SASSARI: Tosca – Giacomo Puccini, 1 novembre 2024
Tosca
Giacomo Puccini
Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Casa Ricordi – Milano
Direttore Gianluca Martinenghi
Regia Renato Bonajuto
Personaggi e interpreti:
- Tosca Marta Mari
- Cavaradossi Otar Jorjikia
- Scarpia Marco Caria
- Angelotti Tiziano Rosati
- Sagrestano Andrea Porta
- Spoletta Nicolas Resinelli
- Sciarrone Michael Zeni
Scene Danilo Coppola, Giovanni Gasparro
Costumi Artemio Cabassi
Orchestra Ente de Carolis
Coro Ente de Carolis, Voci bianche Ente de Carolis
Maestro del coro Francesca Tosi, Salvatore Rizzu
Ente Marialisa de Carolis, 1 novembre
Tosca a Sassari: Applausi convinti per la messa in scena sassarese.
Già dal 1889, Puccini pensava a “Tosca”, affascinato dal racconto di Sardou. Dopo un incontro con Ricordi, il progetto fu accantonato, ma negli anni successivi, il destino dell’opera prese forma. Durante la prima di “Otello”, Giuseppe Verdi, ormai ottantenne, ebbe l’opportunità di incontrare Sardou, il quale gli sottopose il libretto di “Tosca”.
La reazione di Verdi fu entusiastica, manifestando il desiderio di comporre su quel soggetto, anche se l’età non gli permetteva di realizzare il progetto. Sapendo dell’interessamento di Verdi, Puccini chiese a Ricordi di scrivere lui stesso un’opera su “Tosca”, e così, dopo la rescissione di un contratto con Franchetti, “Tosca” debuttò con successo a Roma. Considerata una sorta di manifesto del verismo, l’opera di Puccini è permeata da temi religiosi e melodie gregoriane, abilmente armonizzate e strumentate.
La bellezza di brani come “Recondita armonia” e “Vissi d’arte” esemplifica la maestria di Puccini nell’utilizzare la semplicità della radice del canto gregoriano per creare un’atmosfera di intenso coinvolgimento emotivo. Il culmine di questa atmosfera si raggiunge nel celebre “Te Deum” del finale del primo atto, dove i tre accordi iniziali rappresentano la Santa Trinità e l’imponente presenza della Chiesa. Il vortice musicale arriva fino al finale del primo atto esplodendo in una potenza sinfonica dai connotati quasi demoniaci che coinvolge lo spettatore in un percorso ascendente quanto sconvolgente ma solo se ben realizzato.
E allora la magia dell’opera torna a incantare Sassari con un pregevole allestimento di “Tosca”.
L’opera rappresentata al teatro comunale non delude le aspettative e sortisce un esito pregevole sotto il profilo sia musicale che visivo. Una produzione interessante a suo modo assai innovativa, che conferma il percorso di crescita generale di un teatro che in queste ultime due stagioni ha conquistato il pubblico generando entusiasmo soddisfazione segnando un cambio di passo rispetto al passato.
Diretto da Francesca Tosi, il coro dell’Ente Marialisa de Carolis ha offerto una prestazione vibrante, culminata nell’ emozionante Te Deum cantato finalmente con sincera apparente semplicità. Di rilievo anche il coro delle voci bianche, diretto da Salvatore Rizzu.
Gianluca Martinenghi direttore d’orchestra di grande esperienza, ha curato ogni dettaglio con maestria e competenza supportato dall’orchestra del de Carolis in splendida forma, regalando un’esecuzione compatta e di grande spessore.
L’allestimento efficace e intelligente porta la firma del giovane scenografo Danilo Coppola che resta fedele al racconto, servendo la storia e realizzando con perizia e rispetto una costruzione scenica di indubbio valore visivo. Efficaci le luci di Tony Grandi.
La regia di Renato Bonajuto ha sfruttato ed esaltato al meglio la drammaturgia contenuta nel testo e nella musica, mettendo in luce una straordinaria ricchezza di particolari senza mai perdere il senso della narrazione. L’interpretazione scenicamente complessa del Te Deum è stata gestita con perizia e senso del teatro. l’impiego di paramenti ecclesiastici originali e l’esecuzione di una processione che segue fedelmente i riti liturgici nella loro evoluzione storica hanno creato un’atmosfera di intensa autenticità. Questa cura dei dettagli ha arricchito l’esperienza visiva e uditiva, trasportando il pubblico in un contestofedele e suggestivo, capace di evocare l’imponenza e il mistero del sacro.
Anche il secondo atto impreziosito dalle pitture di Giovanni Gasparro mantiene al centro l’elemento della religiosità nelle sue declinazioni più controverse evidenziando i contrasti tra l’ipocrisia bigotta di Scarpia e il sincero timor di Dio di Tosca.
Protagonista indiscussa della serata è stata Marta Mari, che ha affascinato il pubblico definendo una interpretazione dai toni drammatici e intensi, collocandosi certamente tra le migliori voci di soprano oggi in attività. “Vissi d’arte” è stato il momento più alto della serata e ha ricevuto ovazioni entusiastiche, grazie a un’esecuzione ricca di sfumature e profonda sensibilità. I lunghissimi applausi al termine della sua performance hanno testimoniato lo straordinario impatto emotivo della sua voce.
Il tenore Otar Jorjikia ha offerto una prova positiva nel ruolo di Cavaradossi, mostrando una disinvoltura nei passaggi di registro e un’interpretazione che ha saputo trasmettere la complessità del personaggio pur con qualche piccola sbavatura nel registro più estremo che tuttavia non ne ha inficiato la prova nel suo complesso. “E lucevan le stelle” ha fatto vibrare le corde del cuore, regalando al pubblico uno dei momenti più toccanti dell’opera. Positiva anche la prova del baritono Marco Caria, che ha incarnato Scarpia con presenza scenica magnetica e voce adatta al ruolo.
A completare il cast di eccellenza sono stati i contributi di Andrea Porta nel ruolo del Sagrestano, Tiziano Rosati come Angelotti, Nicolas Resinelli nel ruolo di Spoletta e Micael Zeni come Sciarrone. Difficilmente si osserva una tale compattezza nelle parti secondarie che in Puccini come si sa sono fondamentali per una buona riuscita dello spettacolo.
In conclusione, la prima di “Tosca” ha rappresentato non solo una celebrazione della musica nel centenario della morte del maestro ma anche un momento di profonda connessione tra artisti e pubblico di diverse generazioni. Con un cartellone di eccellenza il Teatro comunale di Sassari in continua crescita ha dimostrato di essere tra i teatri più interessanti, innovativi e fertili del panorama italiano. Un teatro da seguire con attenzione.
B.Dietrich