GENOVA: Lucia di Lammermoor – Gaetano Donizetti, 15 novembre 2024 a cura di Silvia Campana
Teatro Carlo Felice, 15 novembre 2024
Lo spettacolo di Lorenzo Mariani nato nel 2018 (allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao) e poi in viaggio durante gli anni sui palcoscenici di diversi teatri non risulta di facile definizione.
La produzione si conferma impostata su di uno spazio scenico sostanzialmente fisso a cui fanno da sfondo alcune proiezioni che vorrebbero rimandare ad una cupa foresta perennemente flagellata dalle intemperie ed in questo contesto pseudo romantico viene innestato un piano drammaturgico frammentario dove sembra farla da padrone una società violenta dominata in particolare dalle figure maschili (Enrico, Edgardo, Normanno) prevaricanti rispetto a quelle di Lucia e Raimondo, il taglio registico risulta inoltre discontinuo ed il lavoro sui caratteri troppo sommario ed incoerente con un esito nel suo complesso poco coinvolgente e teatralmente sterile.
Il cast impegnato in palcoscenico ha conosciuto momenti alterni. Mina Minasyan è artista dall’interessante strumento ma la cui vocalità appare poco adatta ad un’attenta chiave interpretativa di questo vero e proprio monumento del teatro femminile donizettiano.
Lucia infatti non può più ad oggi limitarsi ad una lettura prettamente virtuosistica e vocale ma anzi deve essere arricchita di sfumature che hanno spesso ampi rimandi espressionistici specie (come in questo caso) con la versione della pazzia per glassarmonica. La prestazione della Mynasian risultava dunque perfettibile sotto molti profili sia sotto l’aspetto vocale, a tratti ancora troppo impreciso tecnicamente, sia sotto quello interpretativo, nel suo complesso troppo sommario e poco approfondito.
Convinceva appieno Iván Ayón Rivas quale Edgardo. La vocalità dell’artista è contraddistinta da una timbrica ben proiettata e rotonda, inoltre l’accento corretto e sfaccettato e la tecnica sicura hanno favorito un’interpretazione a tutto tondo anche scenicamente efficace.
Professionale ed intenso, anche se a tratti vocalmente un po’ fuori ruolo, Franco Vassallo che ha regalato al suo Enrico tutto lo smalto della sua provata professionalità.
Misurato il Raimondo delineato da Luca Tittoto. Completavano correttamente il cast: Alena Sautier (Alisa), Paolo Antognetti (Arturo) e Manuel Pierattelli (Normanno).
Il coro, diretto da Claudio Marino Moretti, sostanzialmente ridotto a causa di una protesta sindacale, ha cercato comunque di portare in porto lo spettacolo al suo meglio.
Francesco Ivan Ciampa alla guida dell’orchestra genovese non ha contribuito a donare particolare mordente alla serata offrendo una lettura della partitura certo professionale e corretta ma decisamente impostata, a mio avviso, su tempi troppo dilatati.
Sala gremita ed applausi cortesi per la ripresa di questa produzione cui forse lo sciopero ha contribuito alla poco concentrata definizione.
Silvia Campana