TEATRO ALLA SCALA: The tempest – Thomas Adés, 8 novembre 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

TEATRO ALLA SCALA: The tempest – Thomas Adés, 8 novembre 2022 a cura di Nicola Salmoiraghi

  • 09/11/2022

THE TEMPEST

Thomas Adès

Coproduzione Wiener Staatsoper, The Metropolitan Opera, L’Opéra de Québec.

In collaborazione con Ex Machina


Direttore Thomas Adès
Regia Robert Lepage
ripresa da Gregory A. Fortner

Personaggi e Intepreti:

  • Prospero Leigh Melrose
  • Ariel Audrey Luna
  • Caliban Frédéric Antoun
  • Miranda Isabel Leonard
  • Ferdinand Josh Lovell
  • Alonso Toby Spence
  • Antonio Robert Murray
  • Stefano Kevin Burdette
  • Trinculo Owen Willetts
  • Sebastian Paul Grant
  • Gonzalo Sorin Colban

Scene Jasmine Catudal
Costumi Kym Barrett
Luci Michel Beaulieu
riprese da Marco Filibeck
Video David Leclerc
Coreografia Crystal Pite
Maestro del Coro Alberto Malazzi

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

 

Teatro alla Scala, 8 novembre 2022


L’opera è morta? No, viva l’opera! È arrivata sul palcoscenico scaligero The Tempest di Thomas Adés, a 18 anni dalla sua nascita (Londra, Covent Garden, 2004) e la prima notizia è che, alla seconda recita a cui ho assistito, il Piermarini era pieno: platea, palchi e gallerie. Non è così scontato quando si propone un titolo “contemporaneo”. Questo dimostra che esiste un pubblico disposto a lasciarsi condurre su binari meno consueti.

The tempest – Thomas Adès. photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Soprattutto quando a guidarlo è un lavoro musicale pensato e composto “per” e non “contro” lo spettatore, che è poi il fruitore ultimo del prodotto; Thomas Adès (che alla Scala era sul podio a dirigere la sua creatura, e avere il compositore alla guida del proprio titolo, e ovviamente facendolo benissimo, è stato certamente un valore aggiunto e una garanzia di partecipe adesione al testo musicale e teatrale) ha scritto un’opera che, basata su un libretto che Meredith Oakes ha ricavato dall’omonima opera teatrale di Shakespeare, cresce musicalmente di atto in atto, costruita su una scrittura tonale (non è una parolaccia, eh, si dica per gli incliti e colti ancora aggrappati alle avanguardie di Darmstadt); anche le presenti dissonanze o i contrasti armonici confluiscono nel costruire un flusso emotivo e sospeso, ora scopertamente lirico ora vaporosamente sfuggente, che contribuisce ad avvolgere l’ascoltatore in un affresco sonoro di insinuante commozione e verità teatrale. È così che il secondo atto pare più coinvolgente del primo e il terzo del secondo. La verità è che l’opera è stata congegnata così, per avvolgerti lentamente nelle spire di un gioco che è verità, e parla all’oggi con l’immediatezza di una scrittura colta ma non presuntuosa, alta ma “popolare” (si può usare questa definizione o si è passibili di scomunica?).

The tempest – Thomas Adès. photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Dopo Londra, The Tempest ha conosciuto importanti ribalte internazionali come la Staatsoper di Vienna e il Metropolitan di New York. Proprio a New York, nel 2012, il regista Robert Lepage ne curò l’allestimento di cui resta testimonianza video. Ora Lepage propone (regia ripresa da Gregory A.Fortner) nel capoluogo lombardo la sua lettura teatrale (con il contributo essenziale delle suggestive scene di Jasmine Catudal, degli accattivanti costumi di Kym Barrett, delle luci assai suggestive di Michel Beaulieu – riprese da Marco Filibeck-, dei video di David Leclerc, della coreografia di Crystal Pite – ripresa da Katherine Cowie –  e dei movimenti acrobatici di Geneviève Bérubé). Ora, la concezione di uno spettacolo metateatrale dove la Scala viene riprodotta sul palcoscenico della Scala non è esattamente una novità (vedi Don Giovanni targato Carsen), ma Prospero magico impresario teatrale che al Piermarini fa scaturire sortilegi e vendette, e del Teatro fa la sua isola dopo essere stato defraudato del Ducato di Milano (appunto…) a conti fatti funziona e intriga sempre, anche perché è ben realizzata e con la dovuta dose di spettacolarità.

The tempest – Thomas Adès. photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Nutrito l’ottimo cast schierato per l’occasione. Audrey Luna, che affrontava il proibitivo, iperuranico e funambolico (in tutti i sensi) ruolo di Ariel, tutto giocato sui toni acuti e acutissimi, reduce da un infortunio come ha annunciato il sovrintendente e direttore artistico Dominique Meyer prima dell’inizio dello spettacolo, ha cantato spavaldamente il suo ruolo da un palco di proscenio mentre la parte scenica era sostenuta da Geneviève Bérubé, già sua controfigura acrobatica (mozzafiato i volteggi sul lampadario in scena, all’inizio). Questo effetto straniante della voce proveniente da un’altra direzione, senza volerlo ha reso ancor più magico il ruolo dello spirito dell’aria, come tale immateriale e quindi in ogni luogo.

The tempest – Thomas Adès. photo Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Autorevole il Prospero di Leigh Melrose, centrato il Calibano di Frédéric Antoun. Liricamente poetici la Miranda di Isabel Leonard e il Ferdinand di Josh Lovell. Bene tutti gli altri, a cominciare dall’esperto Toby Spence (Re di Napoli) e poi ancora Robert Murray (Antonio), Kevin Burdette (Stefano), il controtenore Owen Willets (Trinculo), Paul Grant (Sebastian) e il sonoro Sorin Coliban (Gonzalo).

Il Coro scaligero, diretto da Alberto Malazzi, qualsiasi prova o repertorio affronti, è sempre da sollevare sugli scudi.

Applausi calorosissimi per tutti alla fine, autore/direttore compreso. La via è tracciata. Si prosegua.

Nicola Salmoiraghi

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