SASSARI: Il barbiere di Siviglia – Gioachino Rossini, 5 novembre 2023 a cura di Loredana Atzei
Direttore d’orchestra Roberto Gianola
RegiaVictor Garcia Sierra
Personaggi e interpreti:
- Il Conte d’Almaviva Matteo Falcier
- Bartolo Marco Solinas
- Rosina Rosa Bove
- FIgaro Domenico Balzani
- Basilio Tiziano Rosati
- Berta Francesca Pusceddu
- Fiorello Dario Sogos
- Ambrogio Gavinuccio Ruda
Maestro del coro Salvatore Rizzu
Costumi Marco Guion, Allison Quinones
Scenografia Paolo Vitale
Luci Tony Grandi
Orchestra dell´Ente Concerti “Marialisa de Carolis”
Coro dell´Ente Concerti “Marialisa de Carolis”
Ente Concerti Marialisa de Carolis, 5 novembre 2023
Un Barbiere di Siviglia solare, colorato e divertente quello del teatro lirico di Sassari che riscuote in sala un buon successo di pubblico e che fa registrare il sold-out nelle prime due serate. Un risultato che dà ragione alla scelta dell’Ente di puntare, per la prima volta, su una terza recita.
La regia del capolavoro di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini è affidata a Victor Garcia Sierra ed è un vistoso omaggio alla pittura di Botero. L’uso di colori primari con cui sono dipinte le case che si affacciano sulla piazza nelle scene di Paolo Vitale rimandano immediatamente ad una Siviglia idealizzata, quasi onirica.
Le case sono spagnoleggianti. La bouganville che scende dai balconi, con il suo rosa acceso, ben si sposa con le pareti chiare e il verde o l’azzurro delle porte in una scelta cromatica essenziale valorizzata dal gioco luci di Tony Grandi.
I Costumi stessi, curati da Marco Guion e Allison Quinones sono ripresi dai quadri dell’artista.
Un omaggio in cui i personaggi creati dalla vivida fantasia di Botero prendono vita senza snaturare l’Opera ma anzi aggiungendo quel tocco di “Realismo magico” capace di trasportare lo spettatore in una storia tra fantasia e realtà dove tutto è possibile.
Alcuni elementi sono eccessivi, come l’inserimento della ballerina di flamenco, per quanto brava. Superflua anche la sfilata dei quadri. Elementi ridondanti e irrilevanti nello svolgimento della narrazione.
Per il resto è una regia che funziona e che coinvolge il pubblico con i ben noti elementi comici che fanno parte dell’opera buffa tratta dalla commedia di Pierre Beaumarchais.
Pregevole la scelta di rendere i personaggi divertenti ma senza renderli caricaturali in linea con una Direzione musicale che non straborda mai.
Sul podio il M° Roberto Gianola dirige l’ Orchestra Ente de Carolis nell’edizione critica di Alberto Zedda che restituisce tinte pastello ad un’opera che in seguito è stata spesso sovraccaricata di colori.
L’orchestra accompagna il canto dei solisti senza essere invadente e raggiunge la pienezza nei concertati in un’esecuzione generale meno adrenalinica ma più ricca di sfumature. Infonde all’opera anche una maggior leggerezza, mostrando in questo una perfetta unità d’intenti con i colori di scene e costumi, e suggerendo atmosfere Mozartiane.
Anche la tempistica in alcuni casi è diversa e nelle pagine dei solisti possiamo ammirare alcune variazioni e puntature decisamente appaganti.
Nel complesso, tranne qualche piccola sbavatura, si riscontra un buon dialogo tra Direttore, fossa orchestrale e cantanti.
Il risultato è un Barbiere filologico nell’impostazione, ma non troppo visti i tagli nel secondo atto delle scene sesta e settima e soprattutto del taglio del rondò del Conte. In ogni caso, il risultato finale, da un punto di vista narrativo funziona e tanto basta.
Da segnalare l’ouverture che va annoverata tra le pagine musicali più belle della serata.
