HAMBURG: la Cenerentola – Gioachino Rossini, 31 dicembre 2019
La Cenerentola
melodramma giocoso di Gioachino Rossini
su libretto di Jacopo Ferretti
(Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo)
Direttore Matteo Beltrami
Regia Renaud Douced
Personaggi e Interpreti:
- Don Ramiro, principe di Salerno Xabier Anduaga
- Dandini, suo cameriere Kartal Karagedik
- Don Magnifico, barone di Montefiascone, padre di Maurizio Muraro
- Clorinda Galina Benevich
- Tisbe Ida Aldrian
- Angelina, sotto il nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico Annalisa Stroppa
- Alidoro, filosofo, maestro di Don Ramiro Torben Jürgens
Scene e costumi André Barbe
Luci Guy Simard
Chor der Hamburgischen Staatsoper
Maestro del Coro Cristian Günther
Philharmoniches Staatsorchester Hamburg
Amburgo, 31 dicembre 2019
Questa volta Cenerentola lavora nella banca del patrigno sull’orlo della bancarotta, il quale, presumibilmente, ha tutto interesse a che una delle due figlie sposi il principe così da sanare il bilancio. Alcuni monitor in bella mostra evidenziano la curva in discesa sul grafico degli spostamenti azionari. Curva che impazzirà in improbabili evoluzioni acrobatiche al rifiuto del “salvatore” di maritarsi con una delle due sorellastre, con conseguente irruzione degli investitori in rivolta subito sedata dall’intervento della polizia armata di manganelli a protezione del banchiere.
HAMBURGLa produzione di concezione scenico-registica tutta francese, giunge alla 39° rappresentazione dalla première dell’ormai lontano 8 maggio 2011, richiamando l’attenzione sul grave e attualissimo argomento inerente l’andamento dei mercati e della tirannia esercitata dagli stessi sulla vita delle persone. Lode a Renaud Douced autore delle coreografie oltre che dell’idea registica.
A tal proposito si chiamano in causa i Teletubbies, celebre serie televisiva britannica per bambini in età prescolare per la regia di Anne Wood e Andrew Davenport, dalla quale si traggono non soltanto lo spunto bensì le ambientazioni fantasiose ed i costumi. Di fatto i Teletubbies sono controllati nelle loro azioni da un megafono che di tanto in tanto spunta dal terreno dicendo loro quello che devono fare. Ad “agevolare” le comunicazioni un ricettore, o meglio un’antenna, posta sulla cuffietta indossata dai personaggi. Il tutto si svolge all’interno di una cupola dove i fiori parlano, girano coniglietti e si può solo udire il canto degli uccellini.
La “nostra” scena di André Barbe (così come i costumi) è molto ben curata ed estremamente funzionale: tre porte automatiche danno accesso rispettivamente ai locali di servizio, alle cassette di sicurezza ed alla vetrata d’ingresso alla banca. Posto al primo piano il caveau, cui si accede mediante un ascensore panoramico, all’interno del quale pare dimori Don Magnifico. Benissimo le luci curate da Guy Simard.
Si svelerà l’arcano allorché il principe, liberatosi della cuffietta e dal relativo controllo, deciderà di sposare Cenerentola, fuggendo in luna di miele con un razzo spaziale alla volta della Luna su cui campeggia la scritta “ DIVENTA SUA MOGLIE”.
Interpreti di maggior rilievo in questa rappresentazione di capodanno alla Staatsoper di Amburgo sono certamente la Philharmoniches Staatsorchester Hamburg guidata egregiamente dal M° Matteo Beltrami, che insieme hanno dato il meglio in un’esecuzione dai tempi serrati, con sfumature di colore centratissime ed un perfetto balance tra buca e palco. Se a questo si aggiunge l’avvicendamento di una buona parte dell’organico, cosa che normalmente accade nei teatri di repertorio tedeschi, è facilmente intuibile quale sia il livello di preparazione dei singoli elementi, ma e soprattutto quali siano le peculiarità straordinarie di un direttore che non finisce mai di sorprenderci. Benissimo il Chor der Hamburgischen Staatsoper preparato dal Maestro Cristian Günther.
Dal palco giunge forte e chiara la voce di Don Ramiro, ottimamente interpretato dal tenore catalano Xabier Anduaga (già apprezzato nel Barbiere di Siviglia al Teatro Regio di Parma ). Bellissimo timbro, facile negli acuti ed ottima proiezione del suono in tutto il registro. Perfettibile la dizione. È piaciuto anche il Dandini del baritono Kartal Karagedik per la buona caratterizzazione, mai eccessiva. Il basso Maurizio Muraro è un perfetto Don Magnifico dall’ottima presenza scenica e di altrettanto buona capacità interpretativa. Molto bene le sorellastre Tisbe e Clorinda, rispettivamente il mezzosoprano Ida Aldrian ed il soprano Galina Benevich (anche questa entrata in scena senza aver beneficiato del piano di prove). Decisamente meno a fuoco vocalmente l’Alidoro del basso Torben Jürgens. Per concludere il ruolo della protagonista interpretato dal mezzosoprano Annalisa Stroppa. Di lei possiamo certo apprezzare un bel colore ed un’ottima gestione del proprio mezzo vocale nella tessitura acuta, non di meno va’ però riportata una carenza nella proiezione nelle note basse. L’aria finale “non più mesta” viene risolta con professionalità ma, a mio personale giudizio non convince appieno, probabile complice una regia che per quanto interessante in termini di spunti di riflessione risulta essere un po’ fredda.
Roberto Cucchi