TEATRO ALLA SCALA: Concerto diretto da Christian Thielemann – 26 novembre 2021, a cura di Nicola Salmoiraghi
Filarmonica della Scala
Christian Thielemann inaugurerà la Stagione Sinfonica 2021/2022 del Teatro alla Scala il 25, 26 e 27 novembre. Il celebre direttore berlinese sostituisce l’annunciato Esa-Pekka Salonen che, indisposto, tornerà alla Scala il 29 aprile con l’Orchestre de Paris per il ciclo delle Orchestre Ospiti.
Direttore Christian Thielemann
Soprano Camilla Nylund
PROGRAMMA
Richard Strauss
Vier Lieder op. 27
Heimliche Aufforderung
Ruhe, meine Seele
Morgen
Cäcilie
Johannes Brahms
Sinfonia n. 4 in mi minore, op. 98
Teatro alla scala 26 novembre 2021
Dopo 28 anni di assenza – l’ultima volta è stata nel 1993 – è tornato a dirigere i complessi scaligeri, come inaugurazione della Stagione Sinfonica del Teatro alla Scala, il grande direttore tedesco Christian Thielemann, uno dei massimi al mondo; e pare non sarà un episodio isolato, lo stesso Thielemann ha annunciato altri progetti con il Piermarini, tra cui un nuovo ciclo del Ring wagneriano.
Il concerto si è aperto con l’esecuzione dei Vier Lieder op. 27 di Richard Strauss; composte dal musicista come liriche da camera, nel 1894, due, le più celebri, “Cäcilie” e “Morgen”, furono strumentate dallo stesso autore nel 1897, “Heimlich Aufforderung” fu orchestrata con la sua approvazione dal Robert Heger nel 1929 e “Ruhe, meine Seele” invece vide questo traguardo solo nel 1948, un anno prima della morte di Strauss, in un mondo completamente cambiato.
Alla Scala voce solista è stata quella compatta e solida del soprano finlandese Camilla Nylund, partecipe e attenta alle sfumature vocali della scrittura straussiana. Thielemann, alla guida della Filarmonica in grande spolvero, ha ricavato trasparenze, trasporto e fosforescenza espressiva da questi quattro gioielli; “Morgen” è stato poi un vero ricamo sonoro, cullante e intriso di lancinante malinconia, quasi un ossimoro trattandosi della riunione di due amanti (o forse è il sogno di una riunione?), gli ultimi versi così recitano “scenderemo in silenzio e lentamente, muti ci guarderem negli occhi, e su di noi calerà il muto silenzio della gioia”; il fermo immagine di un mondo decadente e sfinito pur nella desiderata compiutezza dei sentimenti; Thielemann ne ha reso l’atmosfera con tormentata, umbratile nostalgia.
Ha fatto seguito la Sinfonia n.4 in mi min. Op 98 di Johannes Brams, che ebbe la sua prima esecuzione nel 1885 diretta dallo stesso autore. La temperie culturale è la medesima di Strauss, l’Europa a cavallo tra Otto e Novecento, la cifra espositiva sostanzialmente diversa; drammaticità e passione prevalgono su ripiegamento e rovello interiore. Il suono della Filarmonica della Scala è stato di impressionante compattezza e bellezza sotto la guida di Thielemann, un corpo unico a costruire una rete musicale di incomparabile lucentezza e veemente trasporto; la gioiosa ombrosità del primo movimento, l’avvolgente dolcezza del secondo, la brillante eppur nobile animosità del terzo, la ricercata e complessa solennità del quarto, hanno avuto nella carismatica lettura di Thielemann lo splendore di un prisma di colori continuamente cangianti, la bacchetta nella destra a tessere la tela di un arazzo di prodigiosa tramatura e la mano sinistra sempre febbrilmente tesa a infondere infiammata eloquenza al tessuto sonoro.
Una serata, seppur breve (poco più di 65 minuti senza intervallo) di grande musica, accolta dal pubblico che gremiva il Teatro con i toni del trionfo.
Milano, Teatro alla Scala, 26 novembre 2021
Nicola Salmoiraghi