“Le Villi” (extraits) e “Gianni Schicchi” di Voce all’Opera allo Spazio89 di Milano

“Le Villi” (extraits) e “Gianni Schicchi” di Voce all’Opera allo Spazio89 di Milano

  • 17/12/2018

una domenica pomeriggio diversa, immersa nella bontà che si trova a volte solo in Periferia

LE VILLI – BALLATE E ROMANZE

Musiche di Giacomo Puccini

Libretto di Ferdinando Fontana

Frammenti di “Switezianka” e “Rybka” di Adam Mickiewicz

REGIA, DRAMMATURGIA, SCENE, COSTUMI E TEASER  ANNA ZWIEFKA

  • ANNA  LAURA ESPOSITO
  • ROBERTO  MAURIZIO DE VALERIO

COREOGRAFIA  DAMIAN MALVACIO, MICHELA MAGGIOLO

CORPO DI BALLO DELLO STABILIMENTO DELLE ARTI DI ALESSANDRIA: LUDOVICA AGAZZI, KAREN MINIHAN, GIULIA VERGANO, VALERIA NICOLUCCI

PIANISTA  ELEONORA BARLASSINA


GIANNI SCHICCHI

Musiche di Giacomo Puccini Libretto di Giovacchino Forzano

REGIA E DRAMMATURGIA GIANMARIA ALIVERTA

  • GIANNI SCHICCHI, (M. RENZI)  LUCA VIANELLO
  • LAURETTA, (M.E. BOSCHI) GESUA GALLIFOCO
  • ZITA, (R. BINDI) ANTONELLA DI GIACINTO
  • RINUCCIO, (A. DI BATTISTA) ANTONIO MANDRILLO
  • GHERARDO, (M. SALVINI) MAURIZIO DE VALERIO
  • NELLA, (G. MELONI) FRANCESCA MERCURIALI
  • GHERARDINO, (R. BRUNETTA) ANTONIO TRAVAGLINI
  • BETTO, (A. ALFANO) DANIELE PISCOPO
  • SIMONE, (P.L. BERSANI) ALESSANDRO YAGUE
  • MARCO, (F.TONINELLI) FILIPPO ROTONDO
  • LA CIESCA, (D. SANTANCHÈ) ELENA CACCAMO
  • MAESTRO SPINELLOCCIO, (R. PRODI) GIOVANNI TIRALONGO
  • NOTAIO (B. VESPA) GIOVANNI TIRALONGO
  • PINELLINO, CALZOLAIO (M. APICELLA) GABRIELE FACCIALÀ
  • GUCCIO, TINTORE (LELE MORA) – STEFANO POZZI, ANDREA MERLI

