la sua interpretazione di Leonora nel Duetto dell’ultimo Atto da Il Trovatore (“Udiste“) con Domingo.
Molto bene Giulia Mazzola (“Quando men vo”) nel valzer di Musetta da La Bohème e Amartuvshin Enkhbat nel Prologo dai Pagliacci (nonostante una non felice idea registica lo facesse avanzare cantando nella gigantesca platea areniana, con le prevedibilissime conseguenze acustiche che venivano a tratti a penalizzarne la prestazione).
Presenza eccellente quella di Michele Pertusi (“O tu Palermo“ dai verdiani Vespri siciliani e “Udite udite o rustici“ da L’elisir d’amore ) e quella preziosissima di Jessica Pratt (“Ah non credea mirarti, Ah non giunge“ da La Sonnambula di Vincenzo Bellini e l’irresistibile “Glitter and be Gay“ da Candide di Leonard Bernstein) che ha saettato sopracuti con straordinaria facilità portando all’entusiasmo il pubblico areniano.
Ma veniamo ora al protagonista della serata sul quale erano concentrate tutte le attenzioni ed i timori.
L’artista è apparso decisamente in forma rispetto alle sue ultime apparizioni areniane e non solo vocalmente ma altresì per il vigore e la consumata classe interpretativa.
Il timbro si mantiene di bel colore e l’accento vigoroso e, nonostante alcuni problemi di memoria durante il duetto da “La forza del destino” rischiassero di comprometterne il rendimento, Domingo sembrava combatterli con grinta e determinazione giungendo al termine davvero dignitosamente. Impegnato in “Nemico della patria”da Andrea Chénier di Umberto Giordano e di seguito nei due duetti già sopra citati, il tenore giungeva poi al suo repertorio ora più congeniale donando con il duetto “Tonight” insieme a Daria Rybak da West Side Story di Leonard Bernstein, il successivo “Dein ist mein ganzes Herz” da Das Land des Lächens di Franz Léhar e, ormai suo cavallo di battaglia, “No puede ser” da La Tabernera del puerto di Pablo Sorozábal un esempio ancora oggi, ad 82 anni dichiarati (sic!) di morbidezza, canto sul fiato (quando lo assiste) ed uso del fraseggio.
Certo, la malinconia non mancava quella sera ma neanche l’affetto nei confronti di questo anziano signore che con grande padronanza e stile ha provocato una spontanea standing ovation da parte del pubblico al quale Domingo ha donato due bis,“Granada” di A. Lara e “O sole mio” di Di Capua, Mazzucchi insieme con tutti gli altri solisti.
Francesco Ivan Ciampa ha ben diretto il Gala e guidato l’orchestra della Fondazione nei due brani orchestrali presentati : il Preludio dal verdiano Attila ed il trascinante Intermedio da La Boda de Luis Alonso di Gerónimo Giménez.
Una gran bella serata areniana che sarebbe stata perfetta per un meritevole congedo da questo orgoglioso ed ardito hidalgo, ma la sua presenza è stata già confermata per il prossimo anno anche se con un programma incentrato sulla musica e la tradizione spagnola e (forse) va bene così.
Silvia Campana