NAPOLI: Maometto II – Gioachino Rossini, 29 ottobre 2023, a cura di Jorge Binaghi
Gioachino Rossini
MAOMETTO SECONDO
Dramma in due atti su libretto di Cesare Della Valle, dal suo Anna Erizo
Direttore Michele Mariotti
Regia Calixto Bieito
Personaggi e Interpreti:
- Paolo Erisso Dmitry Korchak
- Anna Vasilisa Berzhanskaya
- Calbo Varduhi Abrahamyan
- Condulmiero Li Danyang #
- Maometto II Roberto Tagliavini
- Selimo Andrea Calce #
# allievi Accademia teatro di San Carlo
Scene Anna Kirsch
Costumi Ingo Krügler
Luci Michael Bauer
Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Maestro del Coro Aggiunto Vincenzo Caruso
Nuova Produzione del Teatro di San Carlo
Teatro di San Carlo, 29 ottobre 2023
Saltata per uno sciopero la prima, questa pomeridiana ha preso il suo posto. Inutile sottolineare l’importanza del ritorno di un’opera seria e geniale di Rossini come Maometto II nella sala dove aveva visto la luce due secoli prima. Peccato che a un’ottima versione musicale non si sia accompagnato un altrettanto azzecato allestimento scenico.
Il nome di Calixto Bieito non è certo ignoto come non lo sono alcune sue genialità distintive (e sempre oggetto di discussione). I risultati sono di solito forti e possono o no piacere. Ad esempio, in questi giorni la sua lettura de L’Incoronazione di Poppea al Liceu di Barcellona è stata premiata dalla critica come migliore spettacolo della stagione scorsa. E si spiega: poche opere come questa di Monteverdi concedono uno spazio talmente importante a sesso e potere, due colonne portanti del teatro che ama fare il regista catalano. Non è il caso di Maometto (e nemmeno dell’Aida che a Berlino è stata oggetto di contestazioni pesanti alcune settimane fa). E infatti l’unico momento “interessante” in una regia altrimenti piuttosto inerte (vedi il coro, che solo nel finale primo ha fatto qualche mossa) è stato il disgustoso e volgare tentativo di atto sessuale durante il duetto Anna-Maometto del secondo atto (che poi lei diventi per vendetta protagonista di una scena di seduzione sadomaso proprio stanno come i cavoli a merenda per un personaggio come il suo). L’unico personaggio con una qualche originalità non sfocata era appunto quello di Maometto, una specie d’intellettuale narcisista e naturalmente violento.
Alla fine una marea di fischi e addirittura qualche insulto nei confronti di una regia tutto sommato soprattutto inutile.
Importantissimo invece come si diceva l’aspetto musicale. A cominciare, come si deve, dalla direzione d’orchestra (che poi ha suonato magnificamente). Ormai non c’è quasi bisogno di sottolineare i tanti pregi di una bacchetta come quella di Michele Mariotti, non solo ma anche rossiniano doc. Grande concertatore che mai perde di vista il palcoscenico, è riuscito dalle prime battute a infondere un senso di tragedia che ha accompagnato tutto questo vero “sperimento” del grande Gioachino (niente sinfonia, il celebre terzettone di un’unità e teatralità assolute, pochissimi i numeri chiusi e niente cabaletta per la primadonna alla fine). Fraseggio ottimo e chiaroscuri impressionanti nell’alternarsi dei diversi affetti (in particolare quelli di Anna, Erisso e Maometto).
Molto bene anche il Coro preparato dal maestro aggiunto Vincenzo Caruso. E poi naturalmente i cantanti (perchè senza di loro un grande Rossini – e non solo lui – non è possibile).
Prove maiuscole da Vasilisa Berzhanskaya, un’Anna di bel timbro, gravi generosi, acuti squillanti, italiano da manuale, bravissima attrice (mi chiedo vista la giovane età se in futuro diventerà soprano o mezzo visto che i ruoli da Colbran o Falcon non sono tantissimi) e di Roberto Tagliavini (Maometto), voce morbida e vellutata, omogenea, un po’ meno riservato del solito come attore . Terzo in merito l’Erisso di Dmitry Korchak, un ruolo difficilissimo quanto ingrato (senza un assolo e con tanto da cantare): la voce si è ispessita e ha dei gravi più consistenti.
Calbo dovrebbe essere un vero contralto, perla sempre rara e oggi non facile da reperire. Varduhi Abrahamyan è brava cantante e una rossiniana esperta per quanto riguarda stile e tecnica. Se apre i gravi e in alcuni momenti il volume è un po’debole, viene a capo di un pezzo micidiale “Non temer: d’un basso affetto” dove si deve anche legare e slegare con una corda che in precedenza è servita anche allo stesso scopo nei confronti di Anna e Maometto (la simbologia mi sfugge, scusate la mia ignoranza).
Pubblico molto numeroso e participe sia per gli applausi agli interpreti (davvero ovazioni per Mariotti) sia per i “buh” ai responsabili dell’allestimento.
Jorge Binaghi