PAVIA 31 ottobre 2021: Iphigénie en Tauride – Christoph Willibald Gluck, a cura di Nicola Salmoiraghi
Iphigénie en Tauride
Musica di Christoph Willibald Gluck
Tragedia lirica in quattro atti
Libretto di Nicolas-François Guillard
tratto dall’omonima tragedia di Euripide
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 18 maggio 1779
maestro concertatore e direttore d’orchestra Diego Fasolis
regia Emma Dante
Personaggi e Interpreti:
- Iphigénie: Anna Caterina Antonacci
- Oreste: Bruno Taddia
- Pylade: Mert Süngü
- Thoas: Michele Patti
- Diane/Una donna greca: Marta Leung
- Prima Sacerdotessa: Miriam Gorgoglione
Seconda Sacerdotessa: Chiara Ciurlia
Uno Scita: Alessandro Nuccio
Ministro del tempio: Ermes Nizzardo
attrici Viola Carinci, Chiara Chiurazzi, Federica D’Amore, Silvia Di Giovanna, Marta Franceschelli, Silvia Giuffrè, Francesca Laviosa, Sabrina Vicari, Marta Zollet
scene Carmine Maringola
costumi Vanessa Sannino
luci Cristian Zucaro
coreografo e maestro d’armi Sandro Campagna
assistente alla regia Federico Gagliardi
assistente alle scene Roberto Tusa
assistente ai costumi Chicca Ruocco
maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Coro di OperaLombardia
Nuovo allestimento dei Teatri di OperaLombardia
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Edizioni Alkor/Bärenreiter, Kassel
Rappresentante per l’Italia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali (Milano)
Teatro Fraschini, 31 ottobre 2021
Rimandata l’anno scorso causa pandemia, è finalmente approdata sulle scene del Teatro Fraschini di Pavia, per la stagione lirica di OperaLombardia, l’attesa Iphigénie en Tauride di Gluck con la regia di Emma Dante, protagonista Anna Caterina Antonacci.
Emma Dante ha impaginato uno spettacolo di coinvolgente teatralità e indubbia suggestione, coadiuvata dalle scene efficaci di Carmine Maringola, dai riusciti costumi di Vanessa Sannino e soprattutto dal bel gioco luci di Cristian Zucaro, sempre espressivo e teso a rendere sbalzata la narrazione drammatica. Non potevano ovviamente mancare i figuranti e attori che sempre la Dante rende quasi coprotagonisti delle sue regie, impegnati nelle persuasive e penetranti coreografie di Sandro Campagna (anche maestro d’armi); bella l’idea delle Eumenidi dalle lunghe braccia bianche, quasi lingue di serpi avvolgenti e minacciose. Non si discosta da un’impostazione classica la regista, ma la lettura del testo è assolutamente moderna e giocata sull’indagine della psiche e delle sue ombre. Non mancano le colonne doriche, labirinto che sospinge e divide i due cugini-amanti Oreste e Pilade, il tempietto di Diana sorretto da cariatidi viventi e di cui gli stessi personaggi divengono ad un tratto elementi di un altorilievo, l’altare sacrificale. Diana appare al termine sullo scheletro di un cervo e sullo stesso costume nero di Iphigénie è richiamato un simulacro osseo sul corpetto, lei, sacerdotessa costretta a dare morte. Solo in un momento Iphigénie rinuncia al tenebroso scudo del suo abito (ed è un momento molto riuscito dello spettacolo), quando, confrontandosi con l’inconsapevole fratello e con Pilade, che si dondolano su altalene fiorite, indossa un abito rosa polvere ricamato di fiori azzurri. Un attimo sospeso di lontana arcadia, di infanzia perduta, di adolescenza negata, rimasta sospesa al filo dell’inconscio e dei ricordi rubati e sepolti. Una produzione indubbiamente di notevole livello, che fa onore a OperaLombardia.
Vogliamo dire che Diego Fasolis, alla guida della concentrata Orchestra I Pomeriggi Musicali, è molto più a suo agio in questo repertorio che non ad esempio in Rossini? E infatti la sua è una lettura asciutta, analitica, sempre “attaccata” alla parola cantata, fortemente partecipe alla resa di un pannello musicale non alieno dagli “affetti”, ma certamente mirato a sviscerare la verità del messaggio musicale “riformato” di Gluck, in particolare quello della maturità (l’opera vide la luce delle scene nel 1779, otto anni prima della morte dell’autore, e fu la sua penultima); l’orchestra, inquieta, mette a nudo l’anima dei protagonisti, rivelando un’intima, lacerata verità che è spesso in contrasto con quanto espresso dal testo. Prova eccellente, senza dubbio.
Anna Caterina Antonacci, mattatrice della scena, non ha deluso le attese. Dopo queste recite nel Circuito Lombardo, e un’annunciata Madame de Croissy nei Dialogues l’anno prossimo diretta da Michele Mariotti e sempre con la regia di Emma Dante, il soprano avrebbe espresso l’intenzione di ritirarsi. Se così fosse, lo farebbe al vertice di una splendida maturità interpretativa. Nella sua attuale incarnazione di Iphigénie non contano più il mero fatto vocale o la singola nota, ma lo straordinario impasto di carisma teatrale, scavo dell’accento, infuocata e palpitante e al medesimo straziata e dolente restituzione della parola che si fa canto e contemporaneamente teatro. “O malheureuse Iphigénie” non risulta così solo un sofferto lamento di autocommiserazione, ma la febbrile e soffocata volontà di riscatto di una donna non rassegnata. Ecco una grande, maiuscola, artista che crea e sostiene il fascino di una vocalista di classe superiore. Questo ha sempre fatto, e fa, di Anna Caterina Antonacci una personalità musicale affatto unica.
Bruno Taddia (Oreste) è probabilmente alla migliore prova in cui io l’abbia ascoltato. Anche nel suo caso l’intelligenza e la “cultura” del cantante, unite ad una timbrica peculiare, contribuiscono a fare della sua performance qualcosa di prezioso e musicalmente intrigante. Non una parola, un’intenzione, una frase vengono buttate via, ogni momento è cesellato con il bulino di un fraseggio curatissimo, approfondito, denso di autenticità. Così Oreste non è solo un archetipo fissato nel Mito, ma un essere umano tra noi, con le sue fragilità nelle quali possiamo riconoscerci.
Energico e sicuro, con vocalità di smalto vigoroso, Mert Süngü ha più che credibilmente sostenuto il non facile ruolo di Pilade.
Michele Patti ha fornito rilievo scenico e vocale a Thoas. Marta Leung “appariva” a dovere come Diane. Completavano validamente il cast, rispettivamente come Prima e Seconda Sacerdotessa, Uno Scita e Ministro del tempio, Miriam Gorgoglione, Chiara Ciurlia, Alessandro Nuccio e Ermes Nizzardo.
Il Coro OperaLombardia, diretto da Massimo Fiocchi Malaspina, ha dato valida prova di sé. Successo calorosissimo al termine della recita, particolarmente vibrante per Anna Caterina Antonacci, i due protagonisti maschili e il Maestro Fasolis.
Nicola Salmoiraghi