GENOVA: Il turco in Italia – Gioachino Rossini, 10 giugno 2022 a cura di Silvia Campana
Maestro concertatore e direttore Sesto Quatrini
Regia Italo Nunziata
Regista collaboratore e movimenti mimici Danilo Rubeca
Personaggi e Interpreti:
- Selim Omar Cepparolli
- Donna Fiorilla Iolanda Massimo
- Don Geronio Francesco Auriemma
- Don Narciso Antonio Mandrillo
- Prosdocimo Nicola Zambon
- Zaida Gabriella Ingenito
- Albazar Matteo Straffi
Scene Emanuele Luzzati
Costumi Santuzza Calì
Assistente ai costumi Paola Tosti
Luci Luciano Novelli
realizzate da Gianni Bertoli
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro Francesco Aliberti
Maestro al fortepiano Sirio Restani
Teatro Carlo Felice,10 giugno 2022
Si presenta sempre di geniale e vivace brillantezza il gioco creato dall’esperta penna di Felice Romani per l’estroso spirito rossiniano che, attraverso il libretto de Il turco in Italia, riesce a realizzare un insieme di situazioni in cui vero, verosimile e meccanismo comico di maniera si incastrano con grande inventiva e sagacia.
L’inserimento del personaggio del poeta Prosdocimo pone infatti l’intero dramma all’interno di una scatola teatrale sempre nuova e suscettibile di ogni tipo di sviluppo ed interpretazione. Così il geloso tormento del personaggio di Don Geronio si muove sempre ai confini della bipolare materia di ogni commedia in cui sempre convivono farsa e tragedia e la leggerezza di Donna Fiorilla può mostrare il destro ad un ben più profondo ed oscuro malcontento.
Tutto è teatro e tutto contribuisce a costruirne il fascino: ciò era certo ben noto a Rossini e Romani, infatti ogni episodio diviene efficace motore per un’azione in cui il meccanismo teatrale sembra mutare continuamente strumenti per raggiungere il suo obiettivo drammatico.
Non a caso dunque il teatro Carlo Felice di Genova sceglie proprio quest’opera come occasione speciale per presentare al pubblico gli allievi della sua Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale, ormai attiva con successo nella città ligure da alcuni anni.
Inquadrata nella magica ed ormai storica scenografia luzzatiana, che sembra non conoscere i segni del tempo per la varietà dell’invenzione e la capacità dell’artista genovese di saper reinterpretare l’immaginario attraverso un’elaborazione teatrale sempre dinamica e perfettamente scolpita della materia cartacea, la regia è stata affidata all’abile professionalità di Italo Nunziata, coadiuvato da Danilo Rubeca per i movimenti mimici.
Nonostante uno sciopero delle maestranze del settore dell’illuminotecnica abbia in parte danneggiato lo spettacolo congelandolo attraverso l’uso di luci fisse, il gioco creato dal regista è riuscito a dipanarsi con gusto ed efficacia attraverso una corretta definizione dei caratteri dei personaggi ed il felice uso scenico di uno degli eterni protagonisti dell’idea partenopea e peraltro icona del mondo creativo di Luzzati: un piccolo gruppo di Pulcinella, usati quasi shakespirianamente, si introducono, concertano, danzano durante lo spettacolo, collegando senza soluzione di continuità la partitura al dramma con un esito di bell’impatto drammaturgico e di teatrale compattezza e coerenza.
In questo contesto, cui gli storici costumi di Santuzza Calì contribuivano ad accrescere il fascino, ben si è mosso il gruppo dei giovani solisti dell’Accademia, lodevoli nella loro completezza per l’impegno musicale e la disinvoltura scenica mostrata.
Iolanda Massimo si è ben destreggiata quale Donna Fiorilla mostrando di possedere un timbro interessante ed una musicalità attenta che, specie nelle agilità e nell’uso attento e misurato di filati e pianissimi, l’ha posta su di un piano di certo interesse.
Disinvolto e ben giocato su accento e sillabato ha convinto il sensibile Don Geronio tratteggiato da Francesco Auriemma così come sostanzialmente in parte e professionali sono apparsi Nicola Zambon quale Prosdocimo e Gabriella Ingenito quale Zaida.
Interessante ma ancora da maturare nel suo complesso l’interpretazione di Antonio Mandrillo (che ha mostrato altresì un’invidiabile sicurezza nel registro acuto) quale Don Narciso, così come Omar Cepparolli (Selim) e Matteo Straffi (Albazar).
Una parola a parte per gli ottimi mimi Luca De Rinaldo, Emanuele Frutti, Francesco Gerbi, Samuel Moretti e Amedeo Podda.
Sesto Quatrini ha concertato il tutto mostrando attenta sensibilità espressiva e senso del teatro, seguendo con rigore gli interpreti e facendo vibrare in orchestra la leggera ricercatezza di questa meditata partitura rossiniana.
Applausi per tutti e pieno successo per i giovani interpreti.
Silvia Campana