TEATRO ALLA SCALA: Omaggio a Puccini, 29 novembre 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

TEATRO ALLA SCALA: Omaggio a Puccini, 29 novembre 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 01/12/2024

Omaggio a Puccini / Chailly / Netrebko / Kaufmann

Omaggio a Puccini / Chailly / Netrebko / Kaufmann
29 novembre 2024
Nel centenario della scomparsa di Giacomo Puccini

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

 

Teatro alla Scala, 29 novembre 2024


Un bello sciopero generale nazionale per celebrare i 100 anni dalla morte di Puccini alla Scala. Ci voleva proprio, opportuno come il cacio sui maccheroni. Come no! Teatro stracolmo, turisti dall’universo mondo e… nulla, tutto il palcoscenico apprestato, pubblico seduto ed ecco il Sovrintendente Meyer annunciare che il previsto concerto lirico-sinfonico diretto da Riccardo Chailly con la partecipazione di Mariangela Sicilia, Anna Netrebko e Jonas Kaufmann non ci sarà perché gran parte dell’Orchestra e del Coro hanno aderito allo sciopero (e il numero pare si possa sapere con sicurezza solo con poco anticipo). A parte il sacrosanto diritto allo sciopero, mi permetto di osservare, signori cari, che sono ben altre le categorie di vitale importanza per il Paese sottopagate, e non chi ha il privilegio di fare arte con stipendi che la maggior parte degli italiani si sognano; tant’è, un clamoroso autogol da parte delle compagini scaligere.

Quindi tutti a casa? Niente affatto; dal cappello a cilindro (ma il piano B doveva essere ben pronto nel cassetto) ecco spuntare concerto esclusivamente vocale e pucciniano dei tre cantanti già previsti con l’aggiunta, graditissima, di Luciano Ganci. Biglietti rimborsati in toto e coppa di Bellavista offerta al pubblico mentre si riassestava il palco. Concerto di stelle, quindi, GRATUITO per chi vi ha assistito ed entusiasmo al calor bianco con standing ovation finale della sala. Non era quello che ci si aspettava ma lodi alla dirigenza scaligera per l’eleganza con cui si è cavata dall’impaccio, e agli astenuti ricordiamo; che cosa si è ottenuto se non antipatia e una serata ugualmente riuscitissima, nonostante loro?

Detto ciò onori e applausi al Maestro James Vaughn che ha eroicamente sostenuto musicalmente la serata e ai quattro splendidi interpreti.

Anna Netrebko è il mostro di bravura che ben conosciamo, davvero da iperuranio nella storia della vocalità lirica. Il suo quarto atto di Manon Lescaut (insieme a Kaufmann) è stato da brivido, per la piena corposità di un timbro che non conosce incrinature, la vellutata densità dei gravi, la folgore degli acuti (e che volume, che volume!) l’intensità struggente dell’interprete. E come bis un voluttuoso Valzer di Musetta, coronato da una smorzatura in pianissimo dell’acuto conclusivo tenuta su di un fiato che, sfacciatamente, non voleva aver fine. E il pubblico è esploso.

Bravissima, raggiante, anche Mariangela Sicilia, in un crescendo emozionale coinvolgente; dall’aria di “Edgar” “Addio, addio mio dolce amor”, passando per Mimì (e duettando con Kaufmann in “O soave fanciulla), Lauretta, per arrivare a fantastiche esecuzioni del “Bel sogno di Doretta” e “Tu che di gel sei cinta”; è stato tutto un trascolorare di ceselli, sfumature, intenzioni, acuti trasparenti e luminosi come cristallo.

Joanas Kaufmann non avrà forse più lo slancio e lo smalto dei bei dì, ma che artista sopraffino, sempre di classe suprema; oltre ai citati duetti, “Ch’ella mi creda”, “E lucevan le stelle” (al solito con incredibile gioco di mezzevoci), “Nessun dorma”. C’è chi critica? Va bene… io ci metterei la firma oggi, domani e dopodomani per ascoltare, anche attualmente, un cantante di questo calibro.

E poi Luciano Ganci con la solarità del suo canto all’italiana, il puro, risonante argento dei suoi acuti, la generosità dell’espansione di un suono ampio e timbrato, la scansione della parola, la vibrante vitalità dell’accento; per lui “Torna ai felici dì” da Le Villi e “Addio fiorito asil” di Butterfly. Non nascondo che l’avrei ascoltato volentieri nella serata inaugurale con La forza del destino, per cui è già previsto in alcune recite. L’avrebbe ampiamente meritata.

Tripudio, tripudio e a casa tutti felici e rimborsati con tanti saluti ai guastafeste.

Nicola Salmoiraghi

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