ROVIGO: Rigoletto 17 dicembre 2016

ROVIGO: Rigoletto 17 dicembre 2016

  • 19/12/2016

RiGOLETTO

opera in tre atti
libretto di Francesco Maria Piave
dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse

musica di Giuseppe Verdi

Edizioni Edwin F. Kalmus & Co., Inc. Music Publishers – Boca Raton, Florida

Maestro direttore e concertatore: Gianna Fratta

Regia: Federico Bertolani

personaggi e interpreti:

  • Duca di Mantova: Roberto Iuliano, Pablo Karaman
  • Rigoletto: Elia Fabbian
  • Gilda: Desireé Rancatore, Venera Protasova
  • Sparafucile: Antonio Di Matteo, Francesco Palmieri
  • Maddalena:  Sofia Janelidze
  • Giovanna: Elena Rosolin
  • Conte di Monterone: Ivan Marino
  • Marullo: Romano Franci
  • Matteo Borsa: Luca Favaron
  • Conte di Ceprano: Paolo Bergo
  • Contessa di Ceprano / Paggio Usciere di corte: Simonetta Baldin
  • Usciere di corte: Riccardo Ambrosi
Scene: Giulio Magnetto
Costumi: Mirella Magagnini
Orchestra Filarmonia Veneta
Coro Live

Maestro del Coro: Flavia Bernardi

Allestimento del Teatro Sociale di Rovigo Coproduzione Teatro Sociale di Rovigo e Teatro di Pisa

Rovigo, 17 Dicembre 2016

Come di mia consuetudine inizio con una breve e purtroppo lamentevole nota di viaggio. Se mai vi venisse in mente di recarvi in quel di Rovigo non fate affidamento su Trenitalia, e men che meno fatelo sulla tratta in partenza da Verona. Il minimo che vi possa capitare è di trovarvi seduti su di un’unica carrozza che definire sporca sarebbe un eufemismo fin troppo generoso. Trattasi in realtà di un residuato indefinibile con locomozione a gasolio. Se ne esce frastornati dal chiasso e intossicati dalle esalazioni. Questo ammesso e non concesso che vi porti a destinazione, e pare non sia stato solo un caso il mio, in cui il treno si è piantato in aperta campagna senza che nessuno sapesse dire se e come le Ferrovie ci avrebbero tratti dall’impiccio. Inutile dire quanto la situazione sia vergognosa, inutile dire anche che di qualcuno deve pur essere la responsabilità della situazione di isolamento in cui si trovano i paesi sulla suddetta tratta ferroviaria. Gli incidenti capitano, la negligenza è altra cosa.

prova generale

Arriviamo a Rovigo e al Rigoletto prodotto dal Teatro Sociale già recensito in quel di Pisa (qui) e voluto dal precedente direttore artistico e direttore d’orchestra, il maestro Stefano Romani. Teatro forse a due terzi della capienza massima, nonostante la presenza di stelle come Desireé Rancatore che ha ben interpretato il ruolo di Gilda tra una recita e l’altra nel ruolo di Violetta in Traviata al Carlo Felice di Genova, confermandosi quale grande artista, di Elia Fabian nel ruolo del titolo la cui voce e attorialità sono una garanzia. Roberto Iuliano nel ruolo del Duca è colto da malessere, come annunciato nella pausa, ma accetta di procedere nella recita e lo fa dignitosamente se pur con qualche difficoltà e vistosi colpi di tosse. Benissimo lo Sparafucile di Antonio Di Matteo, basso straordinario dalla voce profonda e potente. Ottima, ma come sempre, causa conflitto di interesse, lascio ad altri le valutazioni del caso, la Maddalena di Sofia Janelidze, Bene anche Ivan Marino nel ruolo di Monterone, Giovanna interpretata da Elena Rosolin, Marullo di Romano Franci, Matteo Borsa di Luca Favaron, il Conte e la Contessa di Ceprano rispettivamente Paolo Bergo e Simonetta Baldin, un usciere di Riccardo Ambrosi e per finire il paggio di Nicoletta Baldin.

prova generale: Elia Fabian e Venera Protasova

Ottimi l’Orchestra Regionale Veneta egregiamente diretta dalla maestra Gianna Fratta impegnata già per la mattina successiva in Senato per il concerto natalizio, e nuovamente di ritorno la sera stessa per la seconda recita. Benissimo  il Coro Lirico Veneto preparato dalla maestra Flavia Bernardi.

Come spesso accade per gli svariati tentativi di portare innovazione alla regia tradizionale, questa trasposizione fuori dal tempo di Federico Bertolani, molto apprezzata dal pubblico pisano non è piaciuta almeno ad una parte del pubblico che in sede di applausi finali ha voluto far pesare la propria disapprovazione. Per quanto in linea generale mi trovi in accordo sul rispetto delle indicazioni dell’autore, posso dire che le variazioni e gli ammodernamenti, quando sensati e di buon gusto, meritino di venire rappresentate. Presumo a tal punto, che sempre e solo per quella parte di pubblico, non siano piaciute né le scene di Giulio Magnetto, né i costumi di Mirella Magagnini. Non sono invece mancati gli applausi per tutti gli interpreti, ivi incluso il tenore Roberto Iuliano, che si è scusato con il pubblico che ha saputo mostrare comprensione e affetto. In fondo, non va dimenticato che anche i cantanti sono persone e che come tali possono anche soffrire di alti e bassi e mali di stagione. A lui vanno i migliori auguri per una rapida guarigione.

Roberto Cucchi

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