PIANISTA ELEONORA BARLASSINA

COSTUMI FRANCESCO BONDÌ

TRUCCO FRANCESCO PERGOLIZZI

PARRUCCHE  MARIO AUDELLO

ASSISTENTE ALLA REGIA  LUISA TRAVAGLINI

ELEMENTI SCENICI ALESSIA COLOSSO, GIANMARIA ALIVERTA,  REALIZZATI E OFFERTI DALLA FONDAZIONE CASTELLINI DI MELEGNANO

LUCI EISABETTA CAMPANELLI

ASSISTENTE SEBASTIANO BONICELLI

di Antonio Cesare Smaldone


“Leggere l’Opera, rileggere l’Opera, pensare l’Opera, disfare l’Opera, rimpiazzare l’Opera… Da Capo”: questo potrebbe essere un’ ideale scansione formale, serenamente rassegnata all’evidenza, se la nostrana politica pre-contemporanea avesse un reale ruolo ascritto in un suo proprio Libretto. In effetti, dato il fatto che miglior modo per ridere di sé non si da se non che con l’Ironia, quanto visto allo Spazio89 di Milano domenica 18 novembre 2018 può essere identificato senz’altro come una personale e più che condivisibile visione dei passaggi e dei risvolti della più recente presunta morte del contraddittorio politico italiano.  Presunta in quanto, come molto ben dimostrano alcuni azzeccatissimi suggerimenti registici, poche volte come nel caso in questione vale l’affermazione che “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Lo Spazio 89, sede storica delle rappresentazioni dell’Associazione “Voce all’Opera”, si riempie di questo spettacolo in maniera totalizzante e lo stesso spettacolo riesce a trasferirsi nello spettatore con un effetto molto più denso di senso rispetto alle aspettative che un normale frequentatore dei Teatri sia ormai solito avere: tutto qui è molto semplice, pertanto diretto,  nella maggior parte dei passaggi quasi più vero del vero. Per portare alla luce certi passaggi sottili legati al mondo politico, che in realtà è ormai purtroppo assimilabile al mondo ordinario del quotidiano, c’è proprio bisogno di utilizzare una serie di flash che manifestino subitanei i legami reali, fintamente celati dal buoncostume, che stringono la famiglia composta da quelli cui son “Donati” i nostri consensi. Gianmaria Aliverta in questa impresa riesce perfettamente e, quanto già visto nell’allestimento estivo della sua lettura di “Gianni Schicchi” risulta in questa sede ancor meglio definito e definibile. La riflessione già cristallina che emergeva in una rappresentazione all’aperto, trova nella Sala dello Spazio89 una risultante efficace ed efficiente: porta lo spettatore del Centro a spostarsi in Periferia, per lasciarsi coinvolgere in una riflessione personale e generale che in Centro non gli sarebbe consentito esprimere. Ecco perché ci piace pensare che chi c’è stato abbia portato a casa un’accresciuta volontà di poter ammettere a sé stesso che forse (ma proprio forse!) qualcosa dovrebbe cambiarla lui e con lui i suoi. In quest’analisi satirica ma veritiera giocano un bel ruolo molte delle voci messe “all’opera” che, in un allestimento del genere debbono necessariamente essere foriere di una capacità attoriale sensata e ben coerente. Ciò vale senz’altro per il Cast nella sua totalità e, in particolare, per le prove convincenti e presagenti sempre più favorevoli esiti di alcuni di essi. Il GIANNI SCHICCHI, (M. RENZI) di  Luca Vianello passa liscio con tutto ciò che serve e lascia il segno; la ZITA, (R. BINDI)  di Antonella Di Giacinto offre un’interpretazione più che in Parte, sia vocalmente che scenicamente; la NELLA, (G. MELONI) di Francesca Mecuriali è coinvolgente, ben connotata e presente; il SIMONE, (P.L. BERSANI) di Alessandro Yague è di ottimo livello; il MARCO, (F.TONINELLI) del giovanissimo talento Filippo Rotondo rende la caricatura del ministro una realtà e, altrettanto, lascia vedere quanto di molto buono possiamo attendere da questo giovane artista; la CIESCA, (D. SANTANCHÈ) di Elena Caccamo è uno spasso: bravissima, interpretazione che la vede splendida splendente! Proprio perché nella capacità di imprescindibile modulazione attoriale va a connotarsi la fattispecie di quest’allestimento, non si può mancare di fare menzione della perfetta resa scenica del GUCCIO, TINTORE (LELE MORA) di Andrea Merli e del delizioso quanto impeccabile GHERARDINO, (R. BRUNETTA) del piccolo Antonio Travaglini: agli antipodi per anagrafica, dimostrano molto bene sul campo come si possa partecipare in maniera attiva e fattiva del Teatro contribuendo in maniera sincera e viva tanto da risultare tra gli elementi di maggior coinvolgimento emotivo, indispensabili per un pubblico che gradisce e ringrazia sino alle ovazioni. Altrettanto importante la prova della pianista Eleonora Barlassina che sostiene il tutto da sola sino alla fine. Della ottima intuizione e riuscita in questa sede del Regista Aliverta abbiamo detto sopra e, altrettanto, dobbiamo dire del team creativo che ha scelto per condurre la realizzazione delle varie parti dell’impresa:  i Costumi di Francesco Bondì sono verosimili e quindi credibili, ben scelti e cromaticamente intriganti; così il Trucco di Francesco Pergolizzi e le Parrucche di Mario Audello; come Assistente alla Regia si segnala Luisa Travaglini, assieme agli Elementi di Scena dello stesso Aliverta e di Alessia Colosso (realizzati e offerti dalla Fondazione “Castellini” di Melegnano). A parte, di perfetta aderenza con l’ambiente, le Luci di Elisabetta Campanelli, assistita da Sebastiano Bonicelli.

A preludio di questo coinvolgente “Gianni Schicchi” abbiamo avuto una bella sorpresa nell’ascoltare e partecipare di una scelta di estratti da “Le Villi” con Regia, Drammaturgia, Scene, Costumi e Teaser di Anna Zwiefka.  Da segnalare le Coreografie create ad hoc da Damian Malvacio e Michela Maggiolo per l’esecuzione del Corpo di Ballo dello Stabilimento delle Arti di Alessandria (Ludovica Agazzi, Karen Minihan, Giulia Vergano, Valeria Nicolucci). Anche in questo caso si è potuta apprezzare la vocazione di “Voce all’Opera” nel voler offrire uno spazio a giovani che sentono di aver qualcosa da dire: Anna è Laura Esposito che, dotata di uno strumento vocale interessante, ha dato prova di avere un margine di crescita in divenire che speriamo di poter apprezzare quanto prima in repertori che le diano modo di rivelare completamente la sua natura; Roberto è Maurizio De Valerio che per noi è una vera e propria scoperta: avevamo già ascoltato in altre produzioni il tenore ma mai in ruoli da protagonista. Il mezzo vocale c’è ed ha un potenziale notevole, come la presenza:  l’evidente impegno profuso, che si è così trasferito al pubblico, suggerisce che potremo aspettarci una maturazione e una crescita da veder consolidarsi in esperienze di sempre più ampio respiro.

Nonostante sia trascorso un po’ di tempo da questo pomeriggio che abbiamo descritto, non ci abbandona il desiderio di trascorrerlo nuovamente. Ciò è raro. Farebbe molto bene trascorrere più spesso un tempo come questo: senza il dogma della verità a tutti i costi, nella complessa semplicità di coinvolgere una platea che chiede solo di guardarsi dentro attraverso una finzione vera e foriera di riflessione.

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