Gianluca Mertinenghi – Direttore Musicale del Teatro Nazionale Macedone di Skopje
Mi è stata rivolta spesso la domanda “perché i teatri dell’est” da moltissimi fans del sito, ed ecco il quanto: fu di ritorno in Italia da una bellissima rappresentazione di Aida al Summer Festival di Spalato, cercavo sul web qualche notizia, una recensione… nulla! Nacque così l’idea di un nuovo sito che andasse a coprire quelle aree delle quali nessuno sembrava interessarsi, quasi non esistessero, o non fosse noto a tutti che in molti di questi teatri lavorano altrettante eccellenze italiane. Certo Spalato non rappresenta propriamente la cultura che tutti oniricamente immaginiamo di trovare ad est. Chi la conosce sa bene quanto vi sia rimasto dell’antica Roma e di come bene sia stato conservato!
È iniziata così quest’avventura romantica che come in un viaggio la cui meta è ignota, ci ha portati a raccontare l’Opera e i suoi Interpreti in ogni dove nel mondo, naturalmente e idealmente proseguendo sempre dritto verso est! Gira, gira… si scopre presto che ogni teatro è ad est di quello che lo precede, e gira gira, presto ci si ritrova proprio al punto di partenza dove, con piacere, si incontrano nuovamente le stesse persone.
Siamo quindi a parlare con il Maestro Gianluca Martinenghi, che di quell’Aida a Spalato fu direttore dell’Orchestra, ed è fresca la notizia della sua nomina a Direttore musicale del Teatro Nazionale d’Opera e Balletto della Macedonia a Skopje.
- Dirigere un teatro all’estero è un po’ come essere gli ambasciatori della cultura del proprio paese?
Principalmente va riconosciuta a questi teatri una propria tradizione artistica, di assoluto rilievo, e una capacità produttiva importante: Il Teatro Nazionale macedone, a livello di programmazione è assimilabile ai teatri tedeschi, un numero definito di produzioni nuove nell’arco di una stagione e tanti titoli di repertorio. Le alzate di sipario durante l’anno sono davvero molte. Detto questo devo anche ammettere che questi teatri non necessitano certo che qualcuno porti loro il verbo della tradizione dell’opera italiana, perché già di per sé hanno una conoscenza molto avanzata del repertorio a vari livelli, semmai riscontro sempre la piacevole sensazione del confronto e dell’apprendere tutto ciò che magari non è assimilato a livello di stile e questo è sicuramente un ottimo intento per migliorarsi.
- Qando si pensa all’Opera subito la mente corre all’Italia e ai suoi illustri rappresentanti, tanto da farla apparire di nostro esclusivo retaggio. L’idea generale è che i teatri stranieri siano a caccia delle eccellenze italiane da assumere per carpirne i segreti. È così?
Ripeto il concetto espresso nella precedente risposta: non riscontro la necessità di una guida, ma il desiderio di un confronto culturale per definire i concetti riguardanti lo stile. Poi certo diventa importante il rapporto che si instaura tra le masse artistiche e il loro direttore.
- Diamo per certo l’alto livello di preparazione musicale di strumentisti e orchestre, ma l’Opera Italiana è un’altra cosa. Sbaglio nel pensare che per riuscire in una buona rappresentazione dell’Opera le sarà necessario riuscire a trasmettere valori e cultura della così detta italianità?
Ho trovato al Teatro Nazionale di Macedonia molti musicisti di alto livello, sia nell’orchestra che nel coro, è evidente che la loro scuola musicale possiede basi molto forti. Sarei felice di riuscire ad impostare con loro una serie di titoli di repertorio con degli elementi di tradizione chiari e ben definiti, cosicché chiunque poi li dirigerà possano avere una solida conoscenza su cui basare il loro giudizio e la loro eventuale crescita. Questo penso possa essere il mio compito. Penso anche che io stesso avrò molto da apprendere da loro.
- Riguardo ai solisti, ci sono buoni interpreti macedoni? Sono previsti ospiti di “importazione”?
Ho trovato in questa terra fortissimi talenti, direi talenti puri, strumentisti di grande bravura e vocalità di assoluta rilevanza. Come lei sa, abbiamo esempi di solisti di livello internazionale provenienti dalla Macedonia, nella produzione talvolta vengono ospitati solisti internazionali anche di grande prestigio. Questo non significa che il Teatro non sia in grado di mettere in scena una propria produzione basandosi unicamente sulla compagnia stabile e le proprie forze interne.
- In Italia il teatro d’opera sta cercando in tutti i modi, spesso anche sbagliando metodo, di recuperare pubblico tra i giovani. Com’è il pubblico macedone: più giovani o più anziani? È un pubblico esigente?
Il Pubblico macedone è un pubblico del tutto eterogeneo ed è un pubblico che ben capisce i valori rappresentati: non esigente, ma competente.
- Il cartellone: quali saranno le opere di riferimento per la prossima stagione? Sono quelle preferite dal pubblico o si dovrà scommettere su un repertorio innovativo?
Il cartellone, che è in via di definizione, sarà un cartellone basato sullo sviluppo dei vari repertori, a cominciare da quello italiano, con i suoi titoli più famosi e più di nicchia, per poi abbracciare le varie culture, come quella francese, tedesca, russa… una grande varietà degna dei cartelloni internazionali.
Non ci resta che augurarle un grandissimo in bocca al lupo e una buona permanenza in quel di Skopje, in attesa di essere invitati ad assistere ad almeno una rappresentazione, che ne siamo sicuri, porterà il tocco di un grande artista italiano.
Roberto Cucchi