PARMA: La favorita – Gaetano Donizetti, 25 febbraio 2022 a cura di Roberto Cucchi
LA FAVORITA
dramma in quattro atti di Alfonso Royer e Gustavo Vaëz
versione ritmica italiana di Francesco Jannetti
Direttore Matteo Beltrami
Regia Andrea Cigni
Personaggi e Interpreti:
- Alfonso XI Simone Piazzola
- Leonora di Gusman Anna Maria Chiuri
- Fernando Celso Albelo
- Baldassarre Simon Lim
- Don Gasparo Andrea Galli
- Ines Renata Campanella
Scene Dario Gessati
Costumi Tommaso Lagattolla
Luci Fiammetta Baldiserri
ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
maestro del coro Corrado Casati
NUOVO ALLESTIMENTO
coproduzione
Teatro Municipale di Piacenza
Teatro Regio di Parma
Teatro Regio di Parma, 25 febbraio 2022
Giungo con forte ritardo a rendere conto degli avvenimenti in quel del Regio di Parma con la ripresa de La favorita, già peraltro documentata in occasione della premiere di Piacenza. Un ritardo dovuto allo sconforto per gli accadimenti che hanno sconvolto l’Ucraina e che inevitabilmente stanno investendo l’Italia insieme a tutto l’occidente e al resto del mondo. In questi giorni ho riflettuto molto circa l’opportunità o meno di pronunciarmi in merito alla questione, questo perché com’è chiaro Iteatridellest.com si occupa da sempre soltanto di teatro. Ma bisogna anche riflettere sul ruolo che il teatro ha e che maggiormente assume in momenti delicati come questo. Basti pensare alle posizioni prese dal Sindaco Giuseppe Sala e dal Teatro alla Scala di Milano nella persona di Dominique Meyer nei confronti prima del direttore Valery Ghiergiev, poi del soprano Anna Netrebko. Posizioni comprensibili, e se vogliamo condivisibili, delle quali hanno dato notizia giornali e televisione e che sono rintracciabili sui social-media. Due persone che sono divenute personalità di spicco a livello mondiale e delle quali giustamente la Russia (e per inciso del comune amico personale Vladimir Putin) può andare fiera, ma che proprio per questo rappresentano un flag, una bandiera, purtroppo schierata dal lato sbagliato della storia. A tal proposito mi sento di condividere uno stralcio da un lungo e riflessivo post pubblicato dalla direttrice Gianna Fratta che recita: “perché prima che musicisti siamo cittadini, prima che artisti siamo esseri umani, prima che interpreti e responsabili di note siamo interpreti e responsabili della società che contribuiamo a formare”.
Personalmente credo che non vi sia arte senza una visione, e non esiste una visione diffusa che non abbia ricadute sulla società. Cos’altro dovrebbe essere la politica se non una visione che si concretizza dando luogo ad iniziative atte al miglioramento.
Ci si aspettavano contestazioni dal pubblico parmense (o parmigiano che dir si voglia), per una regia (quella di Andrea Cigni) che a Piacenza non ha incontrato il favore del pubblico, e ancor meno, quello della critica. Il timore era che il fervore della cittadinanza avrebbe prevalso sul bon ton, e che forse non si sarebbe “portata a casa” neppure la recita. Non è andata così. In verità qualche mugugno tra i ranghi dello zoccolo duro lo abbiamo captato, ma niente di rilevante. Quello che penso è che forse si era tutti un po’ troppo (e ancora troppo poco) distratti dagli eventi della guerra, che forse ci si sentiva anche un po’ in colpa anche per il semplice fatto di trovarci a teatro mentre altri vivevano (o morivano) sotto alle bombe.
Il fatto è che lo spettacolo è potuto procedere senza interazioni indesiderabili da parte del pubblico, e che tutti gli artisti si sono esibiti dando il massimo. Anche se… in un particolare momento un suono sinistro ha costretto il direttore ad interrompere l’esecuzione. Un suono simile ad una sirena dovuto ad un incidente tecnico, che almeno per quel che mi riguarda, ha riportato il pensiero alla guerra. Era soltanto il rientro, come si definisce in gergo, del microfono nei riporti sul palco. Scuse del maestro, applauso caloroso dalla sala e Anna Maria Chiuri nel ruolo eponimo insieme con Simone Piazzola in Alfonso XI, hanno potuto riprendere a duettare splendidamente. In sostanza, complessivamente, una bella recita. Artisti rodati, meglio incentrati nella parte e più sicuri di sé; molte delle criticità vocali risolte, o quasi. Il tenore Celso Albelo nel ruolo di Fernando sembra aver fatto tesoro delle critiche che gli hanno obiettato una certa nasalità nell’emissione e si è prodotto in un’esibizione magistrale. Benissimo il basso Simon Lim già ampiamente apprezzato, che nel ruolo di Baldassare ha consolidato il successo piacentino. Corretti il Don Gasparo di Andrea Galli e Ines di Renata Campanella.
Inappuntabile la direzione del maestro Matteo Beltrami alla guida di un’ottima Orchestra Filarmonica Italiana e dell’ottimo Coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito da Corrado Casati.
Teatro vicino al sold-out e buona soddisfazione del pubblico.
Roberto Cucchi