Teatro Sociale di Como: “La Voix humaine/Cavalleria rusticana”
La stagione d’Opera al Teatro Sociale di Como prosegue con il dittico “La Voix humaine/Cavalleria rusticana” di Emma Dante, quarto titolo in stagione
Il dittico La Voix Humaine e Cavalleria rusticana, debutta venerdì 23 novembre (ore 20, con replica domenica 25 novembre alle ore 15.30) al Teatro Sociale di Como, soffermandosi sui due sentimenti antagonisti per antonomasia: amore e odio. L’accostamento fra questi sentimenti contraddistingue infatti sia La Voix Humaine di Francis Poulenc che Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni: entrambe le opere sono affidate nell’occasione a uno tra i più interessanti e innovativi registi del panorama teatrale italiano di oggi, Emma Dante, chiamata a tracciare un filo rosso fra le due donne che ne sono rispettivamente protagoniste.
Elle, la protagonista de La voix humaine, sarà interpretata da Anna Caterina Antonacci, mentre il cast di Cavalleria rusticana comprenderà Teresa Romano (Santuzza), Angelo Villari (Turiddu), Monsoo Kim (Alfio), Giovanna Lanza (Mamma Lucia) e Francesca Di Sauro (Lola). Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Francesco Cilluffo. Coproduzione Teatri di Opera Lombardia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna.
La Voix Humaine
La Voix Humaine di Francis Poulenc, su libretto di Jean Cocteau, è un monodramma chiamato dagli autori (non senza una punta di ironia) Tragédie Lyrique: debuttò nel 1959 all’Opéra Comique, venne composta per la voce di Denise Duval (che aveva appena trionfato in Les Dialogues des Carmélites) ebbe altre grandi interpreti; nel 2010 è stata portata in scena al Teatro Comunale di Bolzano da Cristina Zavalloni.
La trama è al tempo stesso semplice ed altamente drammatica. Un uomo ed una donna (Elle), che si sono amati e forse si amano ancora, decidono di lasciarsi per sempre. Per l’ultimo colloquio si parlano al telefono. Vediamo, ed ascoltiamo, solo la donna, che passa da momenti di estrema tenerezza ed altri ricchi di passione, e pure di violenza. L’uomo rimane invisibile dall’altro capo del telefono (e non se ne sente la voce), ma la sua presenza viene evocata nelle pause del parlare/cantare della donna. Di tanto in tanto, il concitato colloquio si interrompe, ma nessuno dei due ha il coraggio di troncare questa ultima e disperata conversazione. Infine, la donna esausta si getta sul letto ed il filo del telefono è l’ultimo fragile legame con l’uomo. Lo scongiura di riattaccare. Il dramma finisce tra parole soffocate e grida mentre il ricevitore abbandonato cade a terra.
Cavalleria rusticana
Cavalleria rusticana è un atto unico di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici del compositore livornese: il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi. L’intermezzo orchestrale è tra i momenti musicali più famosi: la pubblicità e il cinema (da Il Padrino parte terza a Toro Scatenato) se ne sono appropriati.
L’opera si svolge in un paesino della Sicilia, nel giorno di Pasqua, e comincia con la voce di compare Turiddu che intona una serenataa Lola, della quale è perdutamente innamorato; prima di partire per il servizio militare le ha giurato amore eterno, ma la giovane durante la sua assenza ha sposato Alfio, il carrettiere.Turiddu per vendicarsi inizia a corteggiare Santuzza, ma dopo averla sedotta la trascura. Il giovane si aggira nei pressi della casa di Alfio che spesso assente non si accorge di nulla.
Santuzza, angosciata e preoccupata, cerca Turiddu per parlargli e chiedere spiegazione del suo comportamento; entra allora nella casa di Lucia, madre del giovane e le confida quanto sta succedendo svelandole i suoi sentimenti e la sua disperazione: oramai è disonorata ed abbandonata. Arriva Turiddu e i due discutono animatamente finché passa Lola che si sta recando alla messa di Pasqua: le due donne si scambiano battute ironiche. Poco dopo Lola è seguita da Turiddu, insensibile all’implorazione di Santuzza che gli augura la mala Pasqua e decide, vedendolo arrivare, di rivelare quanto succede ad Alfio.
