MODENA: UNA FANCIULLA DEL WEST IN COPRODUZIONE CON IL NEW YORK CITY OPERA
Dopo il Trittico, la stagione lirica al Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” prosegue giovedì 22 febbraio 2018 alle ore 20 e domenica 25 alle 15.30 con un altro titolo di Puccini, La Fanciulla del West, assente da ottant’anni dal palcoscenico modenese. Lo spettacolo, firmato da Ivan Stefanutti, è frutto di una coproduzione italoamericana che ha aperto la stagione del New York City Opera a settembre 2017 prima di andare in scena a Lucca, Pisa, Ravenna e Livorno. Dirige lo statunitense James Meena, direttore dell’Opera Carolina dove l’allestimento ha debuttato lo scorso aprile.
L’opera di Puccini si vide la prima volta nel 1910 al Metropolitan di New York, sotto la bacchetta di Arturo Toscanini. Ambientata nel 1850 fra i minatori delle Cloudy Monuntains della California, si apre in un Saloon di quello che oggi chiameremmo Far West. La proprietaria è Minnie, protagonista dell’opera e innamorata del ricercato bandito Dick Johnson, la cui vita lei riesce a proteggere fino al lieto fine.
Il ruolo del titolo sarà affidato ad Amarilli Nizza, soprano affermato a livello internazionale già ospite di teatri quali Covent Garden di Londra, Staatsoper di Vienna, Deutsche Oper Berlin, Teatro la Fenice di Venezia, Teatro Regio di Torino e Teatro dell’Opera di Roma. Il bandito Dick Johnson sarà Enrique Ferrer, tenore spagnolo applaudito al Covent Garden di Londra, al Teatro Carlo Felice di Genova, alla Fenice di Venezia, al Teatro Châtelet di Parigi, al Teatro Musicale di San Pietroburgo e al Kennedy Center di Washington. Lo sceriffo Jack Rance, baritono, sarà interpretato da Elia Fabbian il 22 febbraio e da Enrico Marrucci nella recita domenicale.
Il 22 febbraio, prima della prima, alle ore 18, si terrà un incontro di presentazione dell’opera al Ridotto del Teatro (ingresso libero, da Via Goldoni 1) con Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera e esperto di rilievo nazionale.
Ivan Stefanutti trasporta lo spettatore nell’America della corsa dell’oro facendo leva su una scena di impostazione tradizionale e su costumi fedelissimi, da lui stesso curati. Regista italiano fra i più attivi, Stefanutti ha firmato spettacoli operistici che hanno avuto fortuna duratura, come una Bohème vista in pochi anni in oltre 28 teatri e attualmente ancora in programmazione o un Andrea Chenièr andato in scena la prima volta nel 1996 e tuttora in repertorio.
“Quando l’ambiente si fa estremo, cadono le maschere e si mostrano i veri volti – racconta della Fanciulla del West -. È il momento in cui si consente a ogni emozione di trovare la sua strada e manifestarsi. Chi desidera una persona può usare tutti i mezzi, leciti e non leciti, per averla. Si diventa bari per salvare il proprio uomo. L’imbroglio non è più reato se è solo un mezzo per proteggere l’amato bene. La stessa protagonista, con parole di oggi, potrebbe essere definita ‘politicamente scorretta’, ma indiscutibilmente vera, reale! È disposta a divenire una fuggitiva per amore e nulla la fermerà. La narrazione ci porta a osservare attentamente i personaggi, quasi psicanaliticamente. Gli antagonisti hanno moltissime sfumature e un comportamento sgradevole potrebbe essere solo la reazione alla sofferenza. La vita è la vita e non sempre va come vorremmo. A volte le eredità sono pesanti, inaspettate e soprattutto non desiderate. A volte si deve giocare e giocare sporco. Ma proprio perché riconosciamo la sincerità dei personaggi ci commuoviamo al loro canto. Infine, la Fanciulla può essere letta anche come una dichiarazione d’affetto per quell’umanità che sembra destinata a lottare e non vincere mai, ma che quando riesce a essere se stessa, vince sempre.”