PISA: Iris – Pietro Mascagni, 13 e 14 gennaio 2018
Questo fine settimana, dopo il grande successo riscosso a Livorno, arriva al Verdi, la cupa fiaba mascagnana di ambientazione giapponese
CRUDA E CRUDELE, SORDIDA E DECADENTE, EROTICA ED ESOTICA: ECCO “IRIS”
Dirige Daniele Agiman, regia di Hiroki Ihara
Sabato mattina, nel Foyer, la presentazione-aperitivo
C’è molta attesa a Pisa per Iris di Mascagni, in programma al Teatro Verdi questo fine settimana (sabato 13 ore 20.30, domenica 14 ore 15.30) dopo il grande successo riscosso a maggio nell’anteprima in Giappone e di recente al Teatro Goldoni di Livorno, capofila di questa nuova coproduzione con il Kansai Nikikai Opera Theater di Osaka, il Teatro di Pisa e il Teatro del Giglio di Lucca.
Proposta nella sua versione integrale, l’opera è diretta dal M° Daniele Agiman, direttore principale per il repertorio italiano proprio all’Opera di Osaka, nonché bacchetta di raffinata sensibilità interpretativa e grande esperienza verista. A firmare questa nuova coproduzione è il regista giapponese Hiroki Ihara, già noto in Italia per alcune produzioni operistiche di successo (tra cui le pucciniane Butterfly e Turandot) e che qui dispiega tutta la sua elegante, pittorica stilizzazione drammaturgica del Giappone, sottolineando appieno le atmosfere di favola crudele proprie dell’opera mascagnana e la solitudine visionaria della giovanissima protagonista, vittima predestinata della cattiveria spregiudicata del mondo degli adulti.
Il cast è il risultato del Mascagni Opera Studio, il progetto del Teatro Goldoni che si è avvalso della preziosa collaborazione del Rotary Club Livorno e si è concluso con una masterclass condotta dal soprano di fama internazionale Paoletta Marrocu, anche protagonista del ruolo di Iris alla prima livornese e a Pisa sabato sera.
A Iris è dedicata anche la consueta presentazione-aperitivo: sabato mattina , alle 11, nel Foyer del Teatro. Introduce e coordina Stefano Vizioli, intervengono il musicologo Paolo Patrizi, il direttore artistico del Teatro Goldoni Alberto Paloscia, il M° Daniele Agiman e il soprano Paoletta Marrocu.
La storia è nota, ed è a tinte cupissime, crude e sordide: Iris è poco più che una bambina e viene rapita dal cinico Kyoto, tenutario di un bordello, su incarico del ricco e capriccioso Osaka il quale, invaghito di lei, prima l’adora, poi la maltratta e infine lascia che sia esposta nel quartiere a luci rosse di Tokyo dove la piccola, per la vergogna, si suicida gettandosi in una discarica e, morendo, si trasforma in un iris. congiungendosi al Sole che la libera dagli egoismi terreni.
Rappresentata per la prima volta il 22 novembre del 1898 in quello stesso Teatro Costanzi di Roma in cui otto anni prima il genio di Mascagni si era clamorosamente rivelato con Cavalleria rusticana, Iris non solo rappresenta il primo titolo del melodramma italiano ambientato in Giappone, ma segna una nuova fase dell’itinerario creativo del musicista livornese che, forte dello sperimentalismo drammaturgico e delle aperture europee del librettista Luigi Illica, si immerge qui nella temperie decadente e simbolista e dispiega al massimo, con grande originalità, la sua straordinaria attitudine nell’arte della strumentazione, in tutta la sua varietà di sfumature e di soluzioni, con una nitidezza già prettamente novecentesca. Iris ebbe subito un gran successo e per molto tempo è stato uno dei titoli più visitati dell’intero repertorio operistico, ma non è mai stata considerata opera dalla presa emotiva immediata. In Iris, infatti, come annota il M° Agiman, «Mascagni realizza, in piena unità di intenti con Illica, la sua “opera più filosofica” (così si esprime nelle lettere scritte nel periodo della composizione del lavoro), un’opera in cui il pubblico è chiamato non ad assistere ad una vicenda, ma a riflettere contemporaneamente allo svolgersi della vicenda stessa….e che vicenda! La più sordida trama che si potesse scegliere diviene il pretesto per una contemplazione delle vicende umane di cosmica portata: ad inizio e fine, il Sole, divinità concreta ed astratta insieme, canta un inno che ci dice della sua costante presenza come “grande occhio”, che contempla ma non partecipa alla vicenda terrena della fanciulla giapponese.»
Interamente nipponica la parte visiva della produzione, con le scenografie di Sumiko Masuda, i costumi originali di Tamao Asuka e le coreografie di Rina Ikoma. Doppio il cast impegnato: nel ruolo di Iris, sabato Paoletta Marrocu e domenica Valentina Boi; Manrico Signorini e Fulvio Fonzi si alternano nel ruolo del padre cieco), Paolo Antognetti e Samuele Simoncini in quello di Osaka, Carmine Monaco d’Ambrosìa e Keisuke Otani nel ruolo di Kyoto. Completano il cast Alessandra Rossi e Maria Salvini (entrambe nelle duplici vesti di Dhia e di Guècha), Didier Pieri (Un Cenciaiolo / Un Merciaiolo), Tommaso Tomboloni e Marco Innamorati (Due Cenciaioli). Orchestra Filarmonica Pucciniana, Coro Ars Lyrica, Maestro del Coro Marco Bargagna; Coro aggiunto per Inno del sole istruito da Luca Stornello.
Pochissimi ormai i biglietti rimasti disponibili, per maggiori informazioni tel 050 941 111 www.teatrodipisa.pi.it