A contribuire ad un buon esito il Direttore musicale Francesca Tosi al cembalo che esegue con maestria l’accompagnamento dei recitativi secchi.
Buona come sempre la prova del coro diretto dal M° Salvatore Rizzu.
Il cast vocale è poco omogeneo ma sfruttando mestiere e abilità sceniche si amalgama in modo soddisfacente.
Il Conte D’Almaviva ha la bella voce tenorile di Matteo Falcier nel ruolo di un Conte D’Almaviva luminoso e squillante, facile alle agilità e all’acuto. Dispiace non averlo potuto ascoltare nel rondò dove avrebbe potuto sfoderare al meglio le sue doti. Le scene dei travestimenti risultano molto divertenti. Sia quella in cui si improvvisa soldato ubriaco, sia quella in cui veste gli abiti di Suor Alonsa (invece che quelli di Don Alonso). Piccola libertà che il regista si concede e che funziona.
Una suora incalzata da Ambrogio, il servo muto di Don Bartolo interpretato in maniera esilarante da Gavinuccio Ruda. La sua presenza amplifica gli aspetti comici dell’opera. Curvo, con la mano tremante e con in testa una parrucca di capelli ricci e grigi che cade sovente a terra mostrandone la pelata. Ogni sua entrata in scena è sottolineata da risate in sottofondo tanto da guadagnarsi gli applausi più lunghi e calorosi alla fine della rappresentazione.
Nei panni di Rosina il mezzosoprano Rosa Bove sostanzialmente corretta. Nella cavatina “Io sono docile” risolve bene le agilità e le gustose variazioni della seconda parte. Dà vita ad una giovane furba e desiderosa di liberarsi del giogo del vecchio tutore con sguardi decisi e una mimica attenta. Molto bene nel duetto con Figaro.
Interessante ma non perfetto il debutto del giovane Marco Solinas nel ruolo di Don Bartolo. Ha caratterizzato bene il personaggio da un punto di vista recitativo. Sempre equilibrato, mai sopra le righe nonostante il carattere buffo. La voce è piena e ha sviluppato le giuste intenzioni nel canto ma con qualche dèfaillance di troppo nell’aria “A un Dottor della mia sorte…” comunque perdonabile in un personaggio in evoluzione.
Figaro è interpretato da Domenico Balzani che ha supplito con doti da vero mattatore ad una vocalità non propriamente eccelsa e ad un fraseggio non sempre accurato. Tuttavia è il personaggio che fa da legante e risulta anche qui, grazie ad un grande carisma (e ad abilità attoriali considerevoli), trascinante, simpatico, e quindi vincente.
Molto buona la Berta del soprano Francesca Pusceddu. Voce teatrale e melodiosa. Svolge con grande bravura la sua aria esprimendo una sofisticata fragilità nei suoi naturali desideri di donna, e un’eleganza inusuale per il personaggio.
Sorprendente è il Don Basilio di Tiziano Rosati, giovane basso dalla voce opulenta, melodiosa, salda e un timbro caldo. Con una discesa cavernosa al registro grave e una grande ricchezza di colori. Al mezzo vocale portentoso associa una presenza scenica notevole e delle ottime doti recitative che lo fanno balzare immediatamente al centro della scena.
Divertente in ogni suo ingresso, cesella mirabilmente l’aria della calunnia e persino alla fine dello spettacolo catalizza su di se l’attenzione suscitando risa tra il pubblico.
Concludono il cast il Fiorello di Dario Sogos dalla voce bella e ben proiettata e l’efficace Ufficiale di Paolo Masala.
Concludendo, al di là di ogni critica, il successo dello spettacolo è stato decretato dal pubblico con sonori applausi durante tutta l’esecuzione, alcuni anche a scena aperta. Ma soprattutto dalle risate che sono risuonate nella sala.
Il divertimento sonoro di un pubblico che piano piano ha preso confidenza con l’ambiente, con i protagonisti e le loro gesta e si è divertito in un crescendo…Un crescendo Rossiniano.
Loredana Atzei