CARRARA: O PADRE, FIGLI, SPOSA STORIE DI RELAZIONI E DI AFFETTI 9 settembre 2017

CARRARA: O PADRE, FIGLI, SPOSA STORIE DI RELAZIONI E DI AFFETTI 9 settembre 2017

  • 11/09/2017

A cura di Circolo Carrarese Amici della Lirica “A. Mercuriali”

Alida Berti soprano
Rebeka Lokar soprano
Sofia Janelidze mezzosoprano
Ivan Ayon Rivas tenore
Pietro Mariani pianoforte

La musica e il canto nel melodramma da sempre sono espressione di tutti quegli affetti che nascono dall’incontro-scontro tra i diversi personaggi in scena. Alla base di tutto sta il legame interpersonale che, di volta in volta, dà voce alla tenerezza o all’odio, alla rabbia o alla pietà verso l’amato, il genitore, il figlio, il fratello, l’amico o il nemico. Sentimenti e parole che sono stati capaci di ispirare quelle tante arie che ancora oggi commuovono il mondo.


Splendida la location scelta per questo evento, ovvero il Duomo di S.Andrea, altrimenti nota come il Duomo di Carrara, una costruzione marmorea che val bene un’approfondita visita. Luogo suggestivo dunque, ma anche alternativo ad un più consono ambiente quale sarebbe il Teatro degli Animosi, sempre in Carrara, ma non ancora pienamente disponibile per chi chissà quali ragioni. Ancor meglio, sarebbe auspicabile il recupero del Politeama Giuseppe Verdi, vittima di numerosi crolli causati da incuria e abusi edilizi, ma che varrebbe la pena, se non altro per ragioni storiche, recuperare e rendere disponibile. Una di queste, mi è stata raccontata dal dott. Carlo Menconi (brillante presentatore della serata, oltre che vicepresidente dell’associazione), il fatto che sia uno dei due soli teatri intitolati al Cigno di Bussetto ancora in vita, ma anche l’unico che lo stesso Verdi abbia visitato se pur in incognito.

Organizzazione impeccabile quella del Circolo Carrarese Amici della Lirica “A. Mercuriali”, di grande sensibilità e attenzioni rivolte ai giovani talenti, ma che annovera anche la frequente presenza di nomi illustri del panorama lirico mondiale (si pensi soltanto al recente concerto capitanato niente meno che da Aprile Millo, dove si è potuto godere delle voci di Piero Giuliacci, Bruno Praticò e Sergio Bologna… solo per citarne alcuni), e che si sposta in modo organizzato per assistere ai più interessanti eventi sparsi per i vari teatri d’Italia.

Il concerto integrato nel Carrara Festival, un evento di notevole impatto, ha visto la presenza di un numeroso pubblico “colto” che non si è certo lasciato irretire dal maltempo, che lo si è saputo solo a térgo, ha causato non pochi danni e numerose vittime in quel della vicina Livorno. Un bel publico al quale l’associazione si è rivolta con un ottimo programma, lungi dagli schemi commerciali di grande richiamo, e particolarmente attento ad approfondire il tema proposto: O PADRE, FIGLI, SPOSA STORIE DI RELAZIONI E DI AFFETTI. Mi piace pensare che gli interessati ne apprezzino le parole qui riportate dal “foglio” di sala:

“Nel melodramma le storie si dipanano intorno a rapporti nati da sentimenti dipinti a tinte forti, amplificati dalle melodie e dalle interpretazioni vocali, spesso spinte fino alle zone più impervie del pentagramma, in un crescendo teso a sottolineare le situazioni più estreme. Sono rappresentati tutti i rapporti familiari; nessuno come Verdi, ad esempio, è riuscito a dipingere il rapporto padre-figlio o padre-figlia: un rapporto unico, puro, spesso sublimato dal sacrificio di uno dei due, oppure macchiato dall’egoismo del padre, come Amonasro che cerca di sfruttare la figlia per interessi politici, oppure il Doge Foscari, che, per interesse di Stato, sacrifica la vita del figlio Jacopo, o l’Imperatore Filippo II, che per amore della giovane sposa condanna il figlio Carlo. Nelle storie narrate dall’opera lirica la parte del leone la fanno però i rapporti dettati dagli “amorosi sensi”: amori spesso impossibili, ingannevoli, contrastati, traditi, sognati, negati, violenti, passionali o platonici. Impossibili come quello di Aida, combattuta tra l’amato Radames, gli affetti familiari e l’amor di Patria (qui Radames verrà… oh cieli azzurri); come quello di Lucia di Lammermoor decisa a sposare il suo Edgardo contro la volontà del fratello che invece la vuol maritare ad un altro per interessi economici (regnava nel silenzio); contrastato come quello della sarta Luoise per il suo poeta Julien, che la famiglia non accetta; neanche la malattia del padre e i suoi sensi di colpa potranno però tenerla lontana dal suo amato (depuis le jour); sognati come quello di Rodolfo per la sua Mimì che giovanissima gli sarà strappata da un male incurabile nella povertà di un’apparente spensieratezza di una Parigi Bohemienne (che gelida manina); ingannevoli, come quelli del Duca di Mantova nei confronti dell’invece innamoratissima Gilda, filgia di Rigoletto (ella mi fu rapita… parmi veder le lagrime); come quello di Dalilah che vuole irretire Sanson per sconfiggerlo (mon coeur). Violenti e passionali, come quello di Scarpia per Tosca, la quale si vedrà costretta ad uccidere per non cedere all’orrendo ricatto del barone (vissi d’arte); passionali, come quello di Hoffmann per Giulietta, cui dedica un brindisi sul Canal Grande dopo averla sentita cantare in duetto la celebre barcarola (belle nuit); negati, come i molti rifiuti dall’algida Turandot, la “principessa di gelo” che solo alla fine cederà agli impulsi del cuore per il principe ignoto (in questa reggia). Ma non sono solo i rapporti amorosi a tessere le reti del melodramma: c’è la riconoscenza della cieca, madre de La Gioconda, che per ringraziare la moglie del Doge, che l’ha salvata da assurde accuse di stregoneria, le dona con amore un rosario (voce di donna o d’angelo); c’è la gelosia, sorda e covata per anni, di Abigaille, figlia adottiva di Nabucco che invece le preferisce la vera figlia Fenena, gelosia poi amplificata dal rifiuto dell’uomo da cui si sente attratta, Ismaele, che invece ama, riamato la sorellastra (ben io t’invenni… anch’io dischiuso un giorno); c’è il riscatto di Faust, che potrà alla fine affrancarsi dalle insidie delle lusinghe di Mefistofele: un legame corrotto dalle promesse di eternità del maligno che solo la forza evocatrice di un luogo ed un amore puro potranno spezzare (salut! demeure chaste et pure)”

Straordinari i quattro interpreti scelti per la serata, accompagnati al pianoforte dal Maestro Pietro Mariani. Due i soprani (scelta insolita ma coerente con il programma), Alida Berti, appassionata e appassionante e Rebeka Lokar dalle impressionanti doti vocali. Vi è poi il mezzosoprano Sofio Janelidze dal timbro caldo e robusto e non ultimo il giovanissimo e squillante tenore peruviano Ivan Ayon Rivas, che speriamo di incontrare presto in qualcuno dei suoi prossimi impegni in produzioni teatrali.

Roberto Cucchi

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