TRAPANI: Tosca – Giacomo Puccini, 15 luglio 2022 a cura di Roberto Cucchi
Tosca
musica di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Direttrice Manuela Ranno
Regia Renato Bonajuto
Personaggi e Interpreti:
- Floria Tosca Chiara Isotton
- Mario Cavaradossi Denys Pivnitskyi
- Barone Scarpia Massimo Cavalletti
- Cesare Angelotti Christian Barone
- Spoletta RosolinoClaudio Cardile
- Il sagrestano/Sciarrone Matteo D’Apolito
- Un carceriere Vincenzo Alaimo
- Un pastorello Elena Anguzza, Giuseppa Candela, Letizia Monaco
Maestro del coro Fabio Modica
Maestra del coro di voci bianche Anna Lisa Braschi
Scene Giovanni Gasparro e Danilo Coppola
Costumi Artemio Cabassi
Orchestra, coro e coro di voci bianche dell’Ente Luglio Musicale Trapanese
Allestimento in coproduzione con la Fondazione Teatro Coccia di Novara
Teatro Giuseppe Di Stefano, 15 luglio 2022
È di qualche giorno fa l’intervista a Fedele Confalonieri in cui si legge “…sento dire: il Macbeth di Livermore… Calma: il Macbeth è di Verdi, semmai di Shakespeare. Cosa c’entrano gli ascensori? Un po’ di umiltà servirebbe a tutti…”.
Non dunque l’Opera al servizio dell’ego di nuovi interpreti, bensì grandi interpreti al servizio dell’Opera, che umilmente la rappresentano per quella che è e per come deve essere. Ora, se vogliamo arricchire o sottrarre qualcosa ai grandi capolavori è possibile farlo, ma occorre partire dal presupposto inscindibile della profonda conoscenza e dell’altrettanto profonda comprensione del significato intrinseco di ogni scelta espressiva, sia musicale che interpretativa, sia scenica che registica. In poche parole la ricerca della novità va attuata nell’ambito del contesto originale, asservendo le proprie idee al lavoro dell’autore, non servendosi delle spalle del gigante su cui salire per essere visti. Salire sulle spalle del gigante deve servire solo per vedere più lontano.
Così è questa felice produzione di Tosca, procedente dalla coproduzione con il Teatro Coccia di Novara, in programma grazie alla precedente direzione artistica, quella del Maestro Matteo Beltrami, e recante la prestigiosa firma di Renato Bonajuto. Un fine lavoro di cesello, dove ogni minimo dettaglio è frutto di una attenta misura del gesto e dei movimenti, una cura che oserei definire maniacale. Il nuovo entra eccome, e lo fa con la prepotenza di chi sa il fatto suo. L’allestimento scenografico porta la firma di Giovanni Gasparro e Danilo Coppola, nell’ordine l’autore dell’intera quadreria qui riprodotta – il giovane pittore non ha certo bisogno presentazioni, dato che già espone nelle più importanti gallerie del panorama mondiale – e lo scenografo propriamente detto, giovanissimo, e che si sta rapidamente affermando grazie al suo talento e alla sua creanza. I costumi, belli, sono quelli di Artemio Cabassi.
La direzione dell’orchestra residente è affidata alla bacchetta della direttrice musicale del Luglio Musicale Trapanese Manuela Ranno, già distintasi nella scorsa stagione trapanese in Madama Butterfly. Un’artista in crescendo che teniamo d’occhio sin dagli albori e che sta dando e si pensa darà sempre maggiori soddisfazioni.
Cast stellare, anche se modificato rispetto alla promessa in cartellone, e in parte frutto del ripescaggio dalla produzione inspiegabilmente rimandata (un eufemismo per non dirsi cancellata dalla precedente direzione artistica di Carmelo Caruso e senza il debito preavviso?) del Trovatore che si sarebbe dovuto vedere nei primi di agosto.
Ottimi dunque gli interpreti, a partire dal soprano Chiara Isotton nel difficile ruolo eponimo messo a fuoco con stile e professionalità. Denys Pivnitskyi è un buon Cavaradossi, vocalmente generoso, che ne siamo certi si farà via via con il perfezionamento di quell’italianità che necessariamente occorre raggiungere per un’interpretazione inappuntabile. Molto bene il barone Scarpia di Massimo Cavalletti di notevole dotazione vocale al suo debutto nel ruolo. Seguono Cesare Angelotti di Christian Barone, Spoletta di Rosolino Claudio Cardile, Il sagrestano e Sciarrone sapientemente caratterizzati da Matteo D’Apolito, un carceriere di Vincenzo Alaimo, infine il pastorello di Elena Anguzza, Giuseppa Candela, Letizia Monaco.
Benissimo coro e coro di voci bianche dell’Ente Luglio Musicale Trapanese rispettivamente istruiti dal Maestro Fabio Modica e dalla Maestra Anna Lisa Braschi.
Applausi calorosi a scena aperta e per tutti i protagonisti alla ribalta finale, teatro gremito – lo confermano i dati provenienti dall’ELMT: pienone alle due recite -, a riprova del fatto che camminando al fianco dei giganti si diviene grandi!
Peccato non esserci stati e doversi contentare delle riprese video. Un maggiore coinvolgimento dei mezzi di informazione aiuterebbe certo meglio a gratificare gli sforzi delle parti in gioco. Forse, sanata la situazione patrimoniale, potremo finalmente beneficiare di maggior riguardo nei confronti di tutti coloro che se ne occupano da anni e con passione.
Roberto Cucchi