TRAPANI: Stabat Mater – G.B.Pergolesi, 1 aprile 2021
La Tradizione dei Misteri sulle note dello Stabat Mater
di G.B.Pergolesi
direttore Manuela Ranno
regia Renato Bonajuto
interpreti:
soprano: Desirè Rancatore
mezzosoprano: Aurora Faggioli
danzatori: Giorgia Bevilacqua, Maria Giovanna Grignano, Antonio Adragna, Mario Barnaba, Sergio Duran, Roberto Galbo e Marco Vultaggio
coreografia: Giuliano De Luca
scene e costumi: Danilo Coppola
luci: Giuseppe Saccaro
regia video: Francesco Siro Brigiano
Mirco Reina al basso continuo
Archi del Luglio Musicale
I Tamburi dell’Unione Maestranze
Procedente dalla sede novarese del Teatro Coccia, lo Stabat Mater di G.B.Pergolesi pensato dal regista Renato Bonajuto giunge al Luglio Musicale Trapanese dismettendo gli abiti della tradizione artistica piemontese per indossare quelli dei Misteri, processione delle composizioni statuarie raffiguranti la passione e la morte di Cristo risalente al lontano 1539. Sospesa per decreto nel 2020 (inutile dirlo in seguito ai provvedimenti anti-covid, sospensione che peraltro non accadeva dalla seconda guerra mondiale), ci viene riproposta in forma surrogata, ma non per questo meno sublime, tramite il mezzo della rappresentazione teatrale. Venti i tableau-vivant che si vanno a comporre ad opera dei bravissimi danzatori Giorgia Bevilacqua, Maria Giovanna Grignano, Antonio Adragna, Mario Barnaba, Sergio Duran, Roberto Galbo e Marco Vultaggio coreografati dal buon gusto di Giuliano De Luca. Bellissime le scene e i costumi curate da Danilo Coppola che si conferma non più soltanto quale giovane promessa, bensì come reale punto di riferimento. La regia video di Francesco Siro Brigiano è più orientata sulle inquadrature delle soliste, o nella “buca”, a discapito di quanto avviene sulla scena, fulcro della rappresentazione.
Bene le due interpreti, il soprano Desiré Rancatore che non ha certo bisogno di presentazioni nei panni della Vergine Maria (Madonna del Popolo) e il mezzosoprano Aurora Faggioli nella Madonna Addolorata che abbiamo trovato migliorata.
Molto ci sarebbe da dire sui Misteri e sulla loro plurisecolare tradizione, ma ci limiteremo a rinviare il lettore più interessato tra le pagine di wikipedia (link) dove potrà certo approfondire meglio l’argomento. Non di meno non possiamo esimerci dal riportare tra queste righe l’astuto espediente, probabilmente ordito dalle confraternite, che gioca sull’equivoco sulla parola Misteri che contrariamente all’evocazione di un profondo misticismo rappresentato dalle immagini, si riferisce ai Mestieri, ovvero alle associazioni professionali che a tutt’oggi si occupano di finanziare il mantenimento in buono stato delle composizioni statuarie e la loro stessa processione. Vi è dunque una arcaica commistione tra sacro e profano che ben si presta alla teatralità ed al suo tempio. Un’occasione che la regia di Bonajuto non si è lasciata sfuggire e che ha ben saputo rappresentare con buon gusto e nel rispetto della più radicata tradizione. Una fedele riproduzione che inizia a partire dalle bussate dell’ufficiale alle porte della Chiesa di San Michele (oggi Chiesa delle Anime del Purgatorio), passando per la ciaccula (strumento simile alle nacchere degli spagnoli che vi dominavano), e non meno importante il dondolio caratteristico, l’annaccata (dal dialetto: cullare) dovuto al particolare passo tenuto dai Massari che ancora oggi portano a spalla la vara (struttura su cui sono poste le statue). Un sublime surrogato, come si è detto, voluto e offerto in primis alla cittadinanza Trapanese quale omaggio dalla nuova direzione artistica del Maestro Matteo Beltrami, per sopperire alla privazione imposta dai decreti ministeriali.
Resta da dire della direttrice d’orchestra trapanese Manuela Ranno che già molto ci era piaciuta in quel di Novara e che si riconferma valente interprete di un capolavoro che richiede profondità di pensiero e spiccata sensibilità. Bene gli Archi del Luglio Musicale, il Maestro Mirco Reina al basso continuo e I Tamburi dell’Unione Maestranze. Belle le luci di Giuseppe Saccaro.
Roberto Cucchi