FEDERICO LONGHI E LA MUSICA DA CAMERA

FEDERICO LONGHI E LA MUSICA DA CAMERA

  • 19/04/2018

Aosta, 12 aprile 2018

concerto di musica da camera

La Tour du Baillage (o Torre dei Balivi) ad Aosta è una struttura le cui origini risalgono all’epoca romana. Passata di mano in mano, dal lontano medioevo ad oggi, ha subito svariati rimaneggiamenti ed impieghi d’uso, passando da abitazione privata, a carcere per oltre trecento anni, e per finire ai giorni nostri a Conservatoire de la Vallée d’Aoste.

Ma non si pensi, prima di avvicinarsi, di stare per entrare in un vecchio castello dall’aria muffa e stantia come spesso accade nel far visita a questi pur affascinanti edifici. Al contrario, sorprendono le soluzioni hi-tech adottate e che per nulla fanno a pugni con l’architettura propria della costruzione. La pietra si sposa perfettamente col cristallo, il legno e le apparecchiature illuminanti e lo fa con grande eleganza.

Federico Longhi sembra raccogliere in sé tutti gli elementi di questo luogo esclusivo ed incantevole, sede dei suoi studi giovanili, e della stessa Valle che gli ha dato i natali. È sorridente, pacato e rasserena vederlo comparire sul palco cosi come veder comparire dietro la curva un nuovo paesaggio mozzafiato dalle cime innevate. Federico si presenta, presenta il programma della serata, parla un po’ di sé, presenta gli ospiti illustri convenuti tra i quali i compositori di alcuni brani eseguiti in prima mondiale assoluta, senza spocchia, elegante, genuino, sincero, amabile come un buon vino, come la pietra solido, come il cristallo limpido… e soprattutto, canta.

Raramente accade di passare serate belle come lo è stata questa. Federico è una perfetta combinazione di doti, passione, verve.

Ora, è proprio questo il punto: Federico canta. Nelle recensioni cui siamo ormai abituati non si fa che discutere di tecnica di emissione vocale quasi fosse il punto di arrivo per un professionista. Ma è solo la base dalla quale partire. L’artista va ben oltre la mera pratica. L’artista vero coinvolge lo spettatore in un rapporto empatico, oserei dire conviviale, il cui ricordo si preserverà indelebile nella memoria.

Val bene d’esser menzionata anche la valente pianista, il M°Maria Cristina Pantaleoni, che ha saputo rendere l’atmosfera con un tocco di classe non comune.

Personalmente, attendo solo il momento di assistere al ripetersi di autentici miracoli come questo.

Roberto Cucchi





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