COSENZA: Turandot – Giacomo Puccini, 19 e 21 dicembre 2024
TURANDOT
Giacomo Puccini
Direttore Andrea Sanguineti
Regia Marco Vinco
Personaggi e Interpreti:
- Turandot Maria Tomassi
- Calaf Gianluca Terranova
- Liù Yasko Sato
- Ping Luca Bruno
- Pong Saverio Pugliese
- Pang Marco Miglietta
- Timur Alberto Comes
- L’Imperatore Altoum Pietro Di Paola
- Un Mandarino Alberto Munafò Siragusa
- Il Principe Fan Jiacheng
Scene e costumi Danilo Coppola
Orchestra Sinfonica Brutia
Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa
Piccolo Coro del Teatro Rendano diretto da Maria Carmela Ranieri
Banda di palcoscenico, diretta dal maestro Francesco Di Rende
Teatro Rendano, 19 e 21 dicembre 2024
Si è conclusa con il botto la 59ma stagione lirica del teatro “Rendano” di Cosenza che quest’anno ha avuto come filo conduttore “la favola in musica”. Per chiudere il cartellone operistico del Teatro Rendano il direttore artistico, Maestro Luigi Stillo, in omaggio al centenario della morte di Giacomo Puccini, ha puntato sulla imponente Turandot, capolavoro del compositore toscano che fu anche l’ultima opera da lui composta. La prima di Turandot è andata in scena in un Teatro Rendano gremito giovedì 19 dicembre, alle ore 20.30, con replica sabato 21 dicembre, entrambe sold out.
Il Teatro di tradizione A.Rendano di Cosenza ha coprodotto l’opera per quanto riguarda scene e costumi insieme all’Associazione Euritmus di Rovereto e all’Ente Luglio Musicale Trapanese mentre le scelte musicali sono a cura della Direzione artistica. “La versione che è stata rappresentata al Rendano – spiega il maestro Luigi Stillo – è quella che venne completata nel finale dal compositore Franco Alfano”. Sul finale di Turandot, Puccini aveva lavorato per un anno intero, senza riuscire a trovare, però, una soluzione drammaturgica che lo soddisfacesse. Un finale che, a causa del sopravvenire della malattia prima e della successiva morte del compositore poi, non venne mai scritto. “La leggenda vuole – spiega ancora Luigi Stillo – che alla scrittura dell’aria di Liù, il compositore muoia. e l’opera si conclude in questo preciso momento. La scelta di Alfano, voluta dal M° Stillo, è una giusta conclusione con tanto di “happy end e trionfo dell’amore”, elementi costanti nelle fiabe.
L’originale regia della Turandot in scena al Rendano è del veronese Marco Vinco che, dopo essere stato direttore del Teatro Salieri di Legnago e della Fondazione Antonio Salieri, proprio nei giorni scorsi, mentre guidava le prove dell’opera al Rendano è stato nominato direttore artistico dello “Sferisterio” di Macerata. Vinco ha immaginato la sua versione di Turandot come percorsa da spiriti che aleggiano attorno ai personaggi principali. Altro elemento scenico, ma anche drammaturgico, sono le maschere che devono svelare gli enigmi. Il regista ha pensato a figure che volteggiano nell’aere e che raffigurano anche le anime che si muovono intorno a una storia che, come sappiamo, è molto intricata. Figure animate dai ballerini della Compagnia Create Danza, con le coreografie innovative e originali di Filippo Stabile, il tutto perfettamente armonizzato sul palcoscenico.
Il Maestro concertatore e direttore d’orchestra, che ha guidato con sicurezza e piglio i circa 60 elementi dell’Orchestra Sinfonica Brutia ma anche il cast, i cori, la banda, nell’altro livello di palcoscenico, è Andrea Sanguineti, bacchetta di respiro internazionale direttore musicale dell’Aalto Theater di Essen in Germania e della Filarmonica della stessa città tedesca. Direttore carismatico, di grande musicalità, ospite in molte importanti orchestre e teatri d’opera europei.
Le scene e i costumi sono di Danilo Coppola che cavalca una sorta di indeterminatezza, escludendo volutamente i toni forti e accesi, anche per riflettere lo stato d’animo della protagonista protesa verso la sua trasformazione, dalla perfidia iniziale all’umanizzazione di quella donna che è anche capace di amare.
Nel cast vocale, nel ruolo principale, Turandot, la splendida voce del soprano Maria Tomassi, che ha sbalordito il pubblico fornendo una prova davvero magistrale, vincitrice di numerosi concorsi internazionali, compreso il prestigioso “Toti Dal Monte”, e che ha perfezionato le sue qualità vocali con il soprano Renata Scotto ma la guest star di questo allestimento in scena al Rendano è senza dubbio il tenore Gianluca Terranova, Calaf, che manca dal teatro cosentino dal 2000, quando cantò nella “Gina” di Francesco Cilea, negli anni in cui il M° Stillo era Maestro di sala, e che è noto al grande pubblico per la sua interpretazione del grande cantante lirico Enrico Caruso nella fiction tv di Stefano Reali, “Caruso, la voce dell’amore”. Terranova è stato diretto da importanti direttori d’orchestra come Claudio Abbado, Gianandrea Noseda e Gianluigi Gelmetti ed ha strappato convinti applausi a scena aperta nell’attesa aria “Nessun dorma”, tutta la sua performance è stata di grandissimo livello. Nel cast, ancora, la bravissima cantante giapponese Yasko Sato, che ha fatto commuovere il pubblico con la sua straordinaria interpretazione di Liù, i cosentini Luca Bruno (Ping) e Saverio Pugliese (Pang) che con Marco Miglietta (Pong) hanno offerto una prova vocale e scenica impeccabile, Alberto Comes (Timur), un giovane basso dalla voce calda e potente di cui sentiremo parlare, Pietro Di Paola (l’imperatore Altoum), Alberto Munafò Siragusa (Mandarino) e Fan Jiacheng (il principe) perfetti nel loro ruolo. Il Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa e il Piccolo Coro del Teatro Rendano diretto da Maria Carmela Ranieri sono stati letteralmente magistrali e di grande impatto emotivo. In quinta, anche la Banda di palcoscenico, diretta dal maestro Francesco Di Rende puntuale nei suoi interventi con elementi del Liceo Musicale d Gravina di Crotone affiancati dai loro docenti che ha rappresentato un’operazione di promozione di giovani talenti del territorio. In totale più di 170 risorse artistiche per un allestimento che ha riscosso un grandissimo successo.
Poi una grande squadra dietro il palcoscenico che in questo triennio ha fatto funzionare tutto alla perfezione.
Un grande successo che chiude un eccellente triennio di programmazione del direttore artistico Maestro Luigi Stillo che si accinge ad una nuova programmazione brillante e ricca di soprese.