Teatro Goldoni di Livorno: AIDA 12 Marzo 2016
AIDA
OPERA IN QUATTRO ATTI
su libretto di Antonio Ghislanzoni
musiche di Giuseppe Verdi
Direttore: Marco Boemi
Regia e scene: Franco Zeffirelli
Personaggi e interpreti:
- Aida: Donata D’Annunzio Lombardi, Valentina Boi
- Radamès: Dario Di Vietri, Roberto Iuliano
- Amneris: Giovanna Casolla, Sanja Anastasia
- Amonasro: Sergio Bologna, Ivan Marino
- Ramfis: Elia Todisco
- Il Re d’Egitto: Paolo Pecchioli
- Una Sacerdotessa: Sofia Janelidze
- Un Messaggero: Michele Cerullo, Emanuele Bono
Costumi: Anna Anni
Coreografia ripresa da Claudio Ronda
Compagnia Fabula Saltica
Orchestra Filarmonia Veneta
Coro Lirico Amadeus
Maestro del Coro: Giorgio Mazzucato
Coproduzione Teatro Sociale di Rovigo, Teatro Goldoni di Livorno, Teatro di Pisa
Eccomi di ritorno nella splendida e complicata cittadina di Livorno: fa piacere rincontrare volti noti e stringere la mano a personaggi storici e straordinari come Alberto Paloscia, direttore artistico del Regio Teatro Goldoni. Fu proprio nel circuito toscano, con la straordinaria produzione in opera studio di una magica e irripetibile Napoli Milionaria condotta dal talentuoso Matteo Beltrami e diretta magistralmente dal regista Fabio Sparvoli e che valse il prestigioso premio Abbiati quale miglior iniziativa dell’anno, che ebbi occasione di apprezzare le doti di Dario Di Vietri nel ruolo da protagonista di Errico Settebellizze. Da quel giorno è stato tutto un susseguirsi di successi in ogni dove, sfidando e affrontando ruoli via via sempre più impegnativi come Radames, Don Josè, Cavaradossi, Turiddu e Calaf, in interessantissime cornici come l’Arena di Verona nella passata stagione, della quale è stato protagonista assoluto. Devo dire ottima questa sua nuova prova, tutta in crescendo, in special modo nel terzo e quarto atto, dove oltre ad un buon fraseggio all’insegna di un’italianità che si sta purtroppo perdendo, alla buona proiezione dei suoni e alla freschezza di una voce giovane, si è aggiunta quella sicurezza che il ruolo del condottiero richiede.
Aida, Donata D’Annunzio, conferma la sua professionalità tanto vocalmente, quanto scenicamente, incontrando il favore del pubblico che la ripaga con sonori e meritati applausi.
Giovanna Casolla, Amneris, merita tutta l’ammirazione possibile per il personaggio che è stata e che ancora gestisce con singolare maestria. Fermo restando la mia opinione già espressa in quel di Rovigo, in cui dissi che “per quanto ci si possa sforzare, un violino resta pur sempre un violino”, a sottolineare che un soprano mai dovrebbe interpretare un ruolo da mezzo. Ci vogliono comunque dedizione assoluta e volontà ferrea per rimettersi in discussione e affrontare la scelta di un ruolo così impegnativo. Qualche piccola pecca gliela si può perdonare, anche in virtù d’una interpretazione attoriale di tutto rispetto. Impressionante il sovracuto “anatema su voi”, e per la bellezza del suono, e per la sua durata, che ha entusiasmato il pubblico e lo stesso scrivente, tanto da fermare la rappresentazione oltremisura con un lunghissimo applauso.
Sergio Bologna è Amonasro, e quando dico “è” non intendo soltanto che lo interpreta! Dalla platea all’angolo più remoto del loggione, l’intero teatro viene pervaso dalla sua voce sicura, rotonda e ricca di armonici.
Benissimo Elia Todisco (Ramfis), Paolo Pecchioli (Re d’Egitto) e la Sacerdotessa di Sofia Janelidze. E pure due parole vanno spese per il giovanissimo e promettente tenore Michele Cerullo nel ruolo del Messaggero, che vorrei incontrare in ruoli più importanti.
Della regia di Franco Zeffirelli, si sono già sprecate lodi e appunti, ma aggiungerei, avendo personalmente già collezionato la presenza su sei recite, forse un tantino troppo didascalica.
Bene la direzione di Marco Boemi, anch’egli già ampiamente recensito. L’Orchestra Filarmonia Veneta fa quel che gli si dice di fare e il Maestro ottiene, malgrado la repentina sostituzione di alcuni elementi e ben poco tempo per provare, quei tempi e quei colori che ha voluto imprimere a questa produzione.
Avrei voluto assistere per intero alla recita del secondo cast, e mi trovo colpevolmente a poter parlare soltanto di primo e secondo atto. Ciò non di meno, non potrei esimermi dal farlo, se non altro per il debutto nel ruolo del titolo del soprano Valentina Boi. Non credo troverà smentita il fatto che sia stata proprio la sua Aida l’unica e vera rivelazione dell’intera produzione. Già incontrata nel ruolo di Giulietta in Les contes d’Hoffmann (anche qui, opera studio di L.T.L. per i teatri di Pisa, Livorno, Lucca, Novara) oltre che nel ruolo del Gatto nel Pinocchio della compositrice russa Natalia Valli, per l’apprezzabile regia di Renato Bonajuto e la direzione di Alexey Nikonov, che contiamo di rivedere presto sul podio. Valentina si è esibita mostrando acuti sicuri, bellissimi piani e una linea di canto omogenea. Sull’inizio visibilmente emozionata, almeno per chi la conosce un po’ più da vicino, si è subito ambientata dando prova d’una professionalità che non si può certo dare per scontata. Il consenso del pubblico non si fa attendere oltre la prima aria.
Sold-out, o quasi, per entrambe le recite. Applausi generosi anche a scena aperta sia per Dario Di Vietri che per Valentina Boi, così come per l’amatissima Giovanna Casolla. Domanda: perché, visti i risultati al botteghino, non prevedere la terza rappresentazione?