TEATRO ALLA SCALA: Das Rheingold – Richard Wagner, 5 novembre 2024 a cura di Nicola Salmoiraghi
Das Rheingold
(Der Ring des Nibelungen)
Richard Wagner
Prologo in un atto
Libretto di Richard Wagner
Direttore Alexander Soddy
Regia DAVID MCVICAR
Personaggi e Interpreti:
- Wotan Michael Volle
- Donner Andrè Schuen
- Froh Siyabonga Maqungo
- Loge Norbert Ernst
- Alberich Ólafur Sigurdarson
- Mime Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
- Fasolt Jongmin Park
- Fafner Ain Anger
- Fricka Okka von der Damerau
- Freia Olga Bezsmertna
- Erda Christa Mayer
- Woglinde Andrea Carroll
- Wellgunde Svetlina Stoyanova
- Flosshilde Virginie Verrez
Scene DAVID MCVICAR e HANNAH POSTLETHWAITE
Costumi EMMA KINGSBURY
Luci DAVID FINN
Video KATY TUCKER
Coreografia GARETH MOLE
Maestro arti marziali / prestazioni circensi DAVID GREEVES
Teatro alla Scala, 5 novembre 2024
La travagliata Tetralogia wagneriana ha avuto così il suo via alla Scala con Das Rheingold (L’oro del Reno). Travagliata perché come è noto avrebbe dovuto dirigere l’intero progetto il grande Christian Thielemann; poi, per un intervento chirurgico ha “dovuto” (…) rinunciare a tutti i titoli (che si spalmano nell’arco di due anni…). E così, tra patemi d’animo vari, ecco la salomonica decisione: le quattro opere con le recite divise a metà tra Simone Young e Alexander Soddy (nome emergente in ascesa, che nella prossima stagione alla Scala dirigerà Così fan tutte); le prime tre avranno Simone Young sul podio alla “prima”, e il Crepuscolo avrà Soddy, poi i due cicli completi nel 2026, uno per ciascuno. Dal momento che il Ring può e deve essere considerato un’unica opera, ho scelto di seguire anche in futuro la lettura di Soddy, che perlomeno per me rappresenta una novità.
E Soddy non ha deluso, né me né il pubblico; bellissimo suono quello ottenuto dell’Orchestra scaligera, terso, luminoso, compatto; sempre coerente e preciso nel seguire lo stordente e per certi versi inebriante flusso musicale wagneriano; mi è sembrata la prova di un musicista di livello decisamente alto. Quindi sarà sicuramente interessante seguirlo nelle prossime tappe di questo viaggio.
Il grande regista inglese David McVicar firmerà i quattro titoli ed è garanzia di Teatro di classe superiore e visivamente sempre accattivante (e questo per me non è un optional, sono stufo di corsie d’ospedale). La via scelta, almeno a giudicare da questo Oro, è quella del fantasy di lusso, con più di una strizzata d’occhio al mondo del Signore degli anelli; nessuna interpretazione psicoanalitica o indagine negli abissi dell’anima, parrebbe, ma il Ring può anche essere letto così, è assolutamente legittimo e vedremo il prosieguo. Le somme si tirano alla fine. Intanto questo Rheingold funziona, la recitazione è sempre curatissima per tutti i personaggi e non poco contribuiscono le suggestive scenografie dello stesso MvVicar con Hannah Postlethwaite, i costumi di Emma Kingsbury e soprattutto le magnifiche luci di David Finn. Mi è parsa soprattutto bella l’idea di rendere l’Oro un essere umano, un bellissimo giovane, che nell’ultima scena, l’inizio della fine in realtà, apparirà nudo, strisciante e insanguinato. La ricchezza e il potere che corrompono il mondo.
Buona la locandina degli interpreti e lodi in particolare all’autorevole e carismatico Wotan di Michael Volle e al bravissimo Alberich di Ólafur Sigurdarson, oltretutto anche fantastico attore. Ottimi anche il Fafner di Ain Anger e il Fasolt di Jongmin Park (per inciso, la voce più bella, ampia e timbrata presente in scena). Molto bene anche il Donner di Andrè Schuen; caratterizzato a dovere il Mime di Wolfgang Ablinger-Sperrhacke; artista eccellente e cantante un po’ meno convincente il Loge di Norbert Ernst.
Nel comparto femminile ho apprezzato particolarmente la Freia luminosa e incisiva di Olga Bezsmertna; molto ben cantata la Erda di Christa Mayer e discretamente cantata la Fricka di Okka von Der Damerau, ma autentiche tracce di voci rispettivamente contraltile e mezzosopranile non pervenute.
Completavano efficacemente il cast Siyabongo Maqungo (Froh) e Andrea Carrol, Svetlina Stoyanova e Virginie Verrez (Woglinde, Wellgunde e Flosshilde).
Il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala, i nani del Nibelheim, si è ritagliato il suo encomiabile spazio.
Teatro esaurito, appalusi per tutti e intensissimi per Alexander Soddy.
Nicola Salmoiraghi