GENOVA: Il barbiere di Siviglia – Gioachino Rossini, 16 giugno 2024 a cura di Silvia Campana
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Dramma comico in due atti di
Gioachino Rossini
su libretto di Cesare Sterbini,
dalla commedia di Pierre Beaumarchais
Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova diretta da Francesco Meli
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Giancarlo Andretta
Regia e impianto scenico Damiano Michieletto
Regia ripresa da Andrea Bernard
Personaggi e Interpreti:
- Figaro Carlo Sgura
- Rosina Greta Carlino
- Il Conte d’Almaviva Paolo Nevi
- Don Bartolo Gianpiero Delle Grazie
- Don Basilio Davide Sabatino
- Berta Gabriella Ingenito
- Fiorello Ernesto de Nittis
- Un ufficiale Angelo Parisi
Costumi Carla Teti
Luci Luciano Novelli
Allestimento della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice Genova
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Maestro ai recitativi Sirio Restani
Teatro Carlo Felice,16 giugno 2024
In chiusura della stagione 2023/2024 il teatro Carlo Felice di Genova presenta, come ormai consuetudine, un’opera di repertorio in cui i giovani allievi dell’Accademia di alto perfezionamento e inserimento professionale per cantanti lirici possano presentarsi al pubblico e mettersi in giusta evidenza.
La scelta è caduta quest’anno su di un titolo amatissimo (ma insidioso) quale Il barbiere di Siviglia di G. Rossini: è noto infatti come la popolare partitura affianchi alla difficoltà tecnica anche una sottile questione interpretativa che, se non ben risolta dagli interpreti, può sfociare in una deriva farsesca quantomai inopportuna.
Veniva qui ben ripreso da Andrea Bernard il brillante allestimento creato da Damiano Michieletto nel 2003 per gli spazi del Festival di Wexford (poi successivamente ampliato nel 2005 per il Maggio Musicale Fiorentino) con un esito nel suo complesso arguto e accattivante.
Completamente concentrata sul lavoro con gli interpreti (com’è suo costume) la regia si muove in uno spazio praticamente vuoto in cui a determinare dinamiche e spazi è la sola presenza di 12 sedie rosse e 10 ombrelli che, a seconda delle situazioni, cambiano costantemente funzione e posizione. L’idea risulta a tratti geniale specie quando è abbinata ad un gioco di caratteri cangiante e curioso che caratterizza i personaggi come tipi della commedia dell’arte (non imprigionati nei loro classici costumi però) riuscendo ad estrapolarne la singolare natura. Così Figaro ricorda lo stralunato Pampurio delle note strisce fumettistiche di Carlo Bisi ma un po’ tutte le singole figure sembrano richiamare l’estetica di quei tempi (gli anni Venti del Novecento) quando nel glorioso “Corriere dei Piccoli” la comicità (mai disgiunta dall’ironia) sorgeva spontanea dalla felice combinazione del disegno con le filastrocche.
Ognuno quindi ha la sua marcata impronta (assai efficace quella di don Basilio che appare quale viscido lucertolone con tanto di lunga coda e verdastro colore) e l’intero cast si mostra abilissimo nel caratterizzarla con una spigliatezza scenica davvero avvincente che ha indubbiamente contribuito al livello di una performance sostanzialmente corretta.
I giovani interpreti si sono impegnati al massimo al fine di offrire il meglio di sé ed in particolar modo di creare una giusta e calibrata armonia teatrale.
Il Figaro di Carlo Sgura e la Rosina di Greta Carlino hanno alternato ad alcune acerbità vocali un’estrema versatilità espressiva così come l’Almaviva tratteggiato da Paolo Nevi (dal timbro assai interessante peraltro) sottolineava la poliedrica personalità del Conte con simpatica esuberanza e magnetica intensità.
Ottimi nei loro rispettivi ruoli Gianpiero Delle Grazie e Davide Sabatino che hanno delineato due ritratti di Don Bartolo e Don Basilio vividi musicalmente quanto scenicamente diversificati e vincenti, senza mai indulgere in scorciatoie vignettistiche ma cercando anzi di far coincidere vocalità e recitazione con giusto equilibrio.
Efficace la simpatica Berta delineata da Gabriella Ingenito così come corretti e disinvolti Ernesto de Nittis quale Fiorello e Angelo Parisi (Un ufficiale).
Bene il coro del teatro (costretto in buca dalla regia che ne sostituiva in scena l’azione con dei mimi) diretto da Claudio Marino Moretti.
Giancarlo Andretta ha diretto con gusto e precisione questa giovane compagine seguendola da vicino grazie ad una direzione calibrata ed omogenea.
Un pubblico divertito e partecipe ha mostrato al termine gradimento ed entusiasmo nei confronti dei giovani interpreti e del Direttore.
Silvia Campana