COSENZA: La Cenerentola – Gioachino Rossini, 30 ottobre 2024

COSENZA: La Cenerentola – Gioachino Rossini, 30 ottobre 2024

  • 06/11/2024

UN SUCCESSO L’APERTURA DELLA 59ESIMA STAGIONE LIRICA DEL TEATRO RENDANO DI COSENZA

SURREALE, MAGNIFICA CENERENTOLA: UNA FIABA CHE DIVENTA MUSICA RILETTA IN CHIAVE MODERNA

 

Teatro di Tradizione Alfonso Rendano, 30 ottobre 2024


Apertura col botto per la 59° stagione lirica del Teatro di Tradizione Alfonso Rendano di Cosenza. Scelta eccellente e temeraria quella del direttore artistico il maestro Luigi Stillo per dare il via alla stagione lirica con “La Cenerentola” ossia “La bontà in trionfo”, opera in due atti di Gioacchino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Qualcuno potrebbe non considerarla un’opera a pieno titolo da portare sul palcoscenico di un teatro di tradizione come quello cosentino, invece è stata una scelta vincente, come tutte quelle fin qui effettuate dal maestro Stillo che ha saputo far ripartire alla grande l’unico Teatro di tradizione calabrese, al quale è strettamente legato per esserne stato maestro di sala per circa 20 anni, con produzioni di assoluta eccellenza nelle quali ha affiancato a nomi di risonanza nazionale ed internazionale le eccellenze del territorio, così come in questi anni è riuscito a stringere collaborazioni e coproduzioni con enti, istituzioni e teatri di prim’ordine.

La Cenerentola, opera buffa a tratti comica, è entrata a gamba tesa davanti a una platea di melomani che hanno partecipato con attenzione e approvato con gli applausi. Una favola che è stata reinterpretata in chiave moderna da un cast d’eccezione per la regia di Matteo Anselmi, ripresa da Giulio Leone, con una cura nei dettagli che ne hanno delineato una modernità sorprendente; Cenerentola vittima non più di una matrigna, ma della societé e che il regista ha saputo ben rimodellare senza allontanarsi dall’opera rossiniana, Matteo Anselmi è riuscito a coniugare tra i personaggi la confusione e aria trasognata, aspetti propri dell’opera buffa con protagonisti che racchiudono atteggiamenti tipici della modernité. Ha creato l’indole di personaggi con caratteristiche ormai comuni, individui che vogliono apparire a tutti i costi e incarnano gli esponenti del consumismo e dell’indifferenza. Il direttore d’orchestra e maestro concertatore Francesco Di Mauro ha saputo dirigere l’Orchestra Sinfonica Bruzia e gestire la brillante e esplosiva musica di Rossini con uno spirito brioso e frizzante, coniugando un giusto equilibrio tra i recitativi, le arie e il movimento scenico. Ben dosati i colori, le entrate delle voci date con un tocco netto di bacchetta ha completato il resto. Interessante i recitativi accompagnati al pianoforte da Riccardo Pinna, maestro di sala e basso continuo. E poi lei, Cenerentola interpretata da Anna Doris Capitelli mezzosoprano italo-tedesco, che da inizio alla favola: “Una volta c’era un re che a star solo s’annoiò…” con un tono vocale flemmatico, ma ben cadenzato. Ha saputo ben incarnare Cenerentola adottando un piglio moderno e una voce con un pulito virtuosismo anche nei momenti di fioritura con difficolta esecutiva. Le sorellastre figlie di Don Magnifico, Clorinda interpretata da Sarah Baratta soprano di Cosenza che nell’interpretazione ha esibito la duttilità della sua voce e sua sorella Tisbe interpretata da Giulia Alletto mezzo soprano con una vocalità chiara, le quali se erano due ragazze sciocche e viziate, nella nuova revisione in chiave attuale con le loro voci e la loro presenza scenica hanno dato un taglio contemporaneo. Il coro lirico Francesco Cilea diretto da Bruno Tirotta ha trascinato la scena in momenti di alta tensione. I pezzi d’insieme che possono essere considerati un marchio di fabbrica di Rossini sono stati divertenti, soprattutto i duetti tra Ramiro interpretato da Enrico Iviglia che con voce brillante ha dato al principe di Salerno un tocco spiritoso e Dandini interpretato da William Hernandez baritono originario della Costa Rica, cameriere con la sua interpretazione un personaggio disinvolto. I due artisti non solo hanno reso con il bel canto una vivace esecuzione ma hanno dimostrato anche una brillante presenza scenica. Il filosofo Alidoro precettore del principe interpretato da Matteo D’Apolito con la sua voce da basso intonata e chiara è riuscito a rendere buffo il ruolo ed infine Don Magnifico che con piglio sicuro e grande presenza scenica è stato interpretato egregiamente da Paolo Ingrasciotta.

Il pubblico intervenuto alle due recite, ha tributato in entrambe scroscianti applausi e ripetute richieste alla ribalta dei protagonisti, decretandone il successo.

I costumi sono stati curati da Viola Sartoretto che ha trasportato gli antichi abiti dell’800 in vestiti moderni per una Cenerentola con mise contemporanee. La produzione, ben gestita dal direttore Giusy Ferrara ha regalato al Teatro Rendano una rappresentazione accurata e scrupolosa. Direttore musicale e assistente al direttore, Alfredo Stillo. Ovviamente non potevano mancare nell’opera le “pastiche” tanto amate da Rossini, sin dall’inizio con un tema molto noto tratto dal Barbiere di Siviglia E come tutte le favole non poteva che concludersi con il perdono, nella versione moderna trionfa la bontà e la realizzazione di se stessa a prescindere l’estrazione sociale.

Prossimo titolo della 59a Stagione Lirica sarà la Turandot di Giacomo Puccini, in occasione dei 100 anni dalla sua morte, il 19 e 21 Dicembre alle 20.30. Anche per questo secondo titolo il giorno precedente alla prima, il 18 Dicembre, è prevista la matinèe delle scuole e nel pomeriggio la presentazione musicologica.

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