CAGLIARI: La bohème – Giacomo Puccini, 21 dicembre 2023 a cura di Loredana Atzei
LA BOHÈME
scene liriche in quattro quadri
libretto Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
musica Giacomo Puccini
editore proprietario: Universal Music Publishing Ricordi s.r.l., Milano
maestro concertatore e direttore Jaume Santonja
regia Mario Pontiggia
personaggi e interpreti:
- Rodolfo Francesco Demuro
- Schaunard Daniele Terenzi
- Benoît Matteo Peirone
- Mimì Marigona Qerkezi
- Marcello Bruno Taddìa
- Colline George Andguladze
- Alcindoro Matteo Peirone
- Musetta Daniela Cappiello
- Parpignol Moreno Patteri
- Un venditore Marco Frigieri
- Sergente dei doganieri Alessandro Frabotta
- Un doganiere Guerino Pelaccia
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari
maestro del coro Giovanni Andreoli
maestro del coro di voci bianche Francesco Marceddu
scene Antonella Conte
costumi Francesco Zito
luci Bruno Ciulli
coreografia Luigia Frattaroli
allestimento del Teatro Massimo di Palermo
Teatro Lirico, 21 Dicembre 2023
Le atmosfere di Parigi pervadono Cagliari con la Bohème di Puccini nel fortunato allestimento del Teatro Massimo di Palermo.
Ben ricostruita è la fredda soffitta dove vivono, lavorano, si innamorano e sperano questi giovani amici che nelle loro mani stringono un solo tesoro, la loro gioventù.
Dalla gelida stanza dove Rodolfo fa il suo primo incontro con Mimì si passa alle luci festanti nel Quartiere Latino con la folla, le estrose ballerine di can-can con le coreografie puntuali di Luigia Frattaroli, i pagliacci, il coloratissimo carretto di Parpignol circondato da bambini, e il Cafè Momus è trasformato in una sala da ballo all’aperto con tanti riferimenti alla pittura di Toulouse-Lautrec e alla Belle Epoque.
Siamo nel momento più vivace ed allegro della storia. Dove tutto è goliardia, divertimento, e dove il futuro sembra roseo come quella piccola cuffietta rosa che Rodolfo regala alla ragazza che ha appena scoperto di amare.
La neve che cade sullo sfondo nel terzo quadro crea con le luci un’atmosfera fatata per poi ripiombare nella soffitta tra tele incompiute e fogli bianchi con Marcello e Rodolfo incapaci di dipingere e di scrivere.
L’uno pensa a Musetta, l’altro non riesce a dimenticare Mimì.
La regia tradizionale di Mario Pontiggia si avvale delle belle scene di Antonella Conte, dei costumi di inizio novecento di Francesco Zito, e dell’efficace disegno luci di Bruno Ciulli.
Lo spostamento in avanti di circa mezzo secolo non disturba, anzi ne sottolinea l’aspetto giocoso, colorato, comico.
La storia scorre fluida con i ritmi cinematografici di una commedia. La modernità della musica di Puccini nella bacchetta energica del M° Jaume Santonia appare in tutta la sua modernità. Sotto la sua Direzione l’Orchestra di Cagliari enfatizza il dramma, accompagna dolcemente i sentimenti amorosi, si incolla alle immagini e ai protagonisti come una seconda pelle. Trascinante nel riso, commovente nel dramma corposa e dinamica nell’espressività.
L’impeto orchestrale è decisamente verista. I suoni sono potenti e il muro orchestrale pretende voci ampie che per fortuna ci sono.
Una vera e propria colonna sonora che accompagna la vita dei giovani protagonisti fino all’addio finale a Mimì, e con lei, ai loro sogni.
Tutti in parte gli interpreti.
A cominciare da Rodolfo interpretato dal tenore Francesco Demuro acclamato in tutti i maggiori teatri del mondo, e non a torto.
Caratterizzato da un timbro caldo, splendente negli acuti sfoggiati in più momenti (il do della gelida manina doppiato nella conclusione d’atto insieme al soprano) e un morbido legato.
Un Rodolfo, il suo, che innamora non solo con la voce ma anche con l’accuratezza nella recitazione. Giovane, spensierato, innamorato. Fino alla fine in cui pronuncia il nome di Mimì in un lunghissimo incredulo e disperato grido.
Al suo fianco nei panni di Mimì il soprano Marigona Qerkezi al suo debutto in un ruolo Pucciniano. Al suo personaggio infonde la freschezza, la sensibilità, una sottile malizia, e la dolcezza dello sguardo. Unisce ad una grande tecnica un timbro melodioso, e una potenza avvolgente. Una voce che in teatro corre benissimo raggiungendo ogni più piccolo anfratto e ogni fibra del cuore. Affascinati i pianissimi nel primo quadro e la messa di voce sempre limpida che si innalza in un crescendo che riempie di sonorità lo spazio valicando il potente muro orchestrale e mostrando un’estrema facilità nell’eseguire anche la più impervia pagina musicale.
Daniela Cappiello è l’affascinante Musetta. Voce chiara con grande ricchezza di armonici, sensuale e dagli atteggiamenti provocanti. Il suo elegantissimo vestito che sale e scende a mostrare la caviglia, e non solo, fanno impazzire di gelosia l’Alcindoro di Matteo Peirone e fanno sorridere il pubblico.
Il secondo quadro si conclude in modo decisamente comico con il sipario che si chiude proprio sul Alcindoro che sbalordito porta le mani alla testa dopo aver visto il conto.
È lo stesso Matteo Peirone a calarsi nel ruolo di Benoit. In entrambi i casi coglie i personaggi nel loro aspetto comico ma senza renderli grotteschi.
Il gruppo di amici vede in primo piano il pittore Marcello ben interpretato da Bruno Taddia con il giusto impeto giovanile e voce ben timbrata ma con volume inferiore ai due protagonisti.
E poi c’è Schaunard il musicista che ha la voce espressiva e la carica di simpatia di Daniele Terenzi che si immerge nel ruolo in modo esemplare con corredo di vocine e mosse di danza appena accennate.
E infine il filosofo Colline interpretato dal basso George Andguladze. Voce dal timbro scuro, profondo, dolente, fin quasi alle lacrime, nell’aria “Vecchia zimarra…”. Completano degnamente il cast il Parpignol di Moreno Patteri, il sergente dei doganieri Alessandro Frabotta, il Doganiere Guerino Pellaccia, e il venditore di Prugne Marco Frigieri.
Buona come sempre la prova del coro diretto da Giovanni Andreoli e quello delle voci bianche diretto da Francesco Marceddu.
Il teatro lirico di Cagliari conclude in bellezza la stagione lirica con questa Bohème che sarà replicata fino al 30 Dicembre.
Una Bohème che trasforma il palco in un angolo di Parigi e fa rivivere i sogni di gioventù dei protagonisti…che in fondo sono, o sono stati, un po’ anche i nostri.
Loredana Atzei