TEATRO ALLA SCALA: CONCERTO FLEMING-KISSIN, 26 gennaio 2023 a cura di Jorge Binaghi

TEATRO ALLA SCALA: CONCERTO FLEMING-KISSIN, 26 gennaio 2023 a cura di Jorge Binaghi

  • 29/01/2023

CONCERTO FLEMING-KISSIN

Soprano Renée Fleming
Pianoforte Evgeny Kissin

PROGRAMMA

Franz Schubert
Suleika I D 720
Die Vögel D 691
Lied der Mignon (Nur wer die Sehnsucht kennt) D 877
Rastlose Liebe D 138

Franz Liszt
da Années de pèlerinage Deuxième Année: Italie S 161
Sposalizio
da Quatre Valses oubliée S 215
Valse n. 1
per pianoforte solo

Freudvoll und Leidvoll S 280/1
Über allen Gipfeln ist Ruh S 306/2
Im Rhein, im schönen Strome S 272/1

Sergej Vasil’evič Rachmaninov Lillà op. 21 n. 5
Il Sogno op. 38 n. 5

da Morceaux de Fantaisie op. 3
3. Melodia
5. Serenata

per pianoforte solo

Franz Liszt S’il est un charmant gazon S 284/1
Oh! Quand je dors S 282/1
Henri Duparc Extase
Le manoir de Rosemonde

Teatro alla Scala, 26 Gennaio 2023


La sala di Piermarini era gremita come poche volte per un concereto da camera. Un vero concerto da camera, come si usava ai tempi, senza neanche una concessione all’opera.

photo Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

Il sottoscritto è stato piacevolmente stupito dai bravi e le grida di ‘diva!’ all’intenzione del celebre soprano Renée Fleming bistratta qui stesso all’apice della sua carriera per alcuni cerberi a nome della fiamma del belcanto (come capita da loro). Ieri tutti applausi a una cantante che ha fatto tutto il suo percorso sulla scia dell’intelligenza, della musicalità, della bellezza del timbro (intatta ancora oggi e questo solo la dice lunga sul suo magisterio vocale), della tecnica  e anche, sì, dello stile. La Fleming non è mai stata un’”assoluta/assolutissima’ ma ha cantata ruoli che le piacevano anche se potevano non sembrare quelli che più le si confacevano.

photo Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

E’ sempre, e non solo ora, stata una ‘star’ che ha voluto sempre fare dei concerti di lied (ricordo a Salisburgo un suo Schubert poco frequentato e magnifico ‘Die Männer sind méchant’) considerandoli allo stesso livello ed importanza di una serata lirica. Anche in ciò, come in certi aspetti del colore, molto vicina a Victoria de los Ángeles che disse addio alla Scala in un concerto di riferimento nel lontano 1978. Perchè molto temo che questo sia stato anche l’addio della signora Fleming alla Scala e con la testa ben alta.

L’accompagnava poi un fuoriclasse del pianoforte quale Evgeni Kissin che ha saputo alternare ai moment solisti (Liszt e Rachmaninov, dove in particolare nel primo faceva ricordare a un altro grande, Claudio Arrau) quelli di accompagnatore di prima grandezza (come appunto, ad esempio, nei ‘riservati’ e delicate accompagnamenti di Schubert e in quelli più ‘sfarzosi’ di Liszt). La complicità tra i due è andata in crescendo dai primi Schubert (eccellenti  ‘Die Vögel’ e ‘Nur wer die Sehnscht kennt’) al Liszt in tedesco prima e poi in francese (con uno spettacolare –se la parola non è troppo superficial- ‘O quand je dors’).

photo Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

Alle due belle canzoni di Rachmaninov che iniziavano la seconda parte corrispondevano alla fine del programma due melodie di Henri Duparc, e soprattutto l’ultima, la célèbre e drammatica ‘Le manoir de Rosemonde’ era l’adeguato punto finale di un programma raffinato e poco frequente.  Gli attesi bis erano l’Ave Maria di Schubert (con il testo in latino), le famose ‘Acque di primavera’ di Rachmaninov che hanno fatto parte spesso dei programmi di concerto della Fleming (ricordo in particolare uno al Palau de la Música a Barcelona) , la pagina forse più vicina a un frammento lirico per gli acuti (ma che dire delle note filate, famose nella carrier della cantante, che conservano intatti il miele e la voluttà?) per finire con un commosso e intimissimo ‘Morgen’, quel lied emblematico di Strauss e dei soprani che hanno fatto della sua interpretazione uno stendardo alla loro volta).  Più che ‘bravo’ o ‘bravi’ a questi due artisti immensi conviene qui dire ‘grazie’.

 Jorge Binaghi

 

 

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