TURANDOT – 62° Split Summer Festival
Turandot
opera in tre atti di
GIACOMO PUCCINI
62°Split Summer Festival
Direttore: Ivo Lipanovich
Regia: Ozren Prohic
Personaggi e Interpreti:
- Turandot: Zvetelina Vassileva
- Calaf: Ivan Momirov
- Liu: Valentina Fijacko Kobic
- Timur: Ivica Cikes
- Ping: Leon Kosavic
- Pang: Vinko Maroevic
- Pong: Spiro Boban
- Altoum: Ante Ivic
- Mandarino: Mate Akrap
BALLET HNK SPLIT
CORO E ORCHESTRA NATIONAL THEATRE SPLIT
Coro delle voci bianche: Josip Hatze Music School
coreografia: Jasna Frankic Brkljacic
costumi: Mirjana Zagorec
scene: Ivica Kalebic e Ozren Prohic
maestro del coro: Ana Sabasov
maestro del coro delle voci bianche: Nela Luketic
luci: Zoran Mihanovic
Galerija Mestrovic ore 21, sabato 16 luglio 2016.
La Galerija Mestrovic è uno dei luoghi più significativi del panorama spalatino. Lascito di uno dei più importanti scultori del ventesimo secolo, la galleria è divenuta il contenitore del maggior numero di opere dell’artista e nell’occasione, scenario ideale per la rappresentazione della Turandot di Giacomo Puccini in apertura del 62° Split Summer Festival.
Alla direzione dell’inappuntabile Orchestra Nazionale Croata di Spalato troviamo il Maestro Ivo Lipanovich, direttore artistico dell’Opera HNK di Split, già conosciuto e ottimamente recensito in quel di Pisa al Teatro Verdi in occasione del Simon Boccanegra che nel circuito toscano ha riscosso un notevole successo. Lipanovich dirige con precisione, prendendosi cura delle voci bianche del Coro Josip Hatze Music School abilmente preparato dal Maestro Nela Luketic, del Coro del Teatro Nazionale di Spalato diretto da Ana Sabasov, così come dei solisti ai quali dedica un ottimo gesto.
Nel ruolo della principessa cinese troviamo il noto soprano bulgaro Zvetelina Vassileva che ci disegna un personaggio credibile e vocalmente ben dotato. Calaf, principe dei Tartari, è interpretato dal Ivan Momirov, anch’egli bulgaro e già incontrato in quel di Lucca nel ruolo di Gabriele Adorno al Teatro del Giglio. Il soprano Valentina Fijacko Kobic incarna perfettamente il ruolo di Liu e ci offre un’apprezzabile prestazione vocale che il pubblico ripaga ampliamente con applausi a scena aperta sul finire dell’aria “tu che di gel sei cinta”.
Personaggio nazionale croato, il basso Ivica Cikes, già recensito in occasione dell’Aida del sessantunesimo festival, scolpisce (ed è proprio il caso di dirlo, visto lo scenario) un Timur fortemente emozionante, tanto dal punto di vista scenico, quanto da quello vocale. Attendiamo di risentirlo a giorni nel peristilio del Palazzo Diocleziano nel ruolo di Ramfis, ma ancor più ci piacerebbe poterlo apprezzare sul suolo italiano. Ping, Pang e Pong, rispettivamente Leon Kosavic, Vinko Maroevic e Spiro Boban si destreggiano in un’allegoria ben caratterizzata dalla regia di Ozren Pohic su di uno scenario dai movimenti difficili, il tutto in una generosa prestazione vocale. Altoum, Ante Ivic, quale imperatore cinese, appare sul tetto dell’edificio, scelta registica che appare alquanto azzeccata e va ad ampliare uno scenario già di per se ampio. Bene anche il mandarino di Mate Akrap. Bella la performance diretta dal coreografo Jasna Frankic Brkljacic del Balet HNK Split, anche se con qualche scelta non proprio facilmente comprensibile. Belli anche i costumi di Mirjana Zagorec. Molto suggestive le luci di Zoran Mihanovic.
Rappresentazione complessivamente molto ben riuscita. Spalti pieni e non sufficienti a contenere l’abbondante affluenza di un pubblico perlopiù giovane ed entusiasta. Applausi per tutti a fine di una serata magica e incantevole.
Roberto Cucchi