INTERVISTA: NINO MACHAIDZE, UN’ARTISTA COMPLETA
La storia dell’opera ricorda un sacco di storie di cenerentole, che dal nulla, solo grazie al loro talento e motivazione immensa, sono entrate a far parte del firmamento! Uno di queste è la storia di un giovane soprano, Nino Machaidze. È venuta in Italia dalla sua patria, la Georgia, a 21 anni e lo stesso anno è salita sul palcoscenico della Scala accanto a grandi star come Leo Nucci nel Rigoletto! A 23 anni ha sostituito Anna Netrebko al Festival di Salisburgo come Juliette. Si va da un grande debutto ad un altro nei più importanti teatri d’opera del mondo e con la maggior parte dei ruoli importanti: il mondo della lirica ha aperto le sue braccia e abbracciato una nuova stella!
Nella scorsa stagione ha debuttato alcuni ruoli molto importanti, compresi quelli che potevano risultare un po’ “pesanti” per quel repertorio di prima. Come affronta questo cambiamento?
Si, nell’ultima stagione ho avuto sei debutti. Ho iniziato con La Traviata a Los Angeles, subito dopo ho cantato Luisa Miller, poi Il Viaggio a Reims, Carmen, La gazza Ladra e adesso siamo a Vasco de Gama, che praticamente sarebbe il sesto debutto. Si, sto aggiungendo diversi nuovi ruoli. Negli ultimi anni ho sentito che la mia voce è diventata più lirica, il centro si è molto ingrandito, quindi sto aggiungendo ruoli più lirici al mio repertorio. Questo senza però abbandonare il bel canto e i ruoli rossiniani… per quanto riguarda Luisa Miller devo dire che nonostante sia uno dei ruoli più impegnativi di questo repertorio, mi ha dato grande soddisfazione, così come La Traviata e La Gazza Ladra (seicento pagine di grande musica!). Posso dire che ora mi trovo molto bene, comoda e a mio agio in questo repertorio.
È difficile, nella stessa stagione, cantare ruoli tanto diversi… ha un approccio e diverse tecniche per Verdi, Rossini etc. ?
Io canto tutto assolutamente con la stessa tecnica perché penso che la tecnica sia una e unica, basata sul fiato e sulla giusta respirazione. Questa è una cosa fondamentale, ma bisogna pensare bene anche a non accettare mai ruoli inadatti alla propria voce. Io penso molto al repertorio e mi è capitato spesso di rifiutarne, per esempio ho rifiutato Anna Bolena, perché penso che sia ancora presto per me, e lo stesso per Donna Anna e altri ruoli che possono aspettare ancora un pochino.
La cosa bella è che ora posso alternare ruoli lirici a ruoli rossiniani e penso che praticamente, in questo modo, la voce non perderà mai la sua elasticità e manterrà il registro sempre alto.
Riguardo alla preparazione, essendo questi debutti tutti così vicino tra loro, non ho avuto il tempo per finire un’opera per poi passare alla successiva. Praticamente, finita una produzione sono già nella successiva e devo già sapere il ruolo. Quindi, mentre canto un ruolo studio la parte che poi arriverà.
Per quanto riguarda la preparazione non faccio nulla di diverso, sia che si tratti di Rossini o di Verdi… la preparazione è assolutamente identica, la tecnica identica…, non faccio mai nulla di diverso. Io penso che se il ruolo è adatto alla voce, per le corde vocali, alla vocalità, allora viene anche naturalmente.
Ha costruito la sua immagine attorno a ruoli innocenti, di fanciulle gioiose… ora vedo nel Suo repertorio personaggi femminili più complessi come i Tailandesi, Violetta, Luisa… Quali ruoli le danno più soddisfazione come artista?
