GENOVA: La Cenerentola – Gioachino Rossini, 25 novembre 2022 a cura di Silvia Campana
Teatro Carlo Felice, 25 novembre 2022
È sempre interessante notare come, ad ogni nuova ripresa, i magici allestimenti luzzatiani, riescano a conservare ancora oggi quella rara miscela che permette all’autore, oggi come allora, partendo da una cura ed una passione tutta materica ed artigianale, di realizzare spazi ed ambienti dal fantasmagorico cromatismo e di parlare al pubblico in maniera diretta e fantasiosa andando a risvegliare nell’animo anche i più sopiti echi di quel colorato universo che dovrebbe essere appannaggio del mondo dell’infanzia e del gioco.
Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi ispirandosi proprio a questo sottile e magico mondo, ed in particolare allo storico allestimento del 1978 che l’artista creò allora per gli angusti spazi del teatro Margherita, per costruire la loro favola che, innestandosi sul telaio ideato dallo scenografo genovese, ne sviluppa e potenzia le variabili attraverso un uso di proiezioni garbate e fantasiose ed un gioco scenico convincente e raffinato. Un lavoro in punta di penna semplice e curato che accompagna felicemente la comicità insita in partitura senza alcuna inutile forzatura.
La giovane Hongni Wu nel ruolo del titolo si disimpegna con onore, la voce è interessante e le potenzialità innegabili anche se manca ancora all’artista quel corpo e quella maturità vocale ed espressiva indispensabili per destreggiarsi nel temibile carattere di Angelina.
Quale Lindoro Antonino Siragusa mostra la sicurezza tecnica e la professionalità più navigata, assai necessarie sia nell’affrontare le ardue puntature che il pesarese ha dedicato al ruolo di tenore sia per cesellarne il profilo espressivo.
Marco Filippo Romano quale Don Magnifico ci pone di fronte ad una caratterizzazione corretta anche se decisamente declinata verso una chiave buffonesca a tratti davvero troppo forzata.
Arguto e misurato si rivela invece il Dandini di Roberto De Candia sempre in equilibrio tra comicità ed eleganza.
Molto bene anche Gabriele Sagona quale Alidoro, Giorgia Rotolo e Carlotta Vichi nei rispettivi caratteri di Clorinda e Tisbe.
Un po’ altalenante per compattezza ed unisono la prova del Coro del Teatro Carlo Felice diretto da Claudio Marino Moretti.
Nel suo complesso interessante la lettura di Riccardo Minasi che, alla guida dell’orchestra del Carlo Felice, centellina con cura minuziosa la partitura rossiniana ottenendo, con buona pace forse di qualche eccessiva dilatazione dei tempi, un’interpretazione raffinata nei colori e sensibile nell’espressione.
Sala gremita, moltissimi peraltro i giovani studenti presenti a testimonianza dell’attenzione che il teatro sta rivolgendo al mondo dell’istruzione, e numerosi applausi per tutti gli interpreti ed il Direttore.
Silvia Campana