PIACENZA: Madama Butterfly – Giacomo Puccini, 22 dicembre 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

PIACENZA: Madama Butterfly – Giacomo Puccini, 22 dicembre 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 23/12/2024
GIACOMO PUCCINI

Madama Butterfly

Tragedia giapponese in tre atti
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa

direttore Matteo Beltrami
regia Leo Nucci

Personaggi e Interpreti:

  • Madama Butterfly / Cio-Cio-San Claudia Pavone
  • Suzuki Irene Savignano
  • Kate Pinkerton Eva Corbetta
  • F.B. Pinkerton Angelo Villari
  • Sharpless Alessandro Luongo
  • Goro Manuel Pierattelli
  • Il Principe Yamadori Giacomo Leone
  • Lo zio Bonzo Mattia Denti
  • Yakusidé Eugenio Maria Degiacomi
  • Il Commissario Imperiale Fabrizio Brancaccio
  • L’ufficiale del registro Lorenzo Sivelli
  • La madre di Cio-Cio-San Betty Makharinsky
  • La zia Zhou Zhixin
  • La cugina Yoo Hayoung
  • Dolore Viktor Pastori

scene Carlo Centolavigna
costumi Artemio Cabassi
luci Michele Cremona
Assistente alla regia e movimenti coreografici Riccardo Buscarini
Assistente alle scene Francesca Nieddu
ORCHESTRA DELL’EMILIA-ROMAGNA ARTURO TOSCANINI
CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
maestro del coro Corrado Casati

Teatro Municipale, 22 dicembre 2024


photo©Gianni Cravedi

Per concludere l’anno del centenario pucciniano, inaugurando la sua stagione 2024/25 (e la recita a cui mi riferisco cadeva anche nel 166° compleanno del Sor Giacomo, nato il 22 dicembre 1858), il Teatro Municipale di Piacenza, nella persona della sua brillantissima direttrice Cristina Ferrari, ha puntato su Madama Butterfly, immortale capolavoro del Lucchese.

photo©Gianni Cravedi

Vorrei sgomberare subito il campo dalla cosa che mi è piaciuta meno di questa produzione: l’allestimento (regia di Leo Nucci, scene di Carlo Centolavigna, costumi di Artemio Cabassi e luci di Michele Cremona). Il celebre baritono ha scelto di rimanere nel solco della più consolidata tradizione e questo potrebbe anche andare bene; ma ci vorrebbero qualche idea, qualche senso teatrale del movimento, un tentativo di approfondimento psicologico, di intersezionalità tra i personaggi… insomma, ci vorrebbe una regia, al di là del consueto sfarfallio di ventagli e manine portate pudicamente di sbieco al visino. L’assunzione in cielo finale della casetta di Butterfly, un po’ buttata lì, non basta ad “assicurar le sorti” sceniche dello spettacolo.

photo©Gianni Cravedi

Peccato, perché in Orchestra (ottima la compagine della Toscanini) la lettura andava da tutt’altra parte, cioè quella giusta; Matteo Beltrami, sul podio, ha offerto della partitura pucciniana una lettura tesa, drammatica, asciutta, scevra da ogni grondante sentimentalismo. Il che, si badi bene, non significa fredda, tutt’altro. Qui ci si trova pienamente immersi nel Novecento musicale europeo; nulla da invidiare a Strauss o a Debussy, e tutto così straordinariamente Puccini; il gioco delle sonorità inquiete, delle tinte crepuscolari e disfatte, della frantumata vivisezione di un’anima attraverso la musica (così moderna, quanto moderna) trova attraverso la bacchetta di Beltrami piena realizzazione. Ascoltare tutta la lunga sezione musicale va dal Coro a bocca chiusa lungo l’Intermezzo sino al risveglio di Nagasaki, mostra, grazie a Beltrami, il senso profondo di un racconto cromatico che tramite le note si fa Teatro. Moderno e assoluto. Vero. Ciò che non si è visto in palcoscenico lo si è ascoltato qui.

photo©Gianni Cravedi

Claudia Pavone, ai suoi primi approcci con il ruolo, era Cio-cio-san. Ottima prova, misurata, pensata, bilanciata. Schietta voce di soprano lirico, non le consiglieremmo di cantare Butterfly una volta al mese, per la salute dell’organo vocale, ma tutto le è riuscito al meglio: il canto di conversazione, i suoi grandi momenti solistici, gli acuti, le filature.

photo©Gianni Cravedi

Angelo Villari (Pinkerton) è una garanzia. Solidissimo tenore dal registro acuto d’acciaio temperato, ha risolto alla grande il suo ingrato ruolo, ritagliandosi la sua meritata fetta di vibrante successo.

photo©Gianni Cravedi

Alessandro Luongo è stato uno Sharpless di elegante linea vocale e impeccabile musicalità; Irene Savignano (Suzuki) ha fatto sfoggio di un interessante colore mezzosopranile, ma vorrei risentirla in un ruolo maggiormente “cantabile”; l’impressione è stata a volte di un’emissione non troppo “libera”, un po’ intubata.

photo©Gianni Cravedi

Manuel Pierattelli (Goro) e Giacomo Leone (Yamadori) hanno svolto onestamente, se non indimenticabilmente, il loro compito. Bene Eva Corbetta nel breve cameo di Kate Pinkerton ed efficace l’intervento di Mattia Denti (Zio Bonzo). Tra gli altri comprimari citerò almeno Fabrizio Brancaccio (Commissario Imperiale) e Lorenzo Sivelli (Ufficiale del registro)

photo©Gianni Cravedi

Lodevolissimo il Coro del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati. Teatro esauritissimo e successo entusiastico.

Nicola Salmoiraghi

Share this Post