TRAPANI: DON PASQUALE – DALLA ROMA DEL XIX SECOLO ALLA NEW YORK DEGLI ANNI ’30

TRAPANI: DON PASQUALE – DALLA ROMA DEL XIX SECOLO ALLA NEW YORK DEGLI ANNI ’30

  • 30/08/2021

DON PASQUALE

MUSICA DI GAETANO DONIZETTI

LIBRETTO DI GIOVANNI RUFFINI

 

Direttore d’orchestra Giovanni Di Stefano
Regia e luci Pier Francesco Maestrini
Riprese Teresa Gargano

Personaggi e Interpreti:

Don Pasquale Federico Longhi
Dottor Malatesta Alessio Arduini
Ernesto Patrick Kabongo
Norina Francesca Benitez
Il Notaio Christian Barone

Scene Juan Guillermo Nova
Costumi Luca Dall’Alpi

Orchestra e Coro del Luglio Musicale Trapanese
Maestro del Coro Fabio Modica

Co-produzione con il Teatro Regio di Parma

Teatro Guseppe Di Stefano, 27 gosto 2021


È la sera del 27 agosto 2021 e tra i ficus secolari del Teatro Giuseppe Di Stefano di Trapani si conclude la programmazione lirica della 73esima stagione dell’Ente Luglio Musicale con la replica, in co-produzione con il Teatro Regio di Parma, di una delle opere più divertenti ed energiche di Gaetano Donizetti: il Don Pasquale.
Potrebbe sembrare arduo immaginare quest’opera con un allestimento novecentesco, metropolitano e lontano dalle tradizioni, ma la scelta inusuale della regia di Pier Francesco Maestrini, egregiamente ripresa da Teresa Gargano, ambientata agli inizi del ‘900 newyorkese – periodo della Xenofobia e del Proibizionismo – ben si addice alla trama del capolavoro donizettiano.

Pier Francesco Maestrini sa cosa significa essere regista ed espone il proprio pensiero senza cercare consensi e temere eventuali critiche negative; non cerca l’originalità, pur magicamente trovandola. Di contro era inevitabile deludere le attese dei conservatori, fortemente ancorati a stereotipi ormai anacronistici. Se da un lato le aspettative tradizionali possono risultare disattese, dall’altro la musica riguarda la società che è in continua evoluzione e, di conseguenza, l’essere umano con la sua capacità di ri-adattamento.

Don Pasquale è qui un gangster americano, trasposizione ben riuscita anche grazie alla versatilità, non solo musicale ma anche scenica, di Federico Longhi; si tratta di un artista completo, dai suoni profondi e puliti. Norina, interpretata da Francesca Benitez, risulta avere grande personalità e ottima presenza scenica; seppur con un timbro poco accattivante, il suo debutto può comunque ritenersi soddisfacente. Il vero protagonista della recita è Alessio Arduini nel ruolo del Dottor Malatesta: la sua interpretazione chiara, fine e briosa, ha domato l’intreccio scenico offrendo al pubblico frizzanti momenti di spensieratezza. Degno di menzione è anche il tenore Patrick Kabongo, nel ruolo di Ernesto, dal timbro leggero, fraseggio curato ed espressivo e suono limpido. Il notaio è interpretato da Christian Barone, dalla presenza timida e suono curato.

L’intera opera è trasportata musicalmente da un profondo andamento che vivacizza, quasi con una trazione assidua, la scrittura pressoché statica, per cui dalla distesa sinfonia iniziale, tutto diventa sempre più energico, al pari dell’intreccio amoroso; si tratta di dare un senso di continuo crescendo verso l’apice: il momento di rassegnazione e accettazione della morale antica e, allo stesso tempo, attuale. Ecco perché l’incalzare ritmico e metrico non risulta turbante! È una scelta stilistica quella di Giovanni Di Stefano, al podio dell’orchestra, inconsueta, ma sorprendente, di grande effetto, matura e coerente con la trama; elementi che coniugati al gesto sicuro e chiaro rendono questo direttore non solo un autorevole conoscitore del più intrinseco significato dell’opera, ma anche un ricercato comunicatore.
Distinta e scrupolosa risulta la prestazione della compagine corale, preparata da Fabio Modica; buono è l’allestimento delle luci, così come buona è la scelta dei costumi.
Nel complesso questa replica del Don Pasquale dell’Ente Luglio Musicale Trapanese risulta allietare le menti e affogare l’abulia umana per creatività, spontaneità e originalità. Trapani, già candidata quale capitale della cultura italiana, continua a sorprendere magicamente; manifestazioni di stima sono da rivolgere a tutti coloro i quali hanno contribuito non solo alla realizzazione di questa opera, ma di tutta la stagione; un team d’eccellenza giovanile che, diretto degnamente da Matteo Beltrami, fa ben sperare in un sempre maggiore progresso sociale e culturale.

Angelo Nicolosi

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