Fantasio-Fortunio: l’opera del compositore Giampaolo Testoni debutta in prima assoluta

Fantasio-Fortunio: l’opera del compositore Giampaolo Testoni debutta in prima assoluta

  • 19/12/2018

Fantasio-Fortunio

Debutta in prima assoluta,
prodotta da Fondazione Teatro Coccia con Bartók Plusz Operafesztivál,
l’opera del compositore Giampaolo Testoni, autore anche del libretto,
dittico liberamente tratto da Alfred de Musset

Venerdì 21 dicembre 2018, ore 20.30

Novara, 18 dicembre 2018. Prosegue nella stagione 2018/2019 l’esperienza del Teatro Coccia di Novara che da cinque stagioni ospita e produce un’opera di un autore contemporaneo. Quest’anno il maestro Giampaolo Testoni ha composto, per debuttare venerdì 21 dicembre 2018Fantasio-Fortunio2 Commedie Liriche, Dittico liberamente tratto da Alfred de Musset. Il libretto è scritto dallo stesso Testoni, la regia e le scene sono di András Almási-Tóth, in buca l’Hungarian State Opera Orchestra diretta dal maestro Balázs Kocsár.

Il dittico Fantasio – Fortunio offre uno sguardo limpido e appassionato al tema dell’amore e delle sue illusioni, al gioco e al fraintendimento delle sue apparenze e dei suoi inganni, non prendendo mai però una posizione moralistica o filosofica sulle sue conseguenze e sui comportamenti delle sue “vittime”. In questo atteggiamento la leggerezza e la sottile, ma profonda espressività dei dialoghi, rimanda allo Shakespeare delle commedie e ai testi lirici dei primi romantici tedeschi ma soprattutto allo spirito umoristico e all’energia vitale di Rossini nelle sue opere comiche rispetto al tema dei rapporti amorosi nei loro equivoci e inganni.
La musica, come in altri illustri precedenti novecenteschi, allude alle forme dell’opera settecentesca e rossiniana in particolare, con una reinvenzione del recitativo secco e delle forme chiuse ma in un linguaggio che del grande autore pesarese ricalca l’atteggiamento di aerea leggerezza e sottile vena malinconica tratteggiata dal sorriso e dalla maliziosa intrigante perfidia tipica di molte sue opere.
Nel dittico, oltre alla somiglianza palese tra i due protagonisti, Fantasio e Fortunio, entrambi giovani sognatori, annoiati ma presi dai loro slanci vitali e poetici, si può rilevare la gestualità teatrale e psicologica legata all’idea del “travestimento”, dell’essere qualcun altro nel sotterfugio e nella finzione, allo scopo di ottenere amore e identità in un contesto nuovo più adatto e migliore. La stupidità, l’ingenuità, l’inganno e lo scambio anche divertito di ruoli in un leggerissimo adorabile giocare con i sentimenti rimanda a Marivaux e Hoffmann ma anche a Rossini e Mozart.
Per sottolineare platealmente e idealmente lo scambio e il travestimento per essere qualcun altro sulla scena come nella vita, ecco che Fantasio e Fortunio sono interpretati da voci femminili, nel solco di una bella e scintillante tradizione operistica che da Rossini giunge fino Strauss. La ricerca di un dialogo chiaro tra i personaggi e una volontà di fare teatro con il teatro stesso ha guidato la scelta di un organico strumentale ridotto, cameristico anche se potenzialmente ricco di tutte le sfumature coloristiche e timbriche.
L’ambientazione del dittico è, anche per esplicita indicazione di Musset, vaga e indefinibile per epoca, lasciando la libertà dell’allestimento tutta legata ai pochi segnali che conformano i personaggi. Questo tipo di teatro, fuori dal tempo e da uno spazio storicamente accertabile, lega le due commedie liriche al territorio shakespeariano, rossiniano ma anche alla mia opera Leonce e Lena, tratta da Buchner, autore che possiamo legare per incredibile somiglianza e affinità a Musset.

I personaggi sono quasi degli archetipi, ci sono Re e Principi, promesse spose e buffoni di corte, attendenti e giovinastri senza scopo, amanti annoiati e mariti ignari di ogni inganno, si mescolano leggerezza e poesia, riso e sconforto, illusioni, giovinezza, tutto insomma quello che può contenere la passione e l’animo umano anche moderno in una sola certezza, quella che il giocare sul palcoscenico ha molto a che fare con quello che accade nella realtà prosaica delle nostre vite quotidiane e a volte lo supera nelle sue variabili promettendoci soluzioni diverse dalle consuete mediante il soffio leggero del sussurro e del canto, del travestirsi in qualcun altro che comunque ci somiglia moltissimo.

La serata sarà anche l’occasione per incontrarsi al termine dello spettacolo per un brindisi e una fetta di panettone e uno scambio di auguri e saluti nel foyer del teatro, con il recente re-styling.

Biglietti dai 15,00 ai 30,00 euro in vendita su www.fondazioneteatrococcia.it oppure presso la biglietteria del teatro in Via Rosselli, 47 a Novara, aperta da martedì a sabato con orario 10.30 – 18.30 (t. 0321.233201).

La produzione è sostenuta da Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino. La stagione 2018/2019 è realizzata con il contributo di Comune di Novara, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Piemonte, Fondazione Piemonte dal Vivo, Fondazione Banca Popolare di Novara, Gruppo DeAgostini, Fondazione Cariplo.

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