Penso che questi ruoli ora siano più adatti alla mia età e a questo momento della mia carriera, li trovo più interessanti. Ho 32 anni, e ho già fatto moltissime Gilda, tantissime Romeo e Giulietta… e adesso sono molto più pronta per cantare ruoli di donna molto più adulta e matura, anche dai caratteri molto più tristi, lirici, che chiedono anche più drammaticità. Per esempio, prendendo sempre Luisa Miller e altre parti, sento che la mia vocalità trova maggior spazio… e anche per quanto riguarda l’interpretazione siano per me molto più interessanti. Ma faccio anche ruoli, diciamo così, più scherzosi e li trovo anche interessanti. Ho fatto la Contessa di Folleville, nel Viaggio a Reims… una contessa veramente pazza, come dice anche il nome… “lei è folle…”
Ricordo molto bene Donna Fiorilla a Vienna, era così dolce e divertente…
Si anche Fiorilla… quindi faccio anche la Contessa molto folle, e la Gazza Ladra. Erano i momenti molto innocenti, molto carini… e anche i ruoli che sto facendo adesso: Ines, una delle due donne principali (Ines-soprano e Selica-mezzosoprano), e poi Vasco, tenore interpretato da Roberto Alagna. Ines come fosse Gilda, una ragazza poco più che quindicenne innamorata di Vasco. Col tempo matura e diviene una donna adulta e finisce con sposare un altro. Ovviamente riesce a farlo, ma soltanto per amore…
È interessante recitare ruoli come questo, ma quello per cui non vedo l’ora è Mimì, che arriverà a Maggio 2016 a Los Angeles. Non vedo l’ora, penso che il mio cuore esploderà cantando questa parte.
… e non avverte dentro di sé la contraddizione dei due differenti caratteri, dopo essere stata una delle migliori Musetta,trasformarsi in Mimì?
Penso che non sarà assolutamente difficile. Mimì è in assoluto il ruolo che voglio fare adesso, penso di aver raggiunto la giusta maturità, come donna, come cantante e vocalmente. Adesso è il momento !
Lei viaggia molto e spesso è tornata in alcuni teatri dove ha avuto un grande successo, come ad esempio Los Angeles… c’è una città preferita, una casa preferita?
Si, Los Angeles è uno dei miei posti preferiti in tutto il mondo! Ho debuttato nel 2009 e da allora ci torno ogni anno, a volte anche due volte. Per esempio l’anno scorso ho chiuso la stagione con Thais e ho riaperto quella nuova con La Traviata. Mi piace molto anche Liceo di Barcellona dove tornerò l’anno prossimo con Thais, e non vedo l’ora! Due anni fa ho fatto il Turco in Italia, incinta di otto mesi e due settimane… e ora torno con Thais con il Maestro Placido Domingo. Anche Thais è una delle mie opere preferite anche se tra le più difficili per il modo in cui è scritta. È drammatica e lirica, è acuta, è bassa… è tutto! Tantissima musica e un registro infinito. È una delle musiche più belle che esistono…
Posso poi parlare della Scala, che è praticamente casa mia! È il teatro dove sono nata come cantante e il teatro dove torno ogni volta e sono molto felice. Ci sono molti teatri che potrei nominare, e molte città dove torno volentieri e dove sto bene.
C’è un ruolo che sogna, uno che non potrebbe cantare in questo momento ma al quale si ispira per il futuro, per sviluppare voce e carattere?
Non lo so sinceramente, perché i ruoli che volevo fare li sto già facendo! I ruoli che sognavo erano La Traviata, e l’ho fatta! Mimì, e la farò tra qualche mese, Manon che farò l’anno prossimo… ci saranno poi altri ruoli che aggiungerò in futuro come la Contessa nelle Nozze di Figaro, che voglio assolutamente fare, poi probabilmente farò anche Anna Bolena, poi Maria Stuarda, e chissà, quando arriverò a quarant’anni cambio di nuovo… penso a Tosca, che è un ruolo bellissimo, ma adesso non posso dire… magari un giorno anche Norma.
Ha iniziato la sua carriera molto presto, quando era ancora molto giovane. Come ci si sente? Come ha fatto a far fronte all’atmosfera competitiva del mondo dell’opera?
È stato veramente facile per me! Io ho sempre detto la stessa cosa: sono nata per cantare. Canto da quando avevo tre anni, è tutta la vita che canto e che sono sul palcoscenico… e quindi il mio sogno era quello di arrivare a cantare nei maggiori teatri e nei ruoli principali… quando ho visto che sono arrivata là dove volevo arrivare, semplicemente per me è stata una grandissima gioia, felicità! Non c’è stato il tempo per la preoccupazione, per me preoccuparsi danneggia soltanto, perché può mettere paura. Potresti essere anche bravissima, ma il timore potrebbe impedirti di mostrare quanto sei brava. Se una persona ha paura deve cercare e trovare il modo di superarla. Io devo dire di non averne mai provata forse perché sono sempre stata sul palcoscenico sin da bambina. Ho debuttato in ruoli principali quando ancora ero in Georgia al Teatro Nazionale, quindi quando sono arrivata alla Scala e a Salisburgo ero già preparata. Alla Scala sono stata messa subito sul palcoscenico, già al primo anno facevo la copertura di Gilda al fianco di Leo Nucci, con Riccardo Chailly che dirigeva, e ho anche fatto la prova generale aperta al pubblico a 21 anni.
Praticamente non c’era il tempo di avere paura, perché se ne avessi avuta è probabile che il mio momento sarebbe fuggito via. È possibile che avrei perso la mia occasione… e lo stesso vale per Salisburgo, è da lì che nel 2008 è partita la mia carriera mondiale! Mi chiesero se potevo imparare la parte di Juliette in poche settimane e debuttare il ruolo… io, senza pensare, risposi “si, certo, la imparo, sono pronta!”. Anche là io ero assolutamente contenta e cercavo di ottenere il massimo da me stessa e prendere tutto quello che mi arrivava. Anche studiando tantissimo, imparando tantissimo. Imparavo arie in poche ore per non rifiutare le occasioni che mi offrivano i teatri.
Per quel che riguarda la competitività, il fatto che ci siano molti cantanti, etc. etc., io non credo che bisogna essere competitive, o nel caso, farlo nel modo giusto, cioè mantenendo alto il proprio livello e non abbassare la qualità. Ci sono tanti teatri e talmente tante parti da cantare! Non serve essere gelosi, oppure pensare “oh Dio questo, oh Dio quello!”. Ogni persona, se è brava, avrà il suo posto, avrà un teatro dove cantare. I posti ci sono, basta semplicemente godersi la vita, perché stiamo facendo il lavoro più bello del mondo… prendere le opportunità che ci arrivano e cercare sempre di dare il massimo.
So che ha cantato con con alcuni dei più grandi e importanti musicisti del mondo, che cosa ha imparato da loro? È staTo difficile stare sul palco con grandi star?
Sono stata davvero fortunata nell’avere la possibilità di lavorare con i cantanti più famosi e quello che ho imparato è che i grandi cantanti sono anche il grande pubblico. Non è difficile stare in giro con persone fantastiche! Non mi sono mai sentita come una bambina che scompare nella loro ombra… ho sempre avuto il mio posto, ho cantato i principali personaggi femminili e ho sempre avuto i miei applausi. Ovviamente ho imparato molto da loro! Quando hai 21, 22 o 23 anni e ti trovi sul palco con artisti che hanno 20 o 25 anni di esperienza… certo che osservi tutto… come cantano, come recitano, come si preparano, come sono nella vita… ho assorbito tutto da loro.
C’è per Lei un modello tra i cantanti?
Non ho un modello di cantante preferita. Naturalmente ascolto molto e molto imparo da loro. Dipende dal ruolo su cui sto lavorando in quel momento… non mi faccio prendere da un cantante preferito o da un ruolo preferito, o un’opera preferita… Quando la gente mi chiede “qual è la tua opera preferita”, io rispondo che non ne ho una, le amo tutte. Anche i cantanti… quando ho iniziato con i ruoli del bel canto ascoltavo molto Joan Sutherland. Questo perché lei è fantastica in tutti i ruoli belcantistici come La Fille du Regiment, La Sonnambula, i Puritani… ho imparato un sacco ascoltandola. Mi piacevano le sue belle cadenze, le variazioni… ma non posso dire che Joan Sutherland sia la mia cantante preferita. Ora che ho iniziato con i ruoli lirici, mi piace ascoltare Angela Gheorghiu: cantante molto speciale, con una bellissima voce! Amo Anna Netrebko, etc… ma ad essere onesti, non mi piace ascoltare troppo l’opera. Entrambi, io e mio marito, quando torniamo a casa non siamo più cantanti. Non ascoltiamo l’opera a casa! Lasciamo la nostra professione nel teatro per diventare persone completamente diverse, ascoltiamo altra musica…
Cosa pensi sia più importante al giorno d’oggi per essere un cantante? Voce, recitazione, musicalità …?
Penso che oggi, la cosa più importante sia essere un’artista completa. Oggi non bastano più la bella voce o una buona tecnica, o il bell’aspetto, uomo o donna che sia. Oggi è importante essere degli artisti completi. Essere in grado di cantare bene, recitare bene e saper soddisfare le difficili richieste di direttori e registi, ed essere sempre sereni! Si, l’opera è questo. Una persona canta bene e ha una bella voce, ma non basta. Provo dispiacere ogni volta che sento una persona con una voce meravigliosa e che canta bene, ma non canta nei teatri… mi faccio spesso la domanda: perché? Però… probabilmente è una brava cantante, ma non un’artista completa. Oggi una cantante deve avere tutto!
La Traviata