Teatro alla Scala: cambio cast per Fedora, 30 ottobre 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi
FEDORA
Umberto Giordano
Nuova produzione Teatro alla Scala
Direttore Marco Armiliato
Regia Mario Martone
Personaggi e Interpreti:
- Fedora Chiara Isotton
- La Contessa Olga Sukarev Serena Gamberoni
- Loris Ipanov Fabio Sartori
- De Siriex George Petean
- Dimitri Caterina Piva
- Un piccolo Savoiardo Cecilia Menegatti
- Desiré Gregory Bonfatti
- Rouvel Carlo Bosi
- Cirillo Andrea Pellegrini
- Boroff Gianfranco Montresor
- Gretch Romano Dal Zovo
- Lorek Costantino Finucci
- Nicola Devis Longo
- Sergio Michele Mauro
- Michele Ramtin Ghazavi
Scene Margherita Palli
Costumi Ursula Patzak
Luci Pasquale Mari
Coreografia Daniela Schiavone
Maestro del Coro Alberto Malazzi
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Teatro alla Scala, 30 ottobre 2022
Cambio di cast per Fedora alla Scala. Uno previsto e uno imprevisto. Quello previsto era quello di Fabio Sartori come Loris, che dalla quarta replica è subentrato a Roberto Alagna. Quello imprevisto è stato quello di Chiara Isotton, cover per tutte le recite e chiamata in scena per una indisposizione di Sonya Yoncheva. E’ stata una bellissima sorpresa, o, per chi già conosce il soprano, una conferma delle sue grandi qualità,
Non tornerò su lati della produzione già esaminati nella mia precedente critica, ma comincerò con il dire che, finalmente, ho sentito cantare e fraseggiare Fedora come si deve da parte della protagonista. Chiara Isotton possiede voce di bellissima grana, omogenea in tutti i registri, ricca di armonici e ampia di volume. Sia le rapinose ascese in acuto, che i piani o gli affondi nel grave (reali, non inventati, e mai caricati o, peggio, alla ricerca dell’effettaccio) sono governati da una tecnica ferratissima. Fraseggia, accenta, esprime, colora la frase con intenzione e palpitante eloquenza e incisivià. La presenza scenica è autorevole e calamitante (peccato per i costumi di questo spettacolo, così mal ideati e penalizzanti), l’interprete è appassionata e coinvolgente; “O grandi occhi lucenti”, “Dio di giustizia”, “Tutto tramonto, tutto dilegua” sono stati cantati da manuale, con il finale dell’opera tutto galleggiante sul fiato e sul filo della commozione per chi ascoltava. Il grande duetto-confronto con Loris, poi, nel secondo atto, di travolgente impatto vocale e teatrale, è stato uno dei vertici raggiunti da Chiara Isotton durante questa recita. Mi auguro che la Scala tenga adeguato conto in futuro di questo talento fuori dal comune e che oltretutto proviene dalla sua Accademia. Intanto nella prossima stagione la vedremo come Fiora ne L’amore dei tre re di Italo Montemezzi.
Fabio Sartori non possiede certo né il carisma scenico né la seduzione timbrica di Roberto Alagna e la caratterizzazione teatrale del personaggio ne esce un po’ penalizzata, ma canta comunque benissimo, la voce corre sicura e risonante per l’ampiezza della sala, gli acuti suonano squillanti e intemerati e non ha mai un attimo di cedimento o insicurezza dal punto di vista musicale e vocale. Direi che ci si può ampiamente accontentare, non credete? Soprattutto in questo tipo di repertorio, dove le “certezze” scarseggiano.
Grande successo al termine, con i toni del meritato trionfo per Chiara Isotton.
Nicola Salmoiraghi