Dopo la messa la piazza torna a popolarsi. Turiddu offre agli amici nell’osteria della madre Lucia un bicchiere di vino e ne offre uno anche ad Alfio che, sdegnato, nel rifiutarlo lo abbraccia e gli morde l’orecchio sfidandolo a duello. Turiddu, che si finge ubriaco, rivolge commosse parole di saluto alla madre a cui affida Santuzza e va ad incontrare il rivale. Poco dopo il grido di una popolana, “Hanno ammazzato compare Turiddu!”, annuncia il tragico esito del duello.
Emma Dante _ regia
Nata a Palermo, drammaturga e regista, costituisce nel 1999 la compagnia “Sud Costa Occidentale”. Numerosi i riconoscimenti a lei assegnati in questi anni: il premio Lo Straniero, come giovane regista emergente (2001); il premio Ubu con lo spettacolo Carnezzeria per la migliore novità italiana (2003); il premio Gassman come migliore regista italiana e il premio della critica per la drammaturgia e la regia (2004); il premio Golden Graal come migliore regista per lo spettacolo Medea (2005); il premio Sinopoli per la cultura (2009). Dal 2000 al 2011 sono rappresengati in Italia e all’estero mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e La trilogia degli occhiali. Nel 2012 debutta a Parigi La muta di Portici di Auber: vincerà il premio Abbiati nel 2014. Sempre nel 2012 debutta verso Medea, mentre nel 2013 è in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film Via Castellana Bandiera che vince tre importanti premi. Nel 2014 debutta al Teatro Mercadante di Napoli Le sorelle Macaluso, che vince il Premio Ubu per la regia e per il miglior spettacolo. Dello stesso anno è il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Emma Dante diventa inoltre regista principale al Teatro Biondo e direttrice della “scuola delle arti e dello spettacolo” costituita all’interno del Teatro Stabile della città di Palermo. È del 2017 il debutto di Bestie di scena coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, festival d’Avignone, compagnia “Sud Costa Occidentale” e Teatro Biondo di Palermo.
Francesco Ciluffo _ direzione musicale
Nato a Torino, ha conseguito la laurea in canto e composizione presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” nella sua città natale e si è laureato in Musicologia presso l’Università di Torino. Ha proseguito gli studi a Londra, dove è stato premiato con un Master in Composizione alla Guildhall School of Music and Drama, e un PhD in Composition al King’s College di Londra. Ha ricoperto il ruolo di “maestro del repertorio italiano” presso la Guildhall di Londra e ha lavorato come répetiteur nei teatri d’opera di Torino, Jesi, Mantova, Livorno e al Barga Festival; ha inoltre lavorato come assistente per direttori d’orchestra del calibro di Rani Calderon, Lothar Zagrosek, Asher Fisch e Sir John Eliot Gardiner. Presente sia nel campo della musica sinfonica che sacra, è attivo in ambito operistico: tra le sue numerose apparizioni, ricordiamo The Servant (Tutino), Le Nozze di Figaro (Mozart), La Bohème(Puccini), Socrate (Satie), Der König Kandaules (Zemlinsky), Trovatore (Verdi), L’Arlesiana (Cilea), Tancredi (Rossini), La cambiale di matrimonio (Rossini), Il barbiere di Siviglia (Rossini), Il Campiello (Wolf-Ferrari), L’elisir d’amore(Donizetti). Ed ancora: Le braci e Miseria e Nobiltà di Tutino, entrambe iin prima mondiale, Roméo et Juliette (Gounod), Nabucco (Verdi), Guglielmo Ratcliff (Mascagni), La Traviata (Verdi), Rigoletto (Verdi), Madama Butterfly (Puccini), Tosca(Puccini), L’Italiana in Algeri (Rossini), Risurrezione (Alfano).