GIANNI SCHICCHI e SUOR ANGELICA, Baveno, 25 agosto 2017
LA PIETRA RACCONTA
STONE ON STAGE, nella terra dei Graniti dei Laghi
Gianni Schicchi e Suor Angelica
musiche di Giacomo Puccini
Direttore d’Orchestra: Aldo Salvagno
Regia: Renato Bonajuto
Personaggi e Interpreti:
- Gianni Schicchi: Sergio Bologna
- Lauretta: Sujung Wang
- Zita: Mae Hayashi
- Simone: Gabriele Bolletta
- Rinuccio: Vladimir Reutov
- Gherardo: Riccardo Benoldi
- Nella: Leonora Tess
- Betto: Daniele Piscopo
- La Ciesca: Fabiola Amatore
- Marco: Emil Abdullaiev
- Ser Amantio di Nicolai, notaio: Michele Perrella
- Maestro Spinelloccio: Damiano Colombo
- Guccio: Gian Maria Ferraris
- Pinellino: Damiano Colombo
- Gherardino: Gian Maria Ferraris
- Suor Angelica: Maddalena Calderoni
- Zia Principessa: Mae Hayashi
- Badessa: Eleonora Filipponi
- Suor Genovieffa: Sayaka Hashimoto
- La suora Zelatrice: Fabiola Amatore
- Suor Dolcina: Francesca Mercuriali
- Suor Osmina: Tina Trotta
- Suor Infermiera: Eriko Hashimoto
- Una Cercatrice: Annalisa Ferrara
- Una Cercatrice: Valentina Garavaglia
- Una Conversa: Leonora Tess
- Una Conversa: Eriko Hashimoto
- Una Novizia: Valentina Garavaglia
ORCHESTRA FILARMONICA DEL PIEMONTE
Ecco un esempio di come l’arte, quella con la maiuscola, riesce sempre a dar prova di sé. Ci riesce malgrado tutte le avversità, in primis il “nostro tempo” così poco attento agli eventi ed ai talenti in campo. E pur si muove! Mi si consenta di parafrasare Galileo Galilei al termine della sua abiura dell’eliocentrismo nei giorni dell’inquisizione. Oggi come allora sembra che il centro dell’attenzione si sia focalizzato su di un “falso positivo”, rappresentato dalle grandi realtà che per antonomasia dovrebbero costituire una garanzia, ma che così non è più. Mi riferisco, per essere preciso, a tutte quelle rappresentazioni che vanno in scena nei grandi teatri, che dispongono di ingenti capitali e di cast stellari, e che, vuoi per un motivo o per l’altro, lasciano spesso l’amaro in bocca a quella parte di pubblico che oggi come allora conosce bene la verità su quale sia la posizione esatta del sole.
Così è che sempre più spesso ci troviamo ad assistere a illuminanti rappresentazioni teatrali in luoghi insospettabili, al limite della clandestinità e che poeticamente amerei definire quasi segreti, ad uso esclusivo di una vera e propria élite disposta a tutto in cambio della verità, in attesa che l’istituzione del Teatro spalanchi le porte ai veri talenti.
Ben vengano quindi le iniziative come questa, ad opera del soprano Maddalena Calderoni, oltre che interprete della pucciniana Suor Angelica, organizzatrice di questo evento non convenzionale. Proprio su questo “non convenzionale” pongo l’accento perché è da qui che scaturiscono quegli stimoli e l’energia necessari alla creatività e al genio. A tutti può venire in mente di utilizzare uno spazio industriale quale location, non saranno né i primi né gli ultimi ad averlo fatto, ma fare bene è altra cosa. Non c’è genio in chi dispone di ogni mezzo per realizzare un progetto, bensì in chi dal nulla è in grado di porre in essere un mezzo capace di trasportare il pubblico a destinazione. Alla base un’Opera Studio di richiamo certo per i giovanissimi, e naturalmente l’intervento di veterani del teatro disposti per amore a dare il meglio. Mi riferisco alla preziosa regia di Renato Bonajuto, un faro in un mare tempestoso o alla disponibilità del baritono Sergio Bologna, qui un esilarante Gianni Schicchi.
Dal bene al benissimo il folto numero di interpreti che vanno dalle giovani promesse come il soprano Leonora Tess, Nella nel Gianni Schicchi e Una Conversa in Suor Angelica, per arrivare al già conosciuto baritono Daniele Piscopo nonché brillante Betto in Schicchi, dove ritroviamo il tenore Vladimir Reutov nel ruolo di Rinuccio. Interessante Lauretta quella del soprano Sujung Wang, così come il soprano giapponese Mae Hayashi impegnata nel doppio ruolo di Zia Principessa e Zita.
Buona prova dell’Orchestra Filarmonica del Piemonte ottimamente diretta dal Maestro Aldo Salvagno.
A tutti quelli non meglio menzionati e presenti in locandina vanno i complimenti e un sentito in bocca al lupo oltre all’invito personale a non demordere nel dedicarsi ad un approfondito e continuo studio.
Roberto Cucchi