“Cerco la luce sempre, in tutte le persone e cose” – intervista a Federico Longhi
a cura di Roberto Cucchi
Abbiamo raggiunto al telefono Federico Longhi, sempre in corsa e presissimo tra una produzione e l’altra, per porgli qualche nuova domanda. Dove ti trovi al momento?
A Genova per la produzione di Gianni Schicchi
In realtà saremmo curiosi di conoscerti, come si suol dire, un po’ più da vicino: come ti definiresti in tre aggettivi?
solare, spiritoso, decisivo…
Sei religioso?
si assolutamente, la mia vita segue due Credo, religioso e artistico
Quali sono le tue paure?
paura di affogare, adoro l’acqua mi tufferei in pieno oceano ma poi ? (ahhaahh)
Quali le tue certezze?
beh, l’unica certezza è l’Amore nel senso più elevato del termine
Cosa ti rende felice?
la natura, la sua bellezza, la luce che emana in ogni sua stagione. La luce mi rende felice, cerco la luce sempre, in tutte le persone e cose. Purtroppo spesso trovo il buio, allora esco mi allontano e continuo la mia strada, la mia ricerca.
Cosa invece ti rattrista?
l’impotenza, non poter far qualcosa per aiutare per risolvere. Mi rattrista la cattiveria, lo sporco, l’ignoranza.
Ti ritieni fortunato?
si molto e per questo ringrazio sempre.
Sei superstizioso? Hai un portafortuna che tieni con te?
assolutamente NO
Ti conosciamo anche come un ottimo cuoco, fortemente legato alla tua terra, la Valle (d’Aosta) come la definisci amorevolmente, e alla tradizione
Beh, terra unica forte potente piena di energia, nella quale torno vivo e mi ricarico. Dal punto di vista enogastronomico la difendo la valorizzo, la promuovo sempre.
Da dove nasce la tua passione per la cucina?
Nasce sin da piccolo, ho sempre spadellato poi pian piano ho imparato a cucinare sino all’esperienza in ristorante per 4 anni, troppo bella divertente e formativa, tutt’ora cucino e sperimento nuove combinazioni alimentari.
Qual è il piatto a cui non sai rinunciare?
la lasagna… adorooooo, poco valdostana ma molto buona…ovvio, ho la mia variante Val d’Aosta style, aggiungere della Fontina nella besciamella. Top!
Cosa non manca mai nel frigorifero di casa tua?
Il prosciutto cotto…. cotto al vapore, artigianale, c’e un macellaio qui vicino casa che lo produce…. e poi il Bleu d’Aoste un formaggio erborinato Valdostano appunto, lo puoi abbinare facilmente, largo alla fantasia
Per restare in tema di tradizione, e d’arte, potendo scegliere: Regie-Theater o Teatro di tradizione?
Beh tutto si può fare, importante è mai snaturare mai uscire dalla vera storia sempre contestualizzare
Come vivi durante i soggiorni di lavoro?
bene, cerco di conoscere il più possibile la città… il luogo, cammino molto, mi perdo e mi ritrovo, cerco di conquistarla da solo, mi piace assai mi rende forte e sicuro per poterla vivere meglio.
Qual è la tua dieta?
EEEEEHHHHH?????? che vuol dire?? (ahahaha) tasto dolente assai… comunque ora da una anno e più seguo un semi digiuno, cioè dopo le 18 non tocco più cibo, e qualora capitasse recupero il giorno seguente, ciò mi ha portato molto benessere psicofisico.
Quali le tue frequentazioni?
beh frequento gli amici le persone a me care, con le quali sto bene. Almeno nel privato scelgo con chi stare.
La famiglia. Come impatta la tua professione con quelli che sono i tuoi rapporti affettivi?
beh convive a pari passo, ormai dopo venti e passa anni tutto procede, sacrifici sempre, ovvio, ma fanno parte della vita.
La persona che più di altre ha lasciato un segno tangibile nella tua vita?
direi Le persone, al plurale, ognuno di loro ha lasciato molto e continua a lasciare, certe non ci sono più altre sono passate andate, altre sono da sempre per sempre.
Oggigiorno la professione di artista lirico richiede una maggiore flessibilità rispetto al passato nel passare rapidamente da un ruolo all’altro, cosa che a te riesce con estrema facilità. Penso a Gianni Schicchi, piuttosto che Amonasro in Aida o a Enrico nella Lucia di Lammermoor, piuttosto che Guy de Montfort ne Les vêpres siciliennes o Ping nella Turandot, questo spostandoti da Wurzburg a Genova, da Verona a Palermo e a Novara, e via discorrendo in continui andirivieni. In cosa trovi le energie per affrontare quelle che potremmo definire come le sette fatiche di Ercole?
beh, l’energia viene dal fatto che ci siamo, che c’è lavoro che i teatri ti cercano, ti senti voluto, e quindi hai voglia di dare, la testa fa molto, ha il potere di bilanciare e calibrare il tutto, poi certo ci vuole il riposo il silenzio, lo stop, e poi via più carichi di prima.
Come dicevi, ora ti trovi a Genova per il ruolo del titolo di Gianni Schicchi. Vuoi raccontarci qualcosa in merito a questa produzione… qualche anticipazione?
Esperienza unica, col Grande Panerai, che Mito, un’artista come lui che ha creato la regia ma al tempo stesso ti segue come cantante come musicista come uomo… che fortuna questa… unica direi. Altro valore aggiunto è Valerio Galli, direttore, ci si conosce da lungo tempo ormai… ora essere da lui diretto è bello ed emozionante. Grazie per tutto questo.
Un piatto genovese che ami particolarmente?
la cima ed il pesto…mmmmm
Presto un nuovo debutto in Tonio ne i Pagliacci al Teatro Massimo di Palermo, aspettative?
nessuna… spero di poterlo rendere al meglio, ruolo top, già solo presentandosi col Prologo, bella botta, e poi tutta l’opera basata sul teatro sulla parola, sono molto felice e grato, non vedo l’ora.
Anche qui, un piatto palermitano irrinunciabile?
oh sluuuuurp, tanti buoniiiii, gli aneletti al forno, e la bistecca arrosto, adoro.
Il ruolo già debuttato che più ami?
Rigoletto, Falstaff.
Quello che vorresti debuttare?
Jago, Scarpia.
Abbiamo compiuto qualche passo avanti nella conoscenza di questo straordinario artista che amiamo particolarmente, e non è un caso l’aver voluto condire quest’intervista con qualche ghiottoneria culinaria a completamento di quella che definirei la delizia dei sensi. Federico lo abbiamo sentito cantare, lo abbiamo visto muoversi sulla scena e, arte aggiunta al valore, lo abbiamo conosciuto in cucina dove gusto, aroma e tatto hanno fatto